Selezionato come film d’apertura del IV Fish&Chips Film Festival – Festival internazionale del cinema erotico di Torino, Touch Me Not di Adina Pintilie è tornato nella città dove diversi anni fa aveva trovato un tassello importante della sua lunga fase produttiva, grazie al Torino Film Lab. La I Wonder Pictures ha poi scelto di proporlo in sala nel giorno di San Valentino del 2019, esattamente un anno dopo la vittoria alquanto controversa dell’Orso d’oro alla 68a Berlinale, dove fu presentato in concorso aggiudicandosi anche il premio per la miglior opera prima.
Pur confrontandosi qui con il lungometraggio per la prima volta, Adina Pintilie non è comunque un’esordiente assoluta, avendo raccolto allori già con il suo documentario Nu te supăra, dar… (presentato al concorso Cineasti del presente di Locarno 2007), i suoi corti (premiati per esempio a Oberhausen) e per il suo lavoro di curatrice del Bucharest International Experimental Film Festival. Touch Me Not è anch’esso, a suo modo, un film sperimentale che adotta al contempo le forme del documentario e della fiction, intrecciandole e contraddicendole reiteratamente così da spaesare chi guarda quel tanto da consentirgli di abbassare difese e pregiudizi.
Fin dalle prime sequenze, infatti, Pintilie (che non è parente del grande regista rumeno Lucian) gioca con la ‘verità’ immessa dalla buona dose di ‘realtà’ con cui insaporisce un film che rimane una storia di finzione oltre che un film teorico, convinta che proprio la finzione (che getta la sua luce quasi accecante sui volti e i corpi dei protagonisti) possa essere un mezzo per raccontarci qualcosa a proposito della realtà.
Ciò è evidente a partire dalla scelta della regista di comparire in scena fin dai primi minuti del film, dietro la propria macchina da presa, e di dialogare con il personaggio di Laura e poi con gli altri interpreti di un cast in cui attori noti e non professionisti si incontrano, e i cui componenti principali conservano i rispettivi veri nomi lasciando presumere, forse, di avere qualche carattere in comune con i loro personaggi: Laura – una Laura Benson dalla gran forza scenica, fattasi conoscere trent’anni fa con Le relazioni pericolose (1988) e poi poco presente nel cinema contemporaneo – non tollera di entrare in contatto fisico con nessuno; Tómas – l’islandese Tómas Lemarquis, noto fin dai tempi del piccolo cult Nói albinói (2003) e poi arrivato a grandi produzioni quali Blade Runner 2049 (2017) – non riesce a rompere la corazza in cui ha rinserrato le proprie emozioni e a chiudere definitivamente i conti con un amore passato; il tetraplegico Christian – il vero tetraplegico Christian Bayerlein – non ha invece molte difficoltà a farsi accettare come partner sessuale e vive un matrimonio felice e appagante. A interagire con loro sono poi anche una transessuale, un sex coach, un gruppo di terapeuti e beneficiari di un laboratorio di scoperta e condivisione della sessualità.
Come accadeva in una confezione maggiormente finzionale nell’Orso d’oro 2017, Corpo e anima di Ildikó Enyedi, il viaggio intrapreso dai protagonisti di Touch Me Not è tanto emotivo quanto fisico, con la sessualità usata come mezzo per accedere alla propria emotività al fine da liberarla da schemi e prescrizioni correnti, mettendo in relazione corpo, mente e spirito. All’insegna di un ideale non-normativo, dunque, Adina Pintilie cerca di confutare stereotipi, di inquadrare desideri e comprendere come realizzarli senza però mai forzare i limiti della visione, ma mirando a provocare emozioni e, per tramite di queste, riflessioni. Per superare l’impasse enunciata dal personaggio di Laura quando afferma: “Vivo con il mio corpo tutti i giorni, ma forse non lo conosco”.
© CultFrame 01/2019
TRAMA
Una regista incontra prima Laura, poi Tómas e Christian, li segue, li interroga, li filma per realizzare un’indagine sull’intimità e sui confini con cui ciascuno delimita la propria emotività.
CREDITI
Titolo originale: Touch Me Not / Regia: Adina Pintilie / Sceneggiatura: Adina Pintilie / Interpreti: Adina Pintilie, Laura Benson, Tómas Lemarquis, Christian Bayerlein, Grit Uhlemann, Hanna Hofmann, Seani Love, Irmena Chichikova, Rainer Steffen, Georgi Naldzhiev, Dirk Lange / Fotografia: George Chiper-Lillemark/ Montaggio: Adina Pintilie / Musica: Ivo Paunov con brani originali degli Einstürzende Neubauten / Produzione: Manekino Film, Rohfilm Productions, Pink, 4 Proof Film, Agitprop, Les Films de L’Étranger / Romania-Germania-Repubblica ceca-Bulgaria-Francia, 2018 / Distribuzione: I Wonder Pictures / Durata: 125 minuti
SUL WEB
Filmografia di Adina Pintilie
Fish&Chips Film Festival, Torino
I Wonder Pictures