Vox Lux. Un film di Brady Corbet. 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Concorso

SCRITTO DA
Silvia Nugara

Brady CorbetAlla sua seconda prova dopo L’infanzia di un capo (2015) che si aggiudicò il premio per la miglior regia e per la miglior opera prima al Festival di Venezia, l’attore e regista Brady Corbet tenta ancora una volta di tratteggiare il ritratto di un’epoca interrogando la relazione tra individuo e collettività, tra vita e storia. Questa volta la sua narrazione, scandita dalla voce off di Willem Dafoe e dedicata a Jonathan Demme, abbraccia gli anni dal 1999 al 2017, intrecciando due ingredienti, terrorismo e musica pop, come fossero due facce di uno stesso momento storico dominato dalla paura e dalla violenza e quindi anche dal conseguente desiderio diffuso di forme di rassicurazione, conforto, distrazione, prontamente capitalizzato dall’industria dell’intrattenimento di cui, però, questo film è esso stesso un prodotto.

Vox Lux racconta come Celeste, una ragazzina americana sopravvissuta a una sparatoria di massa nel suo liceo, scrivendoci sopra una canzone diventa una pop star di fama planetaria grazie al talento compositivo della sorella (Stacy Martin) destinata a vivere nella sua ombra e all’intervento di un abile manager (Jude Law). Il film è esplicitamente costruito per far coincidere i mutamenti del personaggio con quelli di una nazione: la perdita della fede e dell’innocenza per Celeste culmina con l’11 settembre e, dopo un periodo di eclissi, il suo ritorno sulle scene avviene nel momento in cui alcuni terroristi compiono una strage su una spiaggia della Croazia mascherati come in un suo videoclip.

Il film è sostanzialmente diviso a metà. Nella prima parte, che arriva fino al 2001, la fotografia “vintage” è estremamente curata, la colonna sonora è affidata a Scott Walker e la regia si diletta in virtuosismi (una lunga sequenza in fast forward per mostrare l’ascesa precipitosa della starlette). Celeste da giovane è interpretata da Raffey Cassidy, viso ordinario di una diva per caso, che nella seconda parte interpreta la figlia di Celeste, Albertine (Celeste, Albertine: riferimenti a Proust? Perché mai?). La seconda parte è ambientata ai giorni nostri, è visivamente più convenzionale e anzi culmina in un brutto finale dove Nathalie Portman, che interpreta Celeste adulta, si esibisce in coreografie da quattro soldi con una tuta di lustrini che la immiserisce. Qui la colonna sonora è affidata alle canzonette originali della popstar Sia che insieme a Portman e a Jude Law è produttrice esecutiva del film.

Mettere in scena una società dello spettacolo che corrompe i giovani innocenti, che crea idoli inconsistenti, che capta e pilota le emozioni della massa ottundendone i sensi con giochi illusionistici non è certo una novità. Nel 1968, il regista teatrale e cinematografico francese Marc’O (con André Téchiné assistente alla regia e Jean Eustache al montaggio) firmò Les Idoles, satira su tre divi della musica yéyé, interpretati da Bulle Ogier, Pierre Clementi e Jean-Pierre Kalfon, che si ribellano contro il potere che li ha creati. A cinquant’anni di distanza, in Vox Lux non c’è né ribellione né catarsi, bensì un faustiano patto con lo showbiz suggellato da versi di Elvis Presley: one for the money, two for the show…. Malgrado il ricorso (in realtà puramente pretestuoso) a temi seri come quello del terrorismo internazionale e della diffusione delle armi nella società statunitense, il film è più interessato a creare una ribalta per le sue star e dar mostra delle capacità tecniche del regista che a elaborare un pensiero sull’America di oggi.

© CultFrame 09/2018

TRAMA
Dopo essere sopravvissuta a una sparatoria nel suo liceo, la giovane Celeste scrive una canzone che diventa l’inno di una nazione in lutto e che la lancia nell’empireo della pop music. Dopo sedici anni e qualche passo falso, la diva si prepara al suo grande show di ritorno sulle scene ma dall’altra parte del mondo alcuni terroristi sparano indossando maschere ispirate da un suo videoclip.

CREDITI
Titolo: Vox Lux / Regia: Brady Corbet / Sceneggiatura: Brady Corbet / Montaggio: Matthew Hannam / Scenografia: Sam Lisenco / Fotografia: Lol Crawley / Musica: Sia / Interpreti: Natalie Portman, Jude Law, Raffey Cassidy, Stacy Martin, Jennifer Ehle / Produzione: Bold Films, Killer Films, Andrew Lauren Productions, Three Six Zero /  Paese: Usa / Durata: 110 minuti

SUL WEB
Filmografia di Brady Corbet
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – Il sito

 

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Silvia Nugara

Silvia Nugara ha un dottorato di Linguistica Francese e i suoi interessi ruotano attorno alle relazioni tra il linguaggio e la costruzione della realtà sociale, con particolare riferimento agli immaginari e ai discorsi relativi alle soggettività di genere. Attualmente è redattrice di Punto di Svista e Cultframe - Arti visive.

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