Nella sequenza di apertura di Charley Thompson (Lean on Pete) l’adolescente protagonista calza un paio di scarpe da ginnastica ed esce per una corsa: la sua maratona solitaria in un sobborgo desolato di Portland fa pensare a Gioventù, amore e rabbia (1962) di Tony Richardson, che fu il primo potentissimo ruolo al cinema di quel Tom Courtenay con cui il regista britannico Andrew Haigh ha lavorato in 45 anni (2015). Il personaggio di Charley (Charley Plummer) condivide con quel progenitore l’estrazione sociale estremamente modesta e il desiderio dolente e indomito di trovare un posto nel mondo ma Charley non è un arrabbiato, è piuttosto un giovane tenero e profondamente solo come lo erano anche i protagonisti del primo film di Haigh, il bellissimo Weekend.
La prima parte del film ci presenta l’universo sociale ed emotivo del ragazzo che durante una delle sue corse in solitaria, nel tedio estivo di una cittadina in cui ancora non si è ambientato, scopre un maneggio. Lì incontra Del Montgomery (Steve Buscemi), allevatore di cavalli da corsa e impresario ippico. Del si muove nell’universo dei cavalli quarter, bestie con poca resistenza che corrono su brevi distanze, e il film si immerge in questo sottobosco di gare e scommesse, dove il giro di affari è ridotto rispetto al circuito dei purosangue pur non mancando neanche qui il doping. Del è infatti un manigoldo abbacchiato che si intuisce averne fatte di cotte e di crude. Charley lo aiuta a cambiare una ruota del camion e finisce per diventarne il tuttofare, mozzo di una nave che sembra in procinto di colare a picco ma è ancora capace di qualche prova di resistenza. Proprio come Bonnie (la sempre magnetica Chlöe Sevigny), fantina non più giovane della scuderia di Del, che procede quasi per inerzia ma ha ormai esaurito ogni riserva di ambizione e di coraggio.
Charley pulisce le stalle, nutre le bestie e finisce per affezionarsi a uno dei due cavalli di Del, quel vecchio Lean on Pete che il padrone vorrebbe vendere ai messicani, destinandolo così a macellazione certa. Allora Charlie cerca di fargli cambiare idea, si intestardisce e fa di tutto per salvare la bestia fino a decidere di fuggire con lei. Charley si rivela così capace di ribellione, forse di una superbia folle, ma animata da un desiderio non egoista. La seconda parte del film arricchisce il dramma sociale di una dimensione epica e sociale steinbeckiana: Charley e Lean on Pete intraprendono una traversata dell’America che reinterpreta il mito della frontiera spostandola verso Est, perché il ragazzo si dirige in Wyoming dove vive una zia che non vede da anni, e mutandola di segno poiché l’orizzonte agognato è soprattutto quello della conquista di una stabilità affettiva. Haigh rivisita la grande epopea del West in chiave antieroica e anti-individualistica, interpretata dal direttore della fotografia Magnus Nordenhof Jønck con toni tenui. Charley non sa andare a cavallo e quindi cammina accanto a Lean on Pete. La fatica fisica dei personaggi, l’immersione in grandi spazi naturali, gli incontri che nell’insieme delineano il ritratto di una società americana di reietti e di violenti ricorda Into the wild di Sean Penn. Charley non è un cowboy e se lo fosse sarebbe piuttosto un Midnight Cowboy, meno John Wayne e più Jon Voight.
La storia, potentissima, è tratta dal romanzo La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin che ha tra le sue fonti letterarie più esplicite Viaggio con Charley di John Steinbeck, in cui lo scrittore raccontò la sua traversata degli Stati Uniti in compagnia di un barboncino. Haigh si confronta con questa tradizione di racconto di viaggio e di solido affresco sociale contaminandola in modo originale con la sua ormai distintiva poetica delle emozioni e della ricerca affettiva. Ne emerge un film teso e intenso che spinge a riflettere sulla profonda solitudine esistenziale in cui vivono oggi molti giovani, poveri, con vite precarie, disperate, a cui l’unica ma più preziosa risorsa che rimane da proteggere è il desiderio e la capacità di amare; e quella di riconoscere un proprio simile nell’altro (umano e non).
© CultFrame 09/2017 – 04/2018
TRAMA
Charley ha sedici anni e vive insieme al solo papà, con cui da poco si è dovuto trasferire a Portland. Ama correre e un giorno, aggirandosi nei pressi di un maneggio, il ragazzo incontra Del, malandato impresario dell’ambiente ippico che lo prende con sé come tuttofare. Nella sua scuderia, Del ha un vecchio cavallo che sta per vendere, Lean on Pete, a cui Charley si affeziona nonostante gli venga ripetuto continuamente che non dovrebbe perché “un cavallo non è un animale domestico”.
CREDITI
Titolo: Charley Thompson / Titolo originale: Lean on Pete / Regia: Andrew Haigh / Sceneggiatura: Andrew Haigh dal romanzo La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin / Fotografia: Magnus Nordenhof Jønck / Montaggio: Jonathan Alberts / Scenografia: Ryan Warren Smith / Interpreti: Charlie Plummer, Steve Buscemi, Chloé Sevigny, Travis Fimmel, Steve Zahn / Produzione: The Bureau, Film4 / Regno Unito, 2017 / Distribuzione: Teodora Film / Durata: 121 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Lean on Pete (Charley Thompson) di Andrew Haigh
Filmografia di Andrew Haigh
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito
Teodora Film