Dopo aver vinto il Pardo d’oro alla 70a edizione del Festival di Locarno, un’ennesima consacrazione per un autore cinquantenne la cui opera è uno dei riferimenti principali del così detto ‘cinema del reale’ contemporaneo, l’ultimo film di Wang Bing ha iniziato a girare i festival internazionali (da Toronto, a Rotterdam, a Doclisboa) ma forse non troverà una forma di distribuzione ufficiale nel nostro paese.
Infatti, Mrs. Fang è un film in fondo semplice e di una durata standard – a differenza di molte delle imprese cinematografiche del regista –, che però difficilmente avrà una uscita nelle nostre sale sia per il suo tema centrale, la morte, sia per la forma all’apparenza dimessa in cui è realizzato. Eppure, si tratta di un capitolo nuovo del tutto coerente con l’eticamente e formalmente rigorosissimo fare cinema di Wang Bing, che da anni esplora le vite ai margini, geografici e sociali, della Cina oggi.
In questo caso, Mrs. Fang mostra gli ultimi giorni di vita di Fang Xiuying, la cui famiglia il regista aveva conosciuto attraverso la figlia durante la lavorazione di Bitter Money (2016), ricevendone il benestare per filmare la malattia dell’anziana. A quel periodo appartengono le immagini che vediamo nell’incipit del film, con la donna già sofferente benché in miglior salute rispetto al seguito, mentre le riprese successive risalgono a nove mesi dopo, quando l’autore ha avuto modo di tornare nel villaggio della signora Fang trovandola oramai ridotta a letto, sveglia ma in stato quasi comatoso.
Dopo le prime sequenze, è il volto della malata terminale in primo piano a riempire tutta l’inquadratura, fissa ma realizzata a mano. La distanza della camera, più e meno ravvicinata alla donna, appare sempre quella giusta per la perizia della composizione di ogni quadro. Nel prosieguo del film prende poi sempre più spazio il coro dei parenti della donna che le stanno intorno nella piccola stanza dove lei giace a letto. La sua famiglia, con la televisione sempre accesa, continua a vivere pur nell’attesa che il destino dell’anziana si compia. Wang Bing registra rumori, conversazioni, movimenti che non hanno nulla del riserbo tradizionalmente associato alla morte in Occidente. Lo sguardo del regista si discosta comunque via via più lontano dal letto di morte.
Infine, nella seconda parte del film e nella sua sequenza finale, la camera esce dalla casa accompagnando il cognato di Mrs. Fang e altri pescatori del luogo, seguendo le loro occupazioni quotidiane. Pur nella continuità tra vita e morte, la morte sembra anche qui prevalere come cifra e lente da cui guardare al mondo, a differenza di altri film sulla malattia come per esempio il vivacissimo Vivere (2016) di Judith Abitbol che documenta nel corso di alcuni anni lo spegnersi progressivo di un’altra donna malata di Alzheimer. Le sequenze girate in esterni da Wang Bing introducono anzi un elemento mortifero ulteriore, e un discorso più politico, relativo alla sterilità dell’ambiente circostante: come ha dichiarato il regista, quella regione era un tempo fertile e pescosa ma, lo si intuisce nel film, i piccoli pescatori sono costretti a sortite notturne clandestine o alla “pesca elettrica” di frodo e non li vediamo raccogliere un gran bottino.
Come spesso accade nelle opere di Wang Bing, una storia privata si estende così a un’esplorazione geografica del suo paese e a un’indagine antropologica del suo popolo, in buona parte immiserito dalla modernità forzata che ha sconquassato la Cina degli ultimi decenni. Una storia semplice, si diceva all’inizio, in cui la precarietà dell’esistenza e le contradizioni dello sviluppo cinese sono i due assi portanti un racconto cinematografico tutt’altro che banale.
© CultFrame 10/2017
TRAMA
Fang Xiuying ha sessantasette anni, è malata d’Alzheimer e costretta a letto. Sta morendo, e la sua famiglia non può far altro che attendere la sua fine.
CREDITI
Titolo: Mrs. Fang / Regia: Wang Bing / Sceneggiatura: Wang Bing / Fotografia: Bihan Ding, Shan Xiaohui Wang Bing / Montaggio: Dominique Auvray, Wang Bing / Interpreti: Fang Xiuying e i suoi famigliari / Produzione: All Ways Pictures, documenta 14, Idéale Audience, Wil Productions / Hong Kong, Francia, Germania, 2017 / Durata: 86 minuti
SUL WEB
Filmografia di Wang Bing
15° Doclisboa. Programma. di Claudio Panella e Silvia Nugara
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