Più interessante che emozionante, Benvenuti a Marwen rientra comunque a pieno titolo nella personalissima concezione di cinema di Robert Zemeckis, già antesignano della motion capture fin dai tempi di Polar Express. Tratto da una storia vera, tanto drammatica quanto surreale, questo nuovo ibrido tra realtà (se di realtà si potesse parlare con riferimento a un film) e fantasia ci trasporta in una “Cartoonia” meno slapstick e molto più dark, violenta e decisamente fetish, complice la coautrice del soggetto, quella Caroline Thompson già fedele collaboratrice di Tim Burton per Edward Mani di Forbice e La Sposa Cadavere.
Prendendo spunto dalla reale, brutale aggressione subìta da Hogancamp da parte di un branco di nazisti omofobi, già raccontata da Jeff Malmberg nel documentario “Marwencol”, Zemeckis porta in scena l’ennesimo dropout disagiato, molto meno ottimista di Forrest Gump, ma animato dallo stesso meccanismo di difesa: la rielaborazione dell’esistenza in chiave fantastica per superare un trauma, in questo caso la perdita della memoria di sé, della propria identità.
Mark rielabora il dramma attraverso la creazione di un villaggio belga popolato da pin-up guerriere in tacchi a spillo, angeli custodi del proprio alter ego, il capitano Hogie, e impegnate in sanguinosi scontri con un drappello di revenants nazisti che ricordano fin troppo i suoi reali assalitori.
La pellicola, peraltro, soffre di un’impostazione eccessivamente teorica, quasi artificiosa e l’evidente propensione del regista per l’universo fantastico danneggia l’equilibrio del racconto, rendendolo puerile per gli adulti, cupo e allusivo per i ragazzini, come se non fosse riuscito a trovare la giusta miscela tra la vita reale, solitaria e deprimente e quella immaginaria, eroica ed erotica.
Seppur impreziosito dall’ottima performance di Steve Carell e dall’indiscutibile perizia tecnica di Zemeckis, Benvenuti a Marwen sconta una bizzarra contraddizione, quella di voler essere al contempo sperimentale e mainstream, perdendosi in un loop tra realtà e fantasia che alla lunga risulta stancante e ne riduce la carica drammatica. D’altro canto, bisogna però riconoscere la coerenza artistica di un autore fedele alla propria idea di cinema, da sempre in equilibrio tra umano e fantastico, alla continua ricerca di personaggi “alieni” e tecniche sperimentali, un grande autore cui si perdona volentieri anche la civettuola citazione di Ritorno al Futuro.
© CultFrame 01/2019
TRAMA
Mark Hogancamp dopo aver subito una violenta aggressione da parte di cinque uomini rimane nove giorni in coma e quaranta in ospedale. I danni cerebrali subiti gli fanno perdere la memoria, ma Hogancamp inizia a costruire un’enorme città in miniatura ricreandola come se fosse all’epoca della seconda Guerra Mondiale e popolandola con varie versioni di se stesso, dei suoi conoscenti, amici, delle donne che ha amato e perfino dei suoi assalitori, iniziando così a vivere in quella sorta di mondo fantastico. Basato su di una storia vera.
CREDITI
Titolo: Benvenuti a Marwen / Titolo originale: Welcome to Marwen / Regìa: Robert Zemeckis / Sceneggiatura: Robert Zemeckis / Fotografia: C. Kim Miles / Montaggio: Jeremiah O’Driscoll / Scenografia: Stefan Dechant / Musica: Alan Silvestri / Interpreti principali: Steve Carell, Eiza Gonzàles, Leslie Mann, Diane Kruger, Gwendoline Christie, Janelle Monàe / Produzione: Dreamworks, Imagemovers, Universal Pictures / Distribuzione: Universal Pictures / Paese: U.S.A., 2018 / Durata: 116 min.
SUL WEB
Sito ufficiale del film Welcome to Marwen (Benvenuti a Marwen) di Robert Zemeckis
Filmografia di Robert Zemeckis
Universal Pictures