Chi non vorrebbe avere un nonnino come l’ispido Earl Stone, l’ultimo antieroe della già ricchissima galleria del grande Clint? Sceneggiato dallo stesso Nick Schenk di Gran Torino, Il Corriere – The Mule ne riprende il carattere di senile anarchia così confacente alla personalità del regista, un Eastwood come sempre asciutto e impeccabile narratore dell’America profonda, di personaggi al limite del reale. Così simili a lui, sulla buona strada per battere il record di longevità artistica di Manoel De Oliveira, che a 88 anni non solo dirige con elegante concisione, ma dà altresì corpo a un protagonista straordinario la cui veneranda età ne addolcisce gli spigoli reazionari e le gaffe razziste (… mi piace aiutare voialtri negri).
Eastwood tecnicamente rimane un maestro della narrazione classica e quest’ultima (speriamo di no) fatica brilla per omogeneità, ritmo e asciuttezza, divisa tra prologo, incipit, svolgimento e finale: una struttura apparentemente semplice che il regista ormai realizza quasi istintivamente, senza alcuna forzatura o artificio: in questo senso possiamo dire che Clint è il cinema, perlomeno questo tipo di cinema.
Earl Stone è un Walt Kowalski (il protagonista di Gran Torino) invecchiato ed ammorbidito dai rimpianti, un anziano bastonato dalla vita e dalla crisi economica, ma non domo, non rassegnato, anzi dotato di un’incoscienza adolescenziale che lo porta a lavorare per un letale cartello della droga messicano e a trattarne i minacciosi membri con paterna ruvidità. Earl non si pone domande, non affronta neppure la “questione morale” del traffico di droga: lui guida e basta, guida per pagare il matrimonio della nipote, guida per riconquistare l’amore di una figlia da sempre trascurata, guida per recuperare un po’ di dignità e vincere i troppi rimpianti. In quest’ottica anche lo spettatore sospende il giudizio, tifiamo per lui e sorridiamo estasiati quando, in spregio al politicamente corretto, se ne esce con “Ciao lesbiche” o “I mangiafagioli sono tutti uguali”, semplicemente perché riconosciamo i privilegi dell’età, l’assenza di filtri, e perché è esattamente ciò che ci aspettiamo da Clint.
Curvo come un vecchio albero, segnato da rughe profonde come canyons, le mani nodose che stringono il volante, Earl/Clint ci accompagna nuovamente in viaggio attraverso il cuore dell’America, canticchiando “I’ve been everywhere” di Johnny Cash: impossibile non amarlo.
© CultFrame 02/2019
TRAMA
Earl Stone, 80enne senza un soldo, costretto ad affrontare la chiusura anticipata della sua impresa, accetta un lavoro apparentemente semplice: deve solo guidare. Peccato che a sua insaputa l’uomo diventi un corriere della droga per un cartello messicano. Stone fa così bene il proprio lavoro che i carichi si fanno sempre più pesanti ma un efficiente agente della DEA è già sulle sue tracce.
CREDITI
Titolo: Il corriere / Titolo originale: The Mule / Regìa: Clint Eastwood / Sceneggiatura: Nick Schenk / Fotografia: Yves Bélanger / Montaggio: Joel Cox / Scenografia: Kevin Ishioka / Interpreti principali: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Taissa Farmiga, Michael Peňa, Laurence Fishburne, Dianne Wiest, Alison Eastwood / Produzione: Warner Bros. Imperative Films, Malpaso / Distribuzione: Warner Bros. Pictures / Paese: U.S.A., 2018 / Durata: 116 min.