Gruppo di famiglia in un inferno. Parafrasando il titolo del celebre film di Visconti si potrebbe descrivere sinteticamente Sieranevada, ultima opera del regista rumeno Cristi Puiu, presentata con successo di pubblico e critica al Festival di Cannes 2016. Il neurologo Lary giunge a Bucarest per commemorare insieme agli altri parenti lʼanziano padre a quaranta giorni dalla sua scomparsa. Unʼoccasione, questa, che darà vita a un caos tuttʼaltro che placabile, tanto drammaticamente radicato nel passato quanto, alla fine, tragicamente buffo.
Puiu non ha però alcuna fretta di far deflagrare la falsa armonia che regna fra i personaggi: con pazienza pervicace e sottilmente perversa, il cineasta dissemina tensioni sempre più corpose per preparare lo spettatore alle inattese e sgradevoli rivelazioni finali. Basti pensare al comportamento di Lary, attorno al quale ruota la pellicola: sono ad esempio sufficienti anche soltanto alcune parole azzardate della madre per far sì che dallʼapparente pacatezza del protagonista si sprigionino allʼimprovviso feroci scie di unʼinsofferenza che, a ben vedere, ha da tempo un disperato ‒ e legittimo ‒ bisogno di venire allo scoperto. Ma ecco che, subito dopo, lʼuomo riesce momentaneamente a far dimenticare con qualche battuta le proprie opinabili esternazioni. Un metodo che non potrà durare troppo a lungo.
Ad alimentare ulteriormente il clima teso ci pensano anche le divergenze di natura politica: fra animate discussioni sullʼimportanza del conservatorismo come strumento con cui difendersi dal possibile male del futuro (!), lo spettro gigantesco di Ceauşescu (e, di conseguenza, del comunismo sovietico), lʼ11 settembre e Charlie Hebdo, ci accorgiamo ben presto che qui nessuno ‒ o quasi ‒ sembra avere il privilegio di stare del tutto dalla parte della ragione.
Un materiale a dir poco imponente questo, davanti al quale molti registi avrebbero rischiato di annaspare. Puiu, che insieme a Cristian Mungiu ha avuto il merito di ridare linfa al cinema rumeno, dimostra invece di saper giostrare tale coacervo di tensioni sempre più ingombranti, ad esempio facendo corrispondere con efficacia le drammatiche frustrazioni dei membri della famiglia ad alcuni tragici eventi mondiali vecchi e recentissimi di cui i personaggi discutono: i conflitti ‒ spesso irrisolvibili ‒ dei singoli rimandano perciò a quelli senza fine della Storia.
Per tenere la “situazione” sotto controllo sia da un punto di vista narrativo che stilistico, il regista ha ambientato la pellicola quasi esclusivamente in un asfittico appartamento: a causa della mancanza di spazio si ha talvolta lʼimpressione di osservare dei prigionieri occupati in un beffardo viavai tra i soffocanti corridoi di un modesto labirinto. Inoltre, spesso Puiu incastona i corpi allʼinterno delle anguste geometrie della casa come porte strette e piccole finestre, una scelta che contribuisce a mettere in evidenza lʼatmosfera opprimente del film.
In più, grazie a un interessante uso del piano sequenza, il regista ci permette di percepire con ulteriore potenza il lato oscuro dei personaggi. Scegliendo infatti di riprendere la maggior parte delle discussioni senza alcuno stacco, Puiu fa in modo che lo spettatore si concentri con maggiore attenzione sui volti dei membri della famiglia e carpisca ogni sfumatura delle loro crudeltà, a tratti così grottescamente fuori luogo da riuscire a suscitare qualche (amara) risata.
Infine, attraverso le insistenti, ridicole sgradevolezze dei personaggi di Sieranevada, il cineasta sembra quasi invitarci severamente a riflettere sulla capacità degli uomini di contribuire allʼassurda, incalcolabile ferocia dellʼesistenza. Unʼabilità, questa, che sembra farsi sempre più vistosa.
© CultFrame 06/2017
TRAMA
Nel gennaio del 2015, pochi giorni dopo lʼattentato alla sede di Charlie Hebdo, Lary, un neurologo di successo, raggiunge Bucarest per commemorare con il resto della famiglia la morte del padre, avvenuta quaranta giorni prima. Tutto è pronto per la messa in onore del defunto nellʼappartamento dellʼanziana madre, ma, a causa di vecchi dissapori, le cose prendono progressivamente unʼinaspettata piega.
CREDITI
Titolo: Sieranevada / Regia: Cristi Puiu / Sceneggiatura: Cristi Puiu / Montaggio: Alexander Akoka / Fotografia: Barbu Balasoiu / Scenografia: Cristina Barbu, Adnan Besirovic / Supervisione musicale: Jean‒Paul Bernard / Interpreti: Mimi Branescu, Judith State, Bodgan Dumitrache, Dana Dogaru, Sorin Medeleni, Ana Ciontea, Rolando Matsangos / Produzione: Oana Giurgiu, Anca Puiu / Paese: Francia, Romania, Bosnia‒Herzegovina, 2016 / Distribuzione: Parthenos / Durata: 173 minuti.