Taylor Sheridan è attualmente lo scrittore/sceneggiatore/regista più lucido nel ritrarre la frontiera, geografica e morale, della società americana: a sud quella messicana del magnifico Sicario, a nord l’algido paesaggio d’Alaska de I Segreti di Wind River, fino a Soldado, sequel eterodosso degli sporchi affari americani oltre il confine texano. Sheridan sceglie giustamente di non riprendere le vicende di Sicario, ma di mantenerne solo due personaggi, il cinico agente CIA interpretato da Josh Brolin e lo spietato killer “free lance” Del Toro, allargando lo sguardo dalla droga al terrorismo internazionale, al traffico di esseri umani.
E forse la sensazione di scollamento, di scarsa omogeneità della trama è dovuta proprio a questo, al tentativo di tracciare una mappa della criminalità talmente ampia che inevitabilmente finisce per esaurirsi in rivoli narrativi senza uscita. Come l’incipit che suggerisce una connessione tra cartelli della droga e terrorismo islamico, ma si perde nel rombo dei motori e nel frastuono delle esplosioni senza lasciare traccia. Così come la sottotrama del traffico di clandestini, assolutamente ininfluente dal punto di vista narrativo, ma necessaria per introdurre lo sfacciato cliffhanger al terzo capitolo.
Il racconto diviene un po’ schematico, quasi didascalico nello svolgimento che, sotto l’apparente complessità di intrighi, tradimenti e voltafaccia, rivela non poche debolezze drammaturgiche. In linea peraltro con il cambio in cabina di regia, dove l’ottimo Sollima opta per una mise-en-scène decisamente più action del cupo racconto morale di Denis Villeneuve, all’unisono con il nuovo direttore della fotografia, Wolski sostituisce il grandissimo Deakins, che fa piazza pulita dei chiaroscuri, delle ombre, delle angosce notturne, per rifarsi ai grandi action on-the-road: le strade del deserto tra Texas e Messico diventano l’arena di scontri ad altissimo potenziale, si tingono di sangue sotto l’implacabile luce ipersatura, un vuoto torrido, una “road to nowhwere” di insensata violenza.
Sollima si dimostra sicuro ed efficiente, gira con geometrie balistiche, inquadrature riarse e spoglie come il deserto, mantenendo un senso di costante minaccia anche nei pochi passaggi a vuoto del racconto. Tra i quali rientra senz’altro il finale, evidentemente condizionato da esigenze produttive che impongono un’improvvisa ed inspiegata crisi di coscienza del navigato agente CIA ed una grottesca proposta lavorativa da parte della vittima al proprio (mancato) assassino.
© CultFrame 10/2018
TRAMA
Nella guerra alla droga non ci sono regole. La lotta della CIA al narcotraffico fra Messico e Stati Uniti si è inasprita da quando i cartelli della droga hanno iniziato a infiltrare terroristi oltre il confine americano. Per combattere i narcos l’agente federale Matt Graver dovrà assoldare il misterioso e impenetrabile Alejandro, la cui famiglia è stata sterminata da un boss del cartello. Alejandro scatenerà una vera e propria, incontrollabile guerra tra bande in una missione che lo coinvolgerà in modo molto personale.
CREDITI
Titolo: Soldado / Regìa: Stefano Sollima / Sceneggiatura: Taylor Sheridan / Fotografia: Dariusz Wolski / Montaggio: Matthew Newman / Scenografia: Kevin Kavanaugh / Musica: Hildur Guðnadòttir, Jonathan Watkins / Interpreti principali: Benicio Del Toro, Josh Brolin, Catherine Keener, Matthew Modine, Isabela Moner, Jeffrey Donovan / Produzione: Black Label Media, Leone Film Group, RAI Cinema, Lionsgate Entertainment, Thunder Road Pictures / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: U.S.A., Italia, 2018 / Durata: 124 min.