Eutanasia di un genere cinematografico, il Western. Stiamo parlando di Hostiles – ostili, un film diretto da Scott Cooper. Non che questo lungometraggio possa apparire disdicevole sotto il profilo formale e/o registico. Non è questo certamente il punto. Anzi, Hostiles – Ostili è un prodotto industriale decisamente ben confezionato, pronto per essere divorato dal grande pubblico (anche se ci domandiamo se potrà avere successo nel nostro Paese).
Il fatto è che questo ennesimo lavoro sull’epopea tragica della formazione politico-sociale-istituzionale dei moderni Stati Uniti d’America si risolve (in quest’occasione) in un’opera che non possiamo altro che definire prevedibile, tutta lastricata di buoni sentimenti, di onore (d’altri tempi) e di sensi di colpa decisamente tardivi, storicamente parlando.
Ma aggiungiamo qualche altra riflessione. Gli echi dei grandi capolavori del genere (uno tra tutti Sentieri selvaggi di John Ford) sono evidentissimi, così come taluni stilemi e stereotipi che abbiamo ampiamente metabolizzato lungo il corso del Novecento cinematografico. I temi del viaggio, quello del riscatto individuale e della presa di coscienza dell’orrore della sopraffazione dell’essere umano sull’essere umano, sono abilmente cuciti in una trama che lo spettatore conosce oramai a memoria. Non un guizzo narrativo, una sorpresa, un elemento innovativo nel racconto.
A chiudere una storia che più scontata non si può, una conclusione veramente insopportabile che prefigura una sorta di ritorno a un agognato equilibrio umano basato su una svolta sentimentale che si intuisce già, circa, a metà dello sviluppo della vicenda. Ma come si sa, per non deludere il pubblico (americano, ma non solo) ci vuole sempre se non proprio un lieto fine almeno un’apertura verso una possibile speranza.
Proprio per i motivi appena elencati, lo sforzo di carattere estetico, formale e registico messo in atto da Scott Cooper non ottiene alcun esito veramente positivo. Le straordinarie inquadrature dei paesaggi americani, le immagini di una natura distante ed estranea alla violenza demenziale del genere umano, non riescono a sostenere una vicenda che si consuma inesorabilmente nella sua stantia ovvietà.
A sostenere i due ruoli principali sono stati chiamati Christian Bale e Rosamund Pike. Il primo perfettamente calato nel suo ruolo e in grado di fornire un’interpretazione più che credibile, la seconda ingabbiata, invece, in un’immagine rigida (nella sua estrema delicatezza) e sempre uguale a se stessa e soprattutto in notevoli difficoltà in tutte le scene particolarmente drammatiche.
© CultFrame 10/2017 – 03/2018
Film presentato alla 12ª edizione della Festa del Cinema di Roma
TRAMA
1892. Il Capitano dell’esercito degli Stati Uniti d’America Joseph J. Blocker riceve dal suo comandante un ordine molto difficile da eseguire: scortare un capo indiano molto malato (e la sua famiglia) dalla prigione in cui è detenuto fino al territorio della sua nascita: il Montana. Il Presidente degli USA ha infatti firmato un provvedimento di clemenza nei riguardi del Capo indiano a causa delle sue condizioni di salute. Blocker alla fine accetterà di riportare l’uomo nel suo territorio ma si tratterà di un viaggio pericolosissimo, quasi senza fine. Lungo il tragitto accadranno innumerevoli tragici eventi.
CREDITI
Titolo: Hostiles – ostili / Titolo originale: Hostiles / Regia: Scott Cooper / Sceneggiatura: Scott Cooper, Donald Stewart / Fotografia: Masanobu Takayanagi / Montaggio: Tom Cross / Sdcenografia: Donald Graham Burt / Musiche: Max Richter / Interpreti: Christian Bale, Rosamund Pike, Wes Studi, Ben Foster / Produzione: Waypoint Entertainment / Distribuzione: Notorious Pictures / Origine: USA / Anno: 2017 / Durata: 127 min.
SUL WEB
Filmografia di Scott Cooper
Notorious Pictures
Festa del Cinema di Roma 2017