Rainer Werner Fassbinter è uno degli autori cinematografici più sottovalutati e meno ricordati sia dal pubblico che dalla critica. In Italia, in particolare lo hanno scoperto piuttosto tardivamente, con i suoi ultimi capolavori Lilli Marleen e Veronika Voss, per poi dimenticarlo, quasi subito, qualche anno più tardi, dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1982. Il suo film testamento Querelle è uscito postumo, scatenando polemiche sia per la tematica piuttosto scabrosa, almeno per l’epoca, che per la sontuosa ma troppo poetica messa in scena. Inoltre, molta della sua produzione, anche televisiva, ha avuto una distribuzione quasi esclusivamente d’essai.
Abbiamo dovuto aspettare molti anni, e l’arrivo dei dvd, per riscoprire pellicole stupende, soprattutto degli anni ’70, come Nessuna festa per la morte del cane di Satana del 1976 e il suo successivo Roulette cinese. Per non parlare di film come Il diritto del più forte del 1974 oppure Martha del 1973, da un romanzo del giallista Cornell Woollrich (che è uscito anche nei cinema restaurato) e persino Angst von der angst (t.l. Paura della paura) pellicola del 1975 interpretata da una delle sue attrici feticcio come Margit Cartensen e dal suo amato Armin Meier. E questi titoli solo per fare qualche esempio.
Cosi arriviamo anche al nostro “Raro Film” dal titolo Rio das Mortes del 1970 che verrà pubblicato dalla Ripley verso la fine di Gennaio 2019.
Rio das Mortes proviene da quel periodo del regista tedesco in cui attraversava l’Europa, con i suoi collaboratori, spesso anche amanti, per trovare soldi per le sue pellicole. Così anche le sue storie subivano il fascino “esotico” delle sue trasferte. Quando il futuro regista Volker Schlondorff gli diede l’idea di un film sulla fine dei rapporti all’interno di una coppia borghese, l’instancabile Fassbinder scrisse una sceneggiatura in pochi giorni, raccontandoci una coppia (piuttosto scoppiata) che decide con un amico comune di partire per una vacanza in Perù, il tutto per scoprire un tesoro nascosto. Ma mancano i soldi. Hanna, la donna interpretata da Hanna Schygulla (molto glaciale), che vuole solo sposarsi con uno dei due, mette in difficoltà gli uomini i quali vorrebbero partire anche da soli e alla fine vedranno i loro piani, forse, rovinati dalla furia della donna.
Rio das Mortes nasce come una satira piuttosto feroce dei sentimenti, ripetiamo, borghesi. Ma non ha una trama vera e propria. Seguendo la tradizione del suo “Anti-teater”, Fassbinder più che raccontare inquadra i sentimenti racchiudendoli in piccole scene quasi autonome. Scene in cui gli attori si “sputtano” in faccia tutto l’odio che li attraversa. Non esiste pace in questa tragedia cinematografica degli equivoci in cui tutti vogliono tutto e subito.
Il regista tedesco divide la storia, e l’estetica del film, in tre parti distinte. La prima parte, piena di un sottile erotismo, è claustrofobica ma mai inquietante. Sembra “Scene di un matrimonio” di Bergman senza l’approfondimento psicologico dei personaggi. In fondo, come spesso capita al nostro, questi personaggi così ridicoli e tendenziosi non meritano nessun tipo di analisi. La parte centrale ci fa catapultare nel teatro dell’assurdo moltiplicato con quello di un Neil Simon. Assistiamo, infatti, a situazioni piuttosto divertenti mentre i due uomini, la cui omosessualità non è un fatto troppo latente, cercano di convincere un anziano pervertito a prestargli i soldi per il viaggio. Infine arriva la parte più tipicamente fassbinderiana: il melò nero in cui la Schygulla si erge come novella Bette Davis dei melodrammi che furono, sola contro tutti.
Sicuramente il regista ha affrontato questo contrasto “tra le ambizioni piccolo borghesi, prevedibili, matriarcali e rassicuranti” in maniera più egregia in altre pellicole a cominciare da La paura mangia l’anima del ’74 e Il matrimonio di Maria Braun del ’79. Ma bisogna ammettere che anche in questa sua opera che è un solido anello della sua filmografia molti dei suoi temi più cari sono già messi in scena con piena lucidità. Un Fassbinder per alcuni minore ma non per noi.
Una versione del film è stata presentata nel 2010 al Festival di Berlino all’interno di un omaggio alla sua protagonista femminile. Rainer Werner Fassbinder balla il rock n’roll in una breve scena ambientata in un bar. Il dvd della Ripley non sembra avere nessun tipo di extra.
© CultFrame 01/2019
TRAMA
Hanna ha un unico desiderio: sposare il suo fidanzato Michel. A quanto pare, però, lui non è dello stesso avviso, anche perché sta progettando di andare in Perù insieme al suo amico Günther, appena tornato dal servizio militare. Dietro al piano dei due però non c’è soltanto la ricerca della libertà, ma una mappa di cui sono entrati in possesso che sembra rivelare il nascondiglio di un meraviglioso tesoro…
CREDITI
Titolo: Rio das Mortes / Regìa: Rainer Werner Fassbinder / Sceneggiatura: Rainer Werner Fassbinder / Fotografia: Dietrich Lohmann / Montaggio: RWF / Scenografia: Kurt Raab / Musica: Peer Raben / Interpreti principali: Michael Konig, Hanna Schygulla, Gunther Kaufmann, Lily Peimpeit, Frantz Maron / Produzione: Janus Film /Paese: Germania / Anno: 1970 / Durata: 84 min./ Distribuzione Dvd: Ripley