Napoli e il sole. Napoli e il mare. Napoli e la pizza. Napoli e Scampia. Napoli e la camorra. Potremmo continuare all’infinito a ricordare gli stereotipi che circolano nel mondo sulla metropoli campana. E non basterebbe, certo, lo spazio di un articolo per elencarli tutti.
Il tema della criminalità organizzata, e della camorra in particolare, ha poi conquistato negli ultimi anni gli spazi della serialità televisiva e del cinema con prodotti anche di discreta qualità creativa (ma non sempre). Ma allora, come è possibile salvarsi dall’edificazione dell’ennesimo luogo comune visuale-narrativo, se il soggetto del film che deve essere realizzato è proprio il binomio Napoli-Camorra?
L’idea forse più ardita e acuta l’hanno avuta i Manetti Bros., i quali con Ammore e malavita hanno girato un lungometraggio che con chiarezza evita accuratamente di giocare la carta del presunto realismo filmico. Con Ammore e malavita ci troviamo nel territorio del musical, con tutto ciò che riguarda l’architettura dei codici di questo genere cinematografico che poco ha a che fare con il concetto, già discutibile, di realtà. Ma ai Manetti non è bastato. Hanno deciso giustamente di spingere l’acceleratore nel tentativo di collocare il film nel campo della parodia caricaturale (non banale, ovviamente). E, dobbiamo dire, che ci sono riusciti perfettamente.
Ma attenzione, Ammore e malavita non è solo una presa in giro di un universo che riempie con le sue orrende gesta le pagine di cronaca dei giornali italiani. Si tratta di un testo audiovisivo più articolato di quanto si possa pensare. Il ritratto di Napoli, infatti, è allo stesso tempo disperato e pieno di amore, grottesco e serio, paradossale e vicino alla verità delle cose, assurdo e quasi realistico. Tutto è contraddizione in Ammore e malavita, tutto è doppio, tutto è allo stesso tempo bello e osceno, attraente e nauseabondo, delicato ed estremo.
Per tale motivo non è possibile collocare l’opera dei Manetti Bros. neanche nell’ambito del cosiddetto “crime-mafia movie”. Si tratta di un film sui sentimenti e sul dolore, sull’amore e sulla sofferenza, sulla realtà e sulla sua trasfigurazione artistica. E se Ammore e malavita non può essere definito un capolavoro (e, infatti, non lo è e non lo vuole essere), può essere però considerato un film sincero e caratterizzato da alcuni tratti estremamente brillanti.
La sequenza iniziale del tour turistico-camorristico a Scampia, quella finale sui napoletani espiantati dalla loro città, il “face to face” conclusivo tra i due killer “fratelli” che si trovano uno contro l’altro, quella del cantante neomelodico che si esibisce seduto su un trono fatto di giganteschi peperoncini, nonché quella del morto ammazzato che canta dentro la sua bara, permettono al lungometraggio dei Manetti di tirarsi fuori dalla prevedibile modestia di alcuni dei prodotti audiovisivi che affrontano lo stesso argomento e di posizionarsi sul piano di una dilatazione espressiva coraggiosa ed efficace.
Perfettamente appropriati tutti i protagonisti del film, ognuno in grado di delineare con ricchezza di sfumature i loro ruoli. Una nota di merito all’attrice romana Claudia Gerini, nella parte della moglie del boss detto “o re d’o pesce”, che si è ritrovata a dover gestire (in lingua napoletana) un ruolo fortemente caricaturale, per nulla facile.
© CultFrame 09/2017
TRAMA
“O re d’o pesce” è uno dei boss più potenti della camorra napoletana. A proteggere lui e sua moglie non ci sono solo gli uomini del clan ma anche due guardie del corpo, addestrate fin dall’infanzia per questo ruolo, molto temute. Un giorno, però, uno dei due guardia spalle del boss ritroverà la sua innamorata dell’adolescenza e le cose cambieranno per tutti.
CREDITI
Titolo: Ammore e malavita / Regia: Manetti Bros. / Sceneggiatura: Michelangelo La Neve, Manetti Bros. / Fotografia: Francesca Amitrano / Montaggio: Federico Maria Maneschi / Scenografia: Noemi Marchica / Daniela Salernitano / Musica: Pivio & Aldo de Scalzi / Interpreti: Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso / Produzione: Madeleine, Manetti Bros. Film, Rai Cinema / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Italia, 2017 / Durata: 133 minuti
SUL WEB
Filmografia di Marco Manetti
Filmografia di Antonio Manetti
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito
01 Distribution