Lodevole e pedante, Boy Erased dipana le sue due ore politicamente corrette con una regia solidamente classica, un’ottima fotografia e interpretazioni di buon livello, tra cui spicca l’interessante protagonista Lucas Hedges. Basato sulla reale esperienza di Conley Garrard autore del romanzo da cui è tratto, il film è la seconda prova di regia dell’attore australiano Joel Edgerton, conterraneo delle star mainstream Kidman e Crowe che prestano i loro costosi volti al compaesano per una buona causa: dimostrare la sadica inefficacia delle cosiddette “terapie di conversione”.
Tutto bene, dunque, una regia corretta per un film doveroso ed eticamente ineccepibile che per due ore si sforza incessantemente di dimostrarci quanto grottesche e inumane siano le suddette terapie e che razza di ipocriti cialtroni siano coloro che ci mangiano sopra. Ma proprio questo rappresenta il problema di Boy Erased: chiunque non sia Torquemada o un forumista veronese queste cose le sa ben prima di entrare al cinema. L’autore insiste talmente nel (di)mostrare la propria tesi da infilarsi in un mesto cul-de-sac didascalico, un’eterna noiosissima sottolineatura dell’ovvio, una farisaica spartizione di campo tra vittime e carnefici, senza ombre né ambiguità, quindi piatta e superficiale.
Viene da pensare che il film sia stato ideato e realizzato per l’audience americana, un paese in cui evidentemente molti sono convinti che l’omosessualità sia una scelta di vita sbagliata, emendabile con due avemaria e quattro cinghiate. Sebbene di questi tempi anche in Europa tiri un’arietta reazionaria, ancora non siamo ridotti a giurare in tribunale sulla bibbia e consideriamo l’omosessualità una semplice variante naturale dell’individuo, né una “malattia” né una “scelta”. Risulta pertanto un po’ irritante la pervicacia di Edgerton nel puntualizzare ciò che è ampiamente assodato, nello schematismo dei rapporti famigliari che portano a un pentimento materno tanto repentino quanto immotivato, nel continuo rivolgersi a un pubblico da istruire ed educare alla tolleranza: è un cinema pedagogico che, francamente, non ci meritiamo.
© CultFrame 03/2019
TRAMA
Jared, figlio di un pastore battista di una piccola città americana, a diciannove anni rivela ai genitori di essere omosessuale. Il ragazzo a quel punto si ritrova a un bivio: sottoporsi a una terapia di rieducazione sessuale o venire esiliato ed emarginato dalla sua famiglia, dai suoi amici e dover rinunciare alla sua fede. Costretto a mettere in discussione ogni aspetto della propria identità, Jared accetta, tra mille dubbi, di cominciare la terapia. Il film, basato su una storia vera, è tratto dall’omonimo libro di Garrard Conley.
CREDITI
Titolo: Boy Erased – Vite cancellate / Regìa: Joel Edgerton / Sceneggiatura: Joel Edgerton tratta dal romanzo “Boy erased: a memoir” di Conley Garrard / Fotografia: Eduard Grau / Montaggio: Jay Rabinovitz / Scenografia: Chad Keith / Musica: Daniel Bensi, Saunder Jurriaans / Interpreti principali: Lucas Hedges, Nicole Kidman, Russell Crowe, Joel Edgerton, Flea, Xavier Dolan / Produzione: Blue-Tongue Films, Anonymous Content / Distribuzione: Universal Pictures International Italy / Paese: U.S.A., 2018 / Durata: 114 min.