Di fronte all’ultimo lavoro di Mia Hansen-Løve ci si chiede quale relazione la regista desideri stabilire con l’ambiente sociale e i personaggi che ritrae e dunque a che grado di lettura interpretare il suo elegante affresco della borghesia intellettuale parigina medio-alta, di sinistra quanto basta, snob anche troppo.
Conte philosophique dagli echi rohmeriani, Le cose che verranno – L’avenir non ha però l’intellettualismo radicale di, per fare un esempio, Il ginocchio di Claire, preferendo solcare con leggerezza il territorio del dubbio e del pensiero. Questa leggiadria è sicuramente il maggior pregio di un film morbido e raffinato come un pull di cachemire, e di cui Isabelle Huppert è l’epitome. Allo stesso tempo, però, proprio Huppert, ormai giunta a una fisicità scarnificata, quasi incorporea, rappresenta anche la faccia inquietante dell’umanità ritratta dal film, un’umanità malata di efficienza e di astrazione, il cui territorio emotivo sembra subire di giorno in giorno un processo di essiccamento che permette a ogni ferita di non incidere mai nel profondo e a ogni dolore di non perdurare mai troppo a lungo (certo, alla morte di un genitore – qui interpretato dall’iconica Edith Scob – qualche lacrima si versa e a un divorzio non si resta impermeabili ma la vita continua e ai cambiamenti ci si adatta, flessibili come si deve al giorno d’oggi).
Come la Héloïse di Rousseau, a cui durante una lezione scolastica la stessa protagonista fa riferimento, Huppert interpreta un personaggio di donna che trova più soddisfazione nelle avventure dell’intelletto che in quelle della carne. È anche da ciò che deriva la sua indipendenza e la capacità di reggersi sulle sue gambe (pur esilissime) senza bisogno di ancorarsi a un uomo per dare un senso e una direzione alla propria esistenza. Questo, insieme al fatto che si tratta di un personaggio femminile di mezza età, categoria poco rappresentata al cinema, è un obiettivo centrato e non trascurabile. Eppure, ciò non basta a fare de Le cose che verranno – L’avenir un film coraggioso.
L’impressione è anzi che Hansen-Løve non graffi dove invece potrebbe e, forse perché occupata a confezionare un film per tutti ma soprattutto a non alienarsi il pubblico intellettualoide che ritrae, finisca per mettere in scena con fin troppa tenerezza i suoi personaggi, siano essi accomodati nella loro vita di compiaciuto agio oppure alla ricerca di un’alternativa di sapore libertario, come l’allievo prediletto della protagonista che abbandona il dottorato per scrivere e far formaggi in una fattoria alpina.
Infatti, quel po’ di ironia che la regista impiega, non è mai veramente critica nei confronti di un immaginario che sgorga direttamente dalle fonti del prestigio sociale e intellettuale a cui da decenni continua ad abbeverarsi la più odiosa intellighenzia parigina cresciuta tra il liceo Henri IV e Normale Sup. Quella che si indigna per le ineguaglianze sociali ma poi si fa pulire casa da una dannata della terra e manda i figli alle scuole private. Ma questo il film non lo mostra e le case sono belle e linde per grazia divina, gli abiti eleganti e di buon taglio senza sfarzo perché il nemico è il cattivo gusto (o al limite la volgarità del capitale) e, bourgeoisie oblige, tutto ciò che è sopra le righe. Così si attraversa con distinzione tutta la vita anche se l’avvenire è uguale per tutti e la fine è nota.
© CultFrame 02/2016 – 11/2016 – 04/2017
TRAMA
Nathalie è un’insegnante di Filosofia al Liceo che ama il suo lavoro, lo stesso del marito. I suoi allievi e la madre anziana sono le sue uniche preoccupazioni, fino a quando si trova a fare i conti con alcuni cambiamenti dolorosi.
CREDITI
Titolo: Le cose che verranno – L’avenire / Titolo originale: L’avenir / Regia: Mia Hansen-Løve / Sceneggiatura: Mia Hansen-Løve / Interpreti: Isabelle Huppert, André Marcon, Edith Scob / Fotografia: Denis Lenoir / Montaggio: Marion Monnier / Scenografia: Anna Falgueres / Produzione: CG CINÉMA / Francia, 2015 / Distribuzione: Satine Film / Durata: 100 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film L’avenir di Mia Hansen-Løve
Filmografia di Mia Hansen-Løve
Torino Film Festival – Il sito
Berlinale 2016. 66° Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Il programma
Berlinale – Il sito