Il primo lungometraggio di Villeneuve, Un 32 août sur terre, risale al 1998, ma è soltanto nel 2010, con lo struggente La donna che canta, che il regista canadese riesce a imporsi allʼattenzione di pubblico e critica. Negli ultimi due anni la sua popolarità è ulteriormente aumentata: dopo lʼacclamato Sicario (2015), il cineasta gira il fantascientifico Arrival (2016), che riceve ben otto nomination agli Oscar. Villeneuve, insomma, è ormai consapevole di essere diventato “qualcuno”, tanto da non temere di tornare al cinema con un progetto a dir poco ambizioso, Blade Runner 2049, sequel del celeberrimo capolavoro di Ridley Scott. Una scelta, questa, che rischia di risultare pretenziosa. Tuttavia, in alcuni film ‒ uno su tutti Enemy, del 2013 ‒ Villeneuve ha dimostrato di essere abbastanza visionario da potersi “permettere” di ampliare la storia di uno dei capisaldi del cinema di fantascienza: ci troviamo sempre in una distopica Los Angeles, ma nel 2049, trentʼanni dopo le vicende narrate nel cult del 1982. Al posto del blade runner Harrison Ford abbiamo lʼaltrettanto affascinante Ryan Gosling, nella parte dellʼagente K, un sofisticato replicante di ultima generazione che ha il compito di cacciare i modelli NEXUS, ovvero i vecchi replicanti. I pericoli di questa professione piuttosto sui generis si faranno più tangibili nel momento il cui il protagonista sarà costretto ad affrontare una serie di imprevisti…
Per quanto non manchino le novità dal punto di vista narrativo rispetto alla pellicola di Scott, Villeneuve non esita a richiamarne le indimenticabili atmosfere, come appare evidente soprattutto nei numerosi campi lunghissimi che racchiudono vaste porzioni di questa iper-futuristica Los Angeles. Inoltre, similmente a quella immortalata da Scott, anche la megalopoli del sequel vive di abbacinanti dicotomie: basti pensare al contrasto tra la cupezza dei vertiginosi grattacieli e la stordente luminosità delle pubblicità che invadono le strade, dei giganteschi ologrammi di donne e prostitute che si impongono fra i passanti. Visioni, queste, a momenti così seducenti da farci quasi desiderare di essere in quel 2049 per vederle direttamente coi nostri occhi. Ma è sufficiente qualche primo piano sardonicamente malinconico dellʼagente K per tornare alla più cruda realtà, per ricordarci ulteriormente di quanto, al di là dei facili abbagli, questa incredibile città sia un incubo frutto dei (minacciosi) progressi di una tecnologia che, ormai, ha preso il sopravvento sullʼuomo.
Gli esseri umani ‒ e i replicanti ‒ si configurano perciò come ostaggi di una distopia inossidabile, un aspetto questo che Villeneuve mette in evidenza soprattutto attraverso i campi lunghi, allʼinterno dei quali molti personaggi, a partire dal protagonista, sembrano talvolta venire schiacciati dallʼaura desolante di alcuni ambienti tanto suggestivi quanto post-apocalittici (notevole, a tal proposito, la sequenza in cui lʼagente K si aggira quasi stordito fra delle enormi sculture femminili in una sorta di deserto dai toni arancio). Come se, alla fine, anche i veri esseri umani, estenuati da questo universo drammaticamente futuristico, fossero diventati dei replicanti.
Grazie, dunque, anche al contributo del direttore della fotografia Roger Deakins, che spazia con agilità fra momenti di assoluta cupezza e scene dai colori psichedelici, non mancano immagini di grande impatto visivo, capaci, in alcuni casi, di evocare tutti gli “effetti collaterali” di questo mondo così rigidamente organizzato. Una serie di sequenze che, però, a ben vedere, non fanno di questo seguito di Blade Runner unʼopera autenticamente visionaria. Molti effetti speciali, infatti, tolgono non poca personalità al film: le riprese dall’alto in cui vediamo sfrecciare alcune navicelle sopra la città, ad esempio, potrebbero trovarsi in qualunque (enfatico) film di fantascienza hollywoodiano. La qualità cala ulteriormente nelle (talvolta estenuanti) scene dʼazione, che non sfigurerebbero in un nuovo, tristissimo blockbuster americano ad alto tasso adrenalinico. E quando, verso il finale, si impone un irritante sentimentalismo, lʼaura futuristica di cui lʼopera è impregnata si fa stucchevole, perfetta per un esoso spot pubblicitario, magari di qualche prodotto di lusso. Non va meglio nemmeno per le musiche, il cui ritmo banalmente minaccioso asseconda molte di queste tronfie visioni, e neanche per gli attori, ben lontani dal carisma dei personaggi della pellicola di Scott.
Ci troviamo di fronte a una vacua magnificenza visiva, a una storia sprovvista di quel mistero che aveva contribuito al fascino di Blade Runner: perché, infatti, rendere per forza tutto chiaro, quando la fantascienza, specialmente quella “dʼautore”, può permettersi il lusso di non spiegare ogni minima cosa?
Proprio come gli ingannevoli ologrammi e le pubblicità pericolosamente luccicanti di questa Los Angeles, il film di Villeneuve non illumina realmente, bensì si limita ad abbagliare, a stupire in maniera compiaciuta. E così, ancora una volta, abbiamo la prova di come il regista canadese, per quanto non privo di talento, manchi di uno stile davvero personale. Curioso che al cineasta siano serviti tutti questi sofisticati mezzi ed effetti speciali per dimostrarlo.
© CultFrame 10/2017
TRAMA
Anno 2049, Los Angeles. I replicanti, un tempo utilizzati come forza lavoro nelle colonie extra-terrestri, sono stati ormai inseriti nella società: la loro vita meccanica si è infatti rivelata necessaria ai fini della sopravvivenza del genere umano. L’agente K, sofisticato replicante di ultima generazione, ha il compito di cacciare i modelli NEXUS, ovvero i vecchi replicanti. Unʼinaspettata scoperta gli aprirà un nuovo mondo nuovo che cambierà la sua vita.
CREDITI
Titolo: Blade Runner 2049 / Titolo originale: id. / Regia: Denis Villeneuve / Sceneggiatura: Hampton Fencher, Michael Green, basato sul romanzo ” di Philip K. Dick / Montaggio: Joe Walker / Fotografia: Roger Deakins / Scenografia: Alessandra Querzola / Costumi: Renée April / Musiche: Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch / Interpreti: Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Robin Wright, Mackenzie Davis, Carla Juri, Lennie James, Dave Bautista, Jared Leto / Produzione: Alcon Entertainment, Columbia Pictures, Scott Free Productions, Torridon Films, 16:14 Entertainment, Thunderbird Entertainment / Distribuzione: Warner Bros. Pictures, Sony Pictures / Stati Uniti, 2017 / Durata: 163 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve
Filmografia di Denis Villeneuve
Warner Bros. Pictures / Sony Pictures