Thelma ⋅ Un film di Joachim Trier

SCRITTO DA
Giovanni Romani

“Immaginate Carrie girato da Ingmar Bergman” New York Magazine, “Un thriller sbalorditivo, tra Hitchcock e De Palma” The Guardian, questi i “lanci” della locandina, mentre la critica unanime applaude al capolavoro “tra Hitchcok, De Palma e Cronenberg”… Bene, che altro dire? Cosa si potrà mai scrivere ancora? Certo che con queste premesse ci si aspetta davvero moltissimo sedendosi in platea per assistere a Thelma, ultima fatica del beniamino dei festival di mezzo mondo, il norvegese (nato però a Copenhagen) Joachim Trier…. purtroppo però lo spettatore medio e un po’ rozzo, come chi scrive, incontra gravi difficoltà già nella prima mezz’ora in cui non accade assolutamente nulla e non si comprende dove il film vada a parare.

Dialoghi smozzicati e imbarazzanti punteggiano un incipit estenuante nel corso del quale la macchina da presa non si scolla dal primissimo piano della graziosa Eili Harboe, occhio arrossato e cupezza nordica d’ordinanza, studentessa timida, complessata e letale a sua insaputa. Trier apre il suo film con accecante eleganza, neve e ghiaccio, acqua e vetro, superfici ingannevoli e traslucide, riprese vertiginose e movimenti morbidi, la sorpresa è dietro l’angolo, l’atmosfera si fa minacciosa, la musica incombente: ma succede poco o niente.

Joachim Trier

Pudore nel mostrare, timore di cadere nel cliché horror, maestria nel tratteggiare le atmosfere…. Trier è davvero abilissimo, ma a un certo punto qualcosa bisogna pur concedere alla suspense, al mistero, al brivido, all’orrore. E invece il racconto finisce per rivelare la propria inconsistenza e, addirittura, la banalità del nucleo narrativo aggravata dalla trita metafora del serpente tentatore (una grafica davvero cheap): cristianesimo opprimente, omosessualità, senso di colpa, reazione “soprannaturale”.

Nulla di nuovo in effetti, se non nella confezione rarefatta e disturbante, due ore lunghissime che ci illudono con almeno tre sottofinali e un finale piuttosto bislacco. E la delusione non ci lascia neppure all’uscita, quando comprendiamo che due ore di silenzi e sussulti si riducono all’abusato detto: attento a ciò che desideri, potresti ottenerlo. Per chi volesse assistere a un ottimo film “di genere” in salsa svedese, consigliamo Lasciami entrare di Tomas Alfredson.

© CultFrame 06/2018

TRAMA
Thelma, una timida ragazza di provincia cresciuta in una famiglia molto religiosa e appena arrivata a Oslo per frequentare l’università. Qui conosce Anja e presto l’amicizia tra le due si trasforma in un sentimento più profondo: proprio allora, però, Thelma scopre di avere dei poteri inquietanti e incontrollabili, legati a un terribile segreto del suo passato.

CREDITI
Titolo: Thelma / Titolo originale: id. / Regìa: Joachim Trier / Sceneggiatura: Joachim Trier, Eskil Vogt / Fotografia: Jacob Ihre / Montaggio: Olivier Bugge Coutté / Scenografia: Roger Rosenberg/ Musica: Ola Fløttum / Interpreti principali: Eili Harboe, Kaja Wilkins, Henrik Rafaelsen, Ellen Dorrit Petersen, Grethe Eltervåg / Produzione: Thomas Robsahm per Motlys / Distribuzione: Teodora Film / Paese: Danimarca, Svezia, Norvegia, Francia, 2018 / Durata: 116 min.

SUL WEB
Sito ufficiale del film Thelma di Joachim Trier
Filmografia di Joachim Trier
Teodora Film

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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