Don Shirley è stato un pianista molto noto soprattutto negli anni sessanta. Nato in Giamaica nel 1927, Shirley è stato sempre artefice di una musica meticcia, una sorta di mix di ritmi jazz, influenze culturali derivanti dalla musica classica e sonorità contemporanee. Il suo trio effettuò numerose incisioni e molti concerti in tutti gli Stati Uniti e il suo fu un grande esempio di emancipazione afroamericana in un paese dove fino a pochi decenni fa il razzismo, in alcuni Stati, era un gigantesco e irrisolto problema.
Shirley è morto nel 2013 e dunque appare proprio oggi (visto ciò che succede nel mondo, Italia compresa) necessario tenere viva la sua memoria, sia come musicista che come uomo. A contribuire a tenere desta l’attenzione su questa significativa figura, ora arriva un film diretto da Peter Farrelly intitolato Green Book. Non si tratta di una biografia, ma del racconto di un tour che il pianista effettuò nel 1962 nel profondo sud degli USA come una sorta di sfida verso la terribile arretratezza culturale delle popolazioni di Stati in cui si praticava ancora la discriminazione razziale.
Il film è di fatto una commedia, certo molto amara, basata sui sentimenti umani, sul rispetto delle differenze e sull’assurdità del razzismo. Contraltare di Don Shirley è la figura di Tony Lip, uno scagnozzo italoamericano decisamente rozzo che gli fa da autista durante il tour e che molte volte lo tira fuori dai guai in modi pirotecnici e spicci, ma molto efficaci.
È interessante il modo in cui Peter Farrelly e i due sceneggiatori Brian Hayes Currie, Nick Vallelonga (figlio nella vita di Tony Lin) hanno costruito la grande storia di amicizia (che durerà fino alla morte di Shirley), aspetto che è l’autentico pilastro contenutistico del film. Assistiamo, infatti, a un crescendo, delicato e armonioso, che culminerà con il ritorno a New York dei due, dopo inenarrabili disavventure.
La regia di Peter Farrelly è totalmente finalizzata ad esaltare il racconto del rapporto amicale tra i due protagonisti. Non ci sono particolari guizzi formali e creativi, così la vicenda si evolve tra dialoghi serrati e fulminanti, a volte comici, situazioni (grottesche) di pericolo e una narrazione da road-movie (di tipo classico).
I due interpreti riescono a tratteggiare con una notevole abilità i loro ruoli. Da una parte un elegante e fragile Mahershala Ali, nel personaggio di Don Shirley, dall’altra un appesantito Viggo Mortensen, nei panni del suo autista italoamericano, individuo caratterizzato da atteggiamenti vagamente mafiosi che però ha un animo molto buono. In tal senso, la bravura indiscutibile di Mortensen riesce a far superare allo spettatore l’iniziale e perturbante straniamento che si prova a vederlo nel ruolo di un italoamericano, soprattutto quando è costretto a sostenere imbarazzanti dialoghi in un siciliano un po’ maldestro e insicuro.
© CultFrame 10/2018 – 01-2019
TRAMA
Tony è un buttafuori italoamericano di un locale notturno. Un giorno il locale in questione chiede per ristrutturazione e così Tony finisce per trovarsi senza lavoro. Accetta, così, di fare da autista a un famoso pianista afroamericano che deve andare in tour. Saranno otto settimane incredibili che si concluderanno la sera della Viglia di Natale.
CREDITI
Titolo: Green Book / Regia: Peter Farrelly / Sceneggiatura: Peter Farrelly, Brian Hayes Currie, Nick Vallelonga / Fotografia: Sean Porter / Montaggio: Patrick J. Don Vito / Scenografia: Tim Galvin / Interpreti: Mahershala Ali, Viggo Mortensen, Linda Cardellini, Don Stark / Produzione: Innisfree Pictures, Participant Media, Wessler Entertainment / Distribuszione: Eagle Pictures / Origine: USA / Anno: 2018 / Durata: 130 min.
SUL WEB
Sito ufficiale del film Green Book di Peter Farrelly
Filmografia di Peter Farrelly
Festa del Cinema di Roma – Il sito
Eagle Pictures