La nostra rubrica vorrebbe avere come obiettivo quello di diseppellire pellicole che per i più diversi motivi possano destare l’attenzione degli spettatori e soprattutto dei cinefili. Al di là, ovviamente, del loro valore intrinseco. Nel caso di Kill! i motivi di interesse sono tanti. Prima di tutto dietro la macchina da presa troviamo uno scrittore francese, Romain Gary, di origini ebraico-lituane, che ha vinto molti premi letterari in patria e ha realizzato parecchi romanzi da cui sono stati tratti film di successo. Inoltre è stato stato un eroe della resistenza francese durante l’ultimo grande conflitto.
Egli stesso ha girato e sceneggiato due film. Il secondo e ultimo è proprio il noir dal titolo Kill!, con un cast veramente strepitoso. La protagonista è la seconda moglie del regista, Jean Seberg, icona della nouvelle vague francese grazie al Fino all’ultimo respiro di Godard, e poi James Mason, Stephen Boyd il Messala di Ben Hur, l’austero Curd Jurgens, uno stuolo di caratteristi del cinema europeo, e in particolare italiano, come Luciano Pigozzi, il “Peter Lorre” nostrano, e persino il bluesman Memphis Slim nella parte di se stesso. E già questo avrebbe potuto dare a Kill! lo status di film di culto, cosa che nel corso degli anni (la pellicola è del 1971) effettivamente è successo. Ma a suo tempo i critici hanno storto il naso. Il cinema di genere non piaceva ai nostri intellettuali.
Gary ha scritto e diretto Kill! espressamente per aiutare sua moglie Jean Seberg a uscire dalla depressione, lavorando in una pellicola internazionale ancora una volta. Depressione dovuta alle accuse che le erano mosse per i presunti rapporti con il movimento delle Pantere Nere. Perciò la pellicola cerca di riscattare il suo personaggio, moglie di un agente che cerca insieme proprio a lei e a un paranoico, ex agente newyorkese, di cui la Seberg è innamorata, di sgominare una pericolosa banda di narcotrafficanti (da qualche parte in Marocco).
Come nel suo film precedente Gli uccelli vanno a morire in Perù, il regista usa stilemi del cinema d’autore per trattare un genere, lì il cinema erotico d’expoitation, qui il poliziesco e il noir. E lo dimostra la cura nella messa in scena e in particolare in Kill! la lunga sequenza finale della sparatoria: psichedelica, girata al rallentatore come se fossimo in un film di Peckinpah, in cui i cattivi esplodono in maniera surreale come in un sogno.
Purtroppo l’aspetto peggiore del film è rappresentato dai dialoghi. La sceneggiatura, dello stesso Gary, mette in bocca ai suoi protagonisti frasi banali rendendo i loro rapporti degni del peggior fotoromanzo. Ma come disse Truffaut: “Un film bisogna saperlo prendere per quello che è e non per quello che non è”. Cosi Kill! a vederlo oggi sembra molto meglio di tante pellicole che escono sui nostri schermi.
Infatti, cinematograficamente parlando, Gary mette in scena una fitta ragnatela di inganni che sembrano usciti da un film hitchcockiano, alla maniera dei lungometraggi degli anni ’70, mescolando generi come lo spionaggio e il poliziesco. Gli inseguimenti, inoltre, sono da antologia, senza crederci troppo. Il politicamente corretto all’epoca non era richiesto, perciò buoni e cattivi si mescolano. Uno dei protagonisti (Stephen Boyd) è uno psicopatico che prima finisce al letto con la moglie dell’agente interpretato da James Mason e poi si mette contro di lui. Alla fine la bella e fragile Jean Seberg esprimerà tutto il suo disagio nel suo rapporto con gli uomini in maniera spudoratamente autobiografica.
Ovviamente la psicoanalisi, anche se in maniera superficiale fa da sfondo a tutta la pellicola. Oserei dire che oggi a forza di cercare l’estrema verità perdiamo di vista l’obiettivo: il divertimento, nel senso greco della parola psixagogia ossia elevare l’anima con qualcosa di estremamente gradevole.
In Francia, il film è stato ampiamente rivalutato. In Italia la pellicola è circolata con un bel po’ di tagli. E la versione che abbiamo visionato pubblicata dalla Sinister, nonostante alcuni inserti in francese, arriva solo a 103 minuti mentre la versione originale era di 113 minuti. Come extra solo una galleria fotografica.
© CultFrame 07/2017
TRAMA
Brett Killian, un ex agente, la cui figlia dodicenne è morta per uso di droga, combatte una guerra personale contro i trafficanti di stupefacenti uccidendo tutti quelli che gli capitano a tiro. Quando Alan Hamilton, del servizio antidroga delle Nazioni Unite, giunge in Marocco con l’incarico di sventare la spedizione di un’ingentissima quantità di eroina, Brett gli sequestra la moglie, Emily, rivelandole che il marito lavora in realtà per i trafficanti, e che il carico di droga per cui egli è venuto in Marocco è un’esca che lo stesso Brett gli ha preparato per prenderlo in trappola.
CREDITI
Titolo originale: Kill! / Regia: Romain Gary / Sceneggiatura: Romain Gary / Fotografia: Edmond Richard / Montaggio: Roger Dwyre / Scenografia: Enrique Alarcòn / Musica: Berto Pisano / Interpreti: Jean Seberg, James Mason, Stephen Boyd, Curd Jurgens, Mauro Parenti, Carlos Montoya / Produzione: Alexander Salkind / Fra, Ita, Ger, Spain 1971 / Durata: 113 minuti (103 min. DVD)
SUL WEB
Filmografia di Romain Gary