Sempre di più la televisione, con i suoi “prodotti” di alto profilo, fornisce spunti per indagini e approfondimenti che spaziano dall’analisi linguistica a quella sociologica al fine di tracciare una mappa, anche se in continuo divenire, della inarrestabile evoluzione di tale medium. Valentina Mallamaci segue nel libro Tv di serie. Analisi delle pratiche e dei temi che hanno cambiato un medium un preciso quanto esaustivo percorso di tale mutamento muovendo proprio dalla narrativa seriale alla serie tv.
Preceduto da un interessante saggio di Umberto Contarello (uno dei più prolifici e originali sceneggiatori italiani che ha collaborato con registi, solo per citarne alcuni, come Carlo Mazzacurati, Paolo Sorrentino, Gianni Amelio e Gabriele Salvatores), il volume fornisce un’accuratissima analisi di quel costante e ininterrotto cambiamento del linguaggio e dell’approccio visivo che nella tv sembra farsi, negli ultimi anni, ben più stimolante e addirittura seducente, del cinema stesso.
Rispetto alla settimana arte, infatti, la serie televisiva viene vissuta dal fruitore come una sorta di “esperienza continuativa”, avvolgente e immersiva che segue di pari passo la vita reale. Le tracce emotive che si colgono nella storia e nelle storie che si guardano paiono palesemente riverberare nel nostro quotidiano, diventando argomento di discussione e, in molti casi, addirittura di maniacale (inteso nel senso più sano del termine) interesse. Il pubblico, infatti, è sempre più preparato ed esigente e tale competenza rappresenta per gli ideatori e gli sceneggiatori delle serie una vera e propria sfida che si gioca sia sul terreno dei diretti competitor, sia di fronte all’occhio, poco incline all’indulgenza, di un fruitore dalle aspettative altissime.
Proprio per rendere chiaro il passaggio evolutivo di una serialità televisiva che è stata, ed è, in grado di raggiungere eccellenti standard qualitativi la disamina di Valentina Mallamaci parte dall’ancestrale bisogno umano del narrare. Dal racconto di appendice ottocentesco, al successo del feuilleton l’autrice contestualizza, in modo preciso e pertinente, la pressoché naturale trasformazione di una struttura narrativa che, dalla parola scritta, giunge attraverso i secoli a materializzarsi in un sistema visivo che dà “corpo e anima” all’immaginario. Questo processo evolutivo che racchiude in sé differenti e complesse ibridazioni tra medium differenti, viene qui spiegato con estrema chiarezza e con un linguaggio indubbiamente colto e dallo stile limpido che permette altresì un facile approccio alla lettura anche da parte dei non addetti ai lavori.
Il volume – corredato da una bella galleria fotografica e diviso in sei capitoli che segnano delle macro aree, ulteriormente approfondite argomento per argomento – delinea una esauriente parabola del cambiamento delle pratiche e dei temi (come suggerito dal titolo) che hanno radicalmente trasformato i modelli e gli stili del mezzo televisivo. Si inizia, come dicevamo, dal bisogno di raccontare per poi proseguire nell’analisi, contenutistica e visuale, di serie non soltanto di grande successo ma anche di notevole pregio.
Dalle implicazioni filosofiche di True Detective e di The Young Pope, fino al rapporto tra la politica e il potere in House of Cards e Better Call Saul, passando per la rappresentazione della donna di The Handmaid’s Tale e The Crown, per poi arrivare alla paranoia del controllo e il controllo della paranoia in Black Mirror e Westworld e finire con l’ “effetto nostalgia” dell’estetica degli anni Ottanta di Stranger Things e la genialità surreale di Twin Peaks.
Dieci serie-esempio che fungono da bussola per orientarsi nell’universo narrativo del piccolo schermo che continua a mantenere un costante e strettissimo legame, non soltanto con la trasformazione culturale del nostro contemporaneo, ma anche con differenti e variegate aree tematiche (il cinema, la letteratura, l’arte, la psicanalisi…) che ne costituiscono il substrato profondo e che l’autrice è in grado di individuare e analizzare alla perfezione, ritracciando rimandi e connessioni, rivelando altresì una notevole padronanza della materia.
Lo stile di scrittura, di cristallina fluidità, rende la lettura piacevole, accattivante e financo “romanzesca” proprio per l’abilità di Valentina Mallamaci di condurre questa disamina attraverso una forma espressiva di grande ritmo che, pur evidenziando la competenza di chi scrive, si affranca dal tedio, sovente autocompiaciuto, di certi studi saggistici.
Tv di serie. Analisi delle pratiche e dei temi che hanno cambiato un medium diventa così un testo nel quale trovare numerosi e stimolanti spunti di riflessione e pertanto destinato a suscitare grande interesse sia presso il pubblico degli studiosi della narrazione seriale, sia presso quello degli appassionati che esperiscono il prodotto televisivo con crescente consapevolezza e spirito critico.
© CultFrame 05/2018
Titolo: Tv di serie
Sottotitolo: Analisi delle pratiche e dei temi che hanno cambiato un mediu
Autore: Valentina Mallamac
Editore: Viola Editrice
Anno 2018
Pagine: 308
Prezzo: 20,00 euro
ISBN 978-88-98866-78-6
INDICE DEL LIBRO
Saggio introduttivo di Umberto Contarello
- Il bisogno di raccontare: dalla parola all’immagine, dalla storia allo storytelling. Dalla narrativa seriale alle serie tv/Il concetto di autorialità a la quality television: la rivoluzione della Second Golden Age/La pervasività della narrazione: il transmedia storytelling/Dal broadcasting al narrowcasting, dallo spettatore allo spett-autore/Peak tv: il paradosso dell’abbondanza/Lo spirito del tempo e il suo riflesso nelle serie tv: l’antieroe.
- Il testo oltre la trama: le implicazioni filosofiche di True Detective e The Young Pope. La lunga luminosa oscurità di True Detective/Pessimismo, antinatalismo, infinita circolarità del tempo: la filosofia di Rust Cohle/ “Without me, buddy, there is no you”/La contraddizone della fede: l’iperbole rovesciata di Lenny Belardo in The Young Pope/Non essere figlio per diventare padre/la potenza significante del “gesto banale”.
- Politica e potere: la trasfigurazione televisiva della quotidianità. Il potere della dialettica o la dialettica del potere: House of Cards/Il pragmatismo della politica, tra fiction e realtà/Better Call Saul: la legge secondo Jimmy McGill/Amore fraterno e tradimento: il rapporto di potere tra Chuck e Jimmy.
- La rappresentazione della donna nella serialità televisiva contemporanea. The Handmaid’s Tale: la maternità come strumento di oppressione/Religione e soprusi: la teocrazia di Galaad/The Crown: il peso della Corona nel conflitto tra pubblico e privato/Politica e personalità: il rapporto tra la regina e Winston Churchill.
- Il racconto della tecnologia tra paranoia del controllo e controllo della paranoia. Black Mirror, lo schermo nero che riflette una società disumanizzata/La visione negata del Panopticon digitale/Westworld e l’inversione delle prospettive nel deserto del reale: amoralità umana vs umanità robotica/Lo storytelling del reale, solo un’altra tra le tante storie da raccontare.
- Il sogno surreale di raccontare la realtà. Stranger Things e l’estetica degli anni Ottanta, oltre l’effetto nostalgia/L’ “effetto anniversario”: il trauma e le sue conseguenze/ “Time and time again”: la fluidità del tempo e dello spazio in Twin Peaks/ “Keep your Eye on the Donut”: il mistero all’origine del Male.
Ringraziamenti/Bibliografia
SUL WEB
Viola Editrice