Esiste un’indagine che per forza e intensità possa superare quella dedicata a una riflessione sull’identità, individuale o collettiva? Avvertiamo quante e quali energie personali investiamo all’interno di quest’attività, persino quotidiana, in un continuo, e a volte inconscio, corpo a corpo con l’altro e con noi stessi? Dentro questa serie di micro e macro eventi si svolge buona parte della nostra esistenza, dentro questo complesso mondo di cause ed effetti si concretizza la nostra vita collettiva.
Una fotografia sembra raccogliere e testimoniare al suo interno questi interrogativi: un’opera dal titolo On the time line. In questa immagine il cortocircuito che si instaura tra la nostra e l’altrui soggettività appare nella sua evidente complessità. La troviamo all’ingresso di una delle due sale espositive che il MACRO di Roma dedica a Gea Casolaro in occasione di una sua ampia personale curata da Claudio Crescentini e intitolata Con lo sguardo dell’altro.
Nell’immagine una donna ritratta di spalle (l’autrice stessa) osserva il dipinto di René Magritte La reproduction interdite, del 1937. Nel quadro in questione una persona è raffigurata, anch’essa di spalle, mentre si guarda in uno specchio che, però, non ne riflette il volto ma solo la sua figura e sempre di schiena. Non solo: in quest’opera si nota la copertina di un libro di Edgar Allan Poe dal titolo Le avventure di Gordon Pym. Il romanzo racconta l’avventura di un individuo che si spinge fino ai limiti del mondo, con un finale che non ha una conclusione e nel quale il protagonista ha una visione enigmatica della realtà che lo circonda, tra l’immaginario e il reale.
In Sharing Gazes, un progetto fotografico realizzato insieme a un gruppo di studenti della School of Fine Arts di Addis Abeba, l’autrice non solo promuove la ricerca all’interno di evidenti contrasti fra passato e presente nella città etiope, ma cerca attraverso la pluralità degli sguardi l’interazione tra diversi punti di vista. E non è un caso se la presentazione di questo progetto collettivo viene realizzata attraverso la compresenza di immagini di autori diversi.
Matura in questa complessa e proficua ambiguità la ricerca di Gea Casolaro, la quale cerca soluzioni di reciprocità, di relazione con l’altro e con gli ambienti che di volta in volta si trova a percorrere, come avviene nella serie Still here. Qui è la stessa Casolaro a confrontarsi con una nuova e sconosciuta città dove ha deciso di vivere: Parigi. Della metropoli francese si costruisce un immaginario, interiorizzandola con lunghe passeggiate, ma anche grazie agli sguardi di altri autori mediante la visione di centinaia di film realizzati nella capitale francese. Attraverso questo sistema restituisce una visione personale grazie a immagini in cui inserisce frame selezionati dagli stessi film. Dunque, ripercorre, fotografa e fa propri gli stessi luoghi della città dove queste opere filmiche sono state realizzate.
Nelle sale Project Room #1 e #2 e nella biblioteca del MACRO, sono esposti una serie di lavori, anche video: da South a Ricordando Rousseau a Doppio sguardo, solo per citarne alcuni. Si legge in una delle opere-manifesto esposte per l’occasione: “A cosa starà pensando la persona accanto a te?”. All’interno di questa domanda potremmo materializzare gli incontri e gli scontri collettivi tra differenti soggettività o, necessità tutta interiore, quella di esplorare la propria identità.
© CultFrame – Punto di Svista 05/2017
INFORMAZIONI
Mostra: Gea Casolaro – Con lo sguardo dell’altro / A cura di Claudio Crescentini / In collaborazione con The Gallery Apart
Dal 7 aprile all’11 giugno 2017
MACRO / via Nizza 138, Roma / Info: 060608 – www.museomacro.org
Orario: martedì – domenica 10.30 – 19.30 / chiuso lunedì
Ingresso: Intero: € 10,00 / Ridotto: € 8,00
SUL WEB
MACRO
The Gallery Apart, Roma