Quanto costa la fatica di vivere? Spesso un prezzo troppo alto e, talvolta, quello che nessuno mai dovrebbe pagare. Eppure nella contemporaneità divorata dalla crisi quel disperato (e disperante) dichiararsi “disposti a tutto” si trasforma in una gogna dalla quale sembra sempre più difficile liberarsi.
Vicari affronta un tema tragicamente attuale, quello della mancanza di una stabilità lavorativa, e mette in campo tutto il dolore, la frustrazione e l’umiliazione di chi, giocoforza, deve assoggettarsi al peggio per tirare a campare. Sullo sfondo di una metropoli fredda e indifferente (qui è Roma ma potrebbe essere una città come tante) si muovono personaggi la cui vita, che immaginavano certamente diversa, ruota principalmente intorno ad uno stipendio (basso), guadagnato quasi sempre in nero.
Eli fa la barista, abita lontanissimo dal locale e per arrivare puntuale dietro al banco – cosa che non le riesce quasi mai perché le distanze percorse con i mezzi pubblici si fanno siderali – si alza in piena notte. Ha quattro figli, un marito che sbarca il lunario con lavori saltuari ma una tale e spontanea voglia di vita in grado di suscitare la simpatia e l’affetto di tutti, dai colleghi ai clienti. Al suo capo, però, il carattere di Eli non va tanto a genio e, nonostante la donna si adoperi senza risparmiarsi, non solo non concede nemmeno un giorno di riposo ma ne penalizza i ritardi diminuendole la già modestissima paga.
Eppure lei non demorde, continua a percorrere giorni tutti uguali, a sostenere la fatica che le sta indebolendo il cuore e riesce, addirittura, a non sottrarre amore e attenzione alla sua famiglia e alla sua migliore amica, la cui vita è agli antipodi. L’esistenza di Vale, infatti, è scandita da ritmi peculiari. Ballerina e performer, torna dal lavoro mentre Eli prende il bus per andare a svolgere il suo, non ha una relazione fissa, né un’attività stabile ma sa prendersi cura come una zia affettuosa dei figli della sua compagna d’infanzia quando il marito di Eli non può.
Due esistenze diversissime che Vicari vorrebbe saldare in una comune inquietudine per tracciare, in parallelo, la dolente parabola di una precarietà, non solo professionale, ma intima, personale e ancor più lacerante. Il regista racconta un mondo fatto di sacrifici e di piccoli grandi sforzi mostrando anche l’umana pochezza, la meschinità dei “padroni” e il becero egoismo di chi crede di comprare la dignità per una manciata di euro; eppure, nonostante il crudo realismo al quale punta, il film non riesce completamente ad afferrare la sostanza più amara del vero.
La convincente Isabella Ragonese fa della sua protagonista una donna che lotta, financo contro se stessa, pur di sostentare chi ama ma il suo affannarsi sfiora appena l’arrancare di Vale e il rapporto tra le due amiche, che dovrebbe significare solidarietà e unione, manca di senso e di peso.
Vicari non centra pienamente il bersaglio, lasciando spazi vuoti in una struttura narrativa che sembra reclamare quel collante emotivo/visivo che ne renda al meglio la portata drammatica, e, ci duole dirlo, finendo per smarrirsi dentro qualche cliché (l’attrazione lesbo e la grossolanità esasperata delle donne di periferia) francamente evitabile.
Dal regista di Diaz e de La nave dolce era forse lecito aspettarsi un racconto di maggior potenza che esprimesse, come già fatto in passato, l’ordinaria barbarie del nostro tempo.
© CultFrame 10/2016 – 05/2017
TRAMA
Eli ha quattro figli, un marito disoccupato e un lavoro lontanissimo da casa che la costringe ad una vita massacrante. Vale è una ballerina e performer e si esibisce nei locali notturni. Unite da una profonda amicizia le due donne sembrano, apparentemente, molto diverse. Eppure non sono che facce di una stessa medaglia, due anime alla ricerca di uno spazio di felicità in un’esistenza di sacrifici.
CREDITI
Titolo: Sole, cuore, amore / Regia: Daniele Vicari / Sceneggiatura: Daniele Vicari / Interpreti: Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Eva Grieco, Paola Tiziana Cruciani / Fotografia: Gherardo Gossi / Montaggio: Benni Atria, Alberto Masi / Produzione: Fandango, Rai Cinema / Distribuzione: Koch Media / Italia, 2016 / Durata: 116 minuti
SUL WEB
Filmografia di Daniele Vicari
Festa del Cinema di Roma – Il sito
Koch Media