La serie di opere recenti realizzate dal regista ottantasettenne Frederick Wiseman si presenta di film in film sempre più chiaramente come un progetto di analisi sistematica delle strutture e delle modalità di funzionamento della democrazia americana. In tal senso, è possibile considerare un manifesto in più tappe la quadrilogia composta da At Berkeley (2013), National Gallery (2014), In Jackson Heights (2015) con il nuovo capitolo, Ex Libris: The New York Public Library: ciascuna opera ha il suo ‘colore’, le sue peculiarità, e a seconda degli accadimenti filmati dal documentarista o delle persone che vi compaiono può comunicare accenti di denuncia delle storture della società statunitense meno dichiarati o più espliciti (come per l’accusa alla gentrification che In Jackson Heights è tanto documentata quanto vibrante); ma in tutti i film si mostrano con precisione meticolosa le procedure ‘virtuose’ di compartecipazione tra pubblico e privati che possono garantire risultati altrimenti irraggiungibili dal solo Stato.
Tale sistema non è però mai dato una volta per tutte, richiede continue contrattazioni e l’impegno di moltitudini di individui ed enti. La convinzione di Wiseman è evidentemente quella che sia indispensabile conoscere e comunicare la necessità di ogni modello di funzionamento che si è rivelato efficace ma che per ragioni economiche o politiche può essere a rischio. Ogni riferimento all’attuale amministrazione Trump è pertinente e, benché le oltre tre ore di Ex Libris: The New York Public Library siano il frutto di riprese realizzate anche prima delle Presidenziali del 2016, i riferimenti e i dibattiti dedicati alla comunità e alle condizioni dei neri americani che sono disseminati in tutto il film documentano vividamente il delicato clima sociale dell’ultima stagione obamiana, funestata dal riesplodere di violenze che si speravano appartenere a un passato ormai superato.
L’oggetto del film non è quindi solo una biblioteca pubblica, ma una delle istituzioni democratiche per eccellenza, la più democratica tra le istituzioni di un paese che ancora ambisce a presentarsi come la più grande democrazia del mondo. Anche perché la New York Public Library non è solo un edificio imponente della Fifth Avenue e non è solo una biblioteca: infatti, fanno capo a essa ben novantadue divisioni diffuse tra Manhattan, Bronx e Staten Island, dove quotidianamente si svolgono attività educative, ricreative e sociali estremamente varie e tutte testimoniate da Wiseman.
Il film si apre in medias res durante un incontro con Richard Dwakins ed è realizzato nello stile consueto del regista senza alcuna didascalia né interviste ma lasciando che le voci di dipendenti e dirigenti impegnati in riunioni o in dibattiti pubblici raccontino agli spettatori i modi e il senso del luogo. Attraverso questo dispositivo, lo spettatore scopre l’ampio assortimento di professionisti e volontari e i molti ‘lavori culturali’ da loro svolti.
A questo proposito, in coerenza con i suoi intenti ‘civili’, bisogna sottolineare che Wiseman lascia meno spazio di quanto molti specialisti avrebbero desiderato al patrimonio archivistico (si intravedono solo un paio di studiosi intenti a consultare le carte di W.B. Yeats o di Burroughs) o alle preziosità e all’enorme valore delle collezioni (documentali e artistiche) della NYPL di quanto non ne riservi alle ricadute pubbliche e sociali che coinvolgono un numero maggiore di cittadini e di bisognosi: i libri stessi appaiono ‘in scena’ assai meno di quanto ci si possa aspettare, poiché al centro del film vi sono le persone e la trasmissione del sapere che esse praticano. Così da non trascurare i processi, la maniera in cui si fanno le cose, come consigliava il Primo Levi de La chiave a stella citato nell’ultima sequenza del film da Edmund De Waal (durante una delle conferenze riprese da Wiseman con ospiti, tra gli altri, quali Elvis Costello o Patty Smith).
Pur scherzando sull’attuale Presidenza degli Stati Uniti durante la presentazione del film a Venezia – “La biblioteca di Donald Trump? Sarebbe composta unicamente da centomila copie della sua autobiografia” -, Wiseman prosegue in modo molto serio un lavoro che è un ‘servizio’ ma ha anche una compiuta forma artistica basata sulla ripetizione, non sul didascalismo; un lavoro che appare via via più necessario e che sarà una volta tanto visibile anche in Italia grazie alla distribuzione di I Wonder Pictures.
© CultFrame 09/2017 – 04/2018
Film presentato alla 74. Biennale Cinema di Venezia
TRAMA
Il film mostra alcune settimane di attività pubbliche e amministrative della New York Public Library.
CREDITI
Titolo: Ex Libris: The New York Public Library / Regia: Frederick Wiseman / Montaggio: Frederick Wiseman / Fotografia: John Davey / Produzione: Frederick Wiseman / USA, 2017 / Distribuzione: I Wonder Pictures / Durata: 197 minuti
SUL WEB
Filmografia di Frederick Wiseman
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito
I Wonder Pictures