Don’t Worry, He Won’t Get Far On Foot. Un film di Gus Van Sant. 68° Berlinale. Concorso

SCRITTO DA
Claudio Panella

Gus Van SantProdotto da Amazon, ma con uscite in sala previste in tutto il mondo, e presentato prima al Sundance poi in Concorso alla Berlinale 2018, Don’t Worry, He Won’t Get Far On Foot è sostanzialmente un biopic sulla vita del fumettista John Callahan (1951-2010), che ha iniziato la sua carriera di disegnatore una volta ritrovatosi paralizzato in seguito a un incidente automobilistico, dovuto all’ubriachezza sua e dell’amico che era alla guida.

Cahallan era di Portland, città adottiva del regista che lo vedeva spesso sfrecciare per la strada a tutta velocità sulla sua sedia a rotelle motorizzata e poi lo conobbe e intervistò a lungo quando iniziò a pensare di trarre un film dalla sua autobiografia, un progetto propostogli da Robin Williams che ne aveva opzionato i diritti all’inizio degli anni Novanta: non incoraggiato dagli studios, passato del tempo, scomparso l’attore, al suo post c’è oggi Joaquin Phoenix, più di vent’anni dopo una delle sue prime apparizioni importanti sul grande schermo in Da morire (1995) con la regia di Gus Van Sant che diresse anche il fratello River in Belli e dannati (1991).

Sulla falsariga di pellicole quali Will Hunting. Genio ribelle (1997), più che non di Elephant (2003) o Paranoid Park (2007), Don’t Worry, He Won’t Get Far On Foot è un film edificante e divertente che non sembra possibile ci abbia messo tanto tempo a trovare finanziatori: la parabola di Callahan è infatti esemplare, essendosi egli saputo conquistare il proprio riscatto da anni di alcolismo grazie a una vena da fumettista scoperta quando era oramai gravemente disabile, riuscendo a disegnare solo stringendo la penna con entrambe le mani; inoltre, la propensione al bere cui egli cedette per anni anche dopo l’incidente e l’umorismo poco politically correct delle sue vignette si prestavano a ritrarre il personaggio con un tasso di retorica non troppo sovrabbondante.

Gus Van SantDal punto di vista narrativo Gus Van Sant – anche autore della sceneggiatura, del montaggio e di un cameo – dosa infatti attentamente ironia e compassione per il protagonista, ricostruendone soprattutto la lotta contro l’alcolismo e la rielaborazione di un’infanzia trascorsa in istituti di suore e famiglie adottive dopo che la madre decise di abbandonarlo. Il regista fa però ciò alla sua maniera, integrando nella vicenda una serie di elementi cari al suo stesso cinema: in primo e in secondo piano, appaiono nel film diversi personaggi di omossessuali a segnare una presenza reale nella società che viene spesso cancellata dal mondo mainstream; non mancano poi di entrare in scena dei giovani skater… e Van Sant si toglie qualche soddisfazione arruolando nel cast non solo coprotagonisti di lusso come Jonah Hill e Rooney Mara, che incarna per somma diversi personaggi femminili importanti per Callahan, ma anche Udo Kier, Kim Gordon dei Sonic Youth, già interprete per lo stesso regista in Last Days (2005) e a cui regala la sequenza d’apertura, Beth Ditto frontwomen dei Gossip, qui quasi all’esordio da attrice, e un travolgente Jack Black

Se la narrazione procede per avanti e indietro temporali con una struttura originale ma abbastanza classica, la regia di Van Sant è vivacizzata da alcune sequenze in split screen che ricordano le strisce del fumetto e soprattutto dai disegni del protagonista che in alcuni casi si animano. D’altronde, Callahan lavorò anche ad alcune serie televisive animate.

Da segnalare infine la fotografia di Christopher Blauvelt, sodale di Kelly Reichardt oltre che di molto cinema d’autore americano, e la colonna sonora di Danny Elfman che si apre con ritmi jazz e sui titoli di coda lascia spazio alla canzone Texas when you go scritta dallo stesso Callahan, che fu anche autore di un album musicale a cui collaborò perfino Tom Waits. Chissà che non si riparli del film di Van Sant agli Oscar 2019.

© CultFrame 02/2018

TRAMA
All’età di ventun anni, dopo un incidente causato dall’ubriachezza sua e di un suo compagno di bevute che era alla guida, John Callahan si ritrova paralizzato e costretto a muoversi solo grazie a una carrozzina a motore. Ciononostante, riuscirà a intraprendere una carriera di disegnatore satirico.

CREDITI
Titolo: Don’t Worry, He Won’t Get Far On Foot / Regia: Gus Van Sant / Sceneggiatura: Gus Van Sant da un soggetto di Gus Van Sant, Jack Gibson e William Andrew Eatman a partire dal libro omonimo di John Callahan / Fotografia: Christopher Blauvelt / Montaggio: Gus Van Sant e David Marks / Musica: Danny Elfman / Interpreti: Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara, Jack Black, Carrie Brownstein, Beth Ditto, Udo Kier, Kim Gordon / Produzione: Amazon Studios, Film Nation, Iconoclast, Anonymous Content Production / USA, 2018 / Distribuzione: Adler / Durata: 113 minuti

SUL WEB
Filmografia di Gus Van Sant
CULTFRAME. Berlinale 2018 – Il programma
Berlinale – Il sito

 

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Claudio Panella

Claudio Panella, Dottore di ricerca in Letterature e Culture Comparate, si interessa in modo particolare alle interazioni tra la letteratura e le arti, alle trasfigurazioni letterarie del paesaggio e della città, alle rappresentazioni del lavoro industriale e post-industriale nella letteratura italiana ed europea. Attualmente è redattore di Punto di Svista - Arti Visive in Italia e CultFrame - Arti Visive.

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