Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Un film di Martin McDonagh

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Martin McDonaghAbbiamo smesso di contare i film sulla provincia americana popolata di mostri, derelitti, pervertiti e dementi che abbiamo potuto vedere nel corso degli ultimi decenni. Si tratta di un vero e proprio cliché che si ripete inesorabile stagione dopo stagione e che si ripropone di tanto in tanto con qualche piccolo mutamento. Solo, in alcuni casi, e cioè quando mettono le mani su questa materia trita e ritrita autori come Joel e Ethan Coen e David Lynch sembra poter succedere qualcosa di nuovo, di imprevedibile.

Questa volta dietro la macchina da presa si trova Martin McDonagh e i risultati riguardo prevedibilità e banalità del film di cui stiamo parlando, Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri) sono più che evidenti. Ci troviamo dalle parti di Ebbing (Missouri), appunto, la solita inutile cittadina americana dotata di un inutile Dipartimento di Polizia, di un inutile pub dove si beve birra e di un inutile negozietto di inutili souvenir. Già ciò basterebbe a distruggere la resistenza di un bisonte, ma noi non ci siamo “intimoriti” e abbiamo scelto, con coraggio, di vedere tutto il film. Alienazione, depressione economico-sociale, solitudine, emarginazione, violenza, un po’ di follia, qualche casa di campagna con i cavalli e gente rozza caratterizzata da idee razziste e omofobe. Già visto. Già fatto.

Perno della vicenda è Mildred, una donna non proprio delicata (interpretata da Frances McDormand) che non riesce ad accettare la perdita della giovane figlia, quest’ultima violentata e uccisa in modo tremendo. Mildred sfoga la sua rabbia contro la Polizia (incapace di identificare l’assassino) e si caccia nei guai, anche se miracolosamente non le succede mai niente. Anche quando distrugge la Stazione di polizia con bombe molotov e quasi uccide un ex poliziotto rischiando di farlo morire bruciato, non le capita nulla. Anzi, il malcapitato che sta per finire la sua vita avvolto dalle fiamme subito dopo l’evento diviene anche un suo “alleato/amico”.

Martin McDonagh

L’aspetto più problematico di questo lungometraggio è in ogni caso l’architettura dei dialoghi. Si tratta di un continuo susseguirsi di battutine fulminanti studiate a tavolino: una dietro l’altra, riferite sempre nello stesso modo, con lo stesso ritmo e nelle medesime situazioni. Anche nei contesti più drammatici e ripugnanti, i personaggi non fanno altro che “ironizzare” (ma questo verbo forse è sprecato), cercando di fare a gara a chi effettua le affermazioni più taglienti e sagaci.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri si consuma dentro questo ping pong di parole e paroline, il tutto sostenuto da una scenografia ambientale di rara ovvietà. Peccato: il brano iniziale sembrava far presagire un film interessante. Campagne nebbiose, paesaggi sospesi, un nulla incombente che domina ogni inquadratura; alcuni cartelloni pubblicitari abbandonati alludono a un mondo in disfacimento, denso di angoscia.

Alla conclusione di questo incipit abbiamo, però, capito che si trattava di una sequenza assolutamente didascalica e semplicistica che annunciava con chiarezza, questo è doveroso affermarlo, la convenzionalità dell’intero prodotto cinematografico in questione.

© CultFrame 09/2017 – 01/2018

TRAMA
Mildred vive in una casa di campagna vicino a Ebbing insieme al figlio. Il marito l’ha lasciata per una ragazza di diciannove anni, mentre l’altra figlia è stata brutalmente assassinata alcuni mesi prima. La donna, che lavora in un negozietto di souvenir, cova una rabbia feroce nei confronti della Polizia locale, quest’ultima accusata di non fare nulla per arrestare l’autore del delitto.


CREDITI

Titolo: Three Billboards Outside Ebbing, Missouri / Titolo italiano: Tre manifesti a Ebbing, Missouri / Sceneggiatura: Martin McDonagh / Fotografia: Ben Davis / Montaggio: Jon Gregory / Musica: Carter Burwell / Interpreti: Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, John Hawkes, Peter Dinklage / Produzione: Blueprint Pictures / Distribuzione: Twentieth Century Fox Italy / Paese: Gran Bretagna, 2017 / Durata: 112 minuti

SUL WEB
Filmografia di Martin McDonagh
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito
Twentieth Century Fox Italy

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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