Dialogues with Solitudes ⋅ Le fotografie di Dave Heath in mostra a Londra

SCRITTO DA
Claudia Colia
© Dave Heath. Washington Square, New York 1959. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York, and Stephen Bulger Gallery, Toronto

Benessere e tormento interiore, l’America post bellica è immortalata in intimi scatti, dai chiaroscuri calibrati ad arte, grazie alla sensibilità di un obiettivo che ne estrapola le tensioni più intime. Nel 1965 Dave Heath pubblicava il suo libro fotografico dal titolo Dialogues with Solitudes. Ispirato alle foto di grande formato delle rivista LIFE, Heath assemblava in sequenza poetica gli scatti eseguiti sul fronte in Corea e nelle strade di Philadelphia, Chicago, New York. Il libro divenne ben presto un punto di riferimento nella fotografia e, andato esaurito, per moltissimi anni non venne più ristampato.

La Photographers’ Gallery di Londra presenta, per la prima volta nel Regno Unito, la prima grande mostra dedicata al lavoro di questo fotografo americano, che prende spunto proprio da Dialogues with Solitudes per esplorarne il percorso artistico originale e affascinante.

Le foto di Heath sono tutte caratterizzate da un’eccezionale scala tonale, in cui il bianco e nero è trattato in maniera quasi pittorica, in modo da avvolgere ed isolare i corpi, rivelandone ombre e pieghe, incorniciandone visi ed anime. Le scene di strada ed i ritratti sono il riconoscimento di un altro da sé, che vibra di un proprio tormento ed alienazione interiore, ma con cui non si riesce ad interagire del tutto. Si rimane spettatori di un dramma che con delicatezza è stato ritagliato dal contesto.

Abbandonato dai suoi genitori prima di avere quattro anni, il fotografo aveva avuto un’infanzia difficile, passata a Philadelphia, tra orfanotrofi e famiglie adottive. L’incontro con le pagine di LIFE e, in particolare, con un saggio fotografico realizzato da Ralph Crane per questa rivista, ebbe un impatto decisivo sul suo futuro. Dopo aver studiato al Philadelphia College of Art e all’Istituto di design di Chicago, aver fatto la gavetta come assistente di fotografi commerciali e svolto lavori di ogni tipo per finanziarsi le apparecchiature, nel 1952, Dave Heath venne arruolato nell’esercito e inviato in Corea come mitragliere. In questo ambiente ostile, aveva immortalato i suoi primi “paesaggi interiori”, fotografando i suoi commilitoni in momenti di riposo e riflessione, uno sguardo intimo sulle tensioni e le paure dell’altro, lontano dal campo di battaglia, ma abbastanza vicino all’imminente pericolo.

© Dave Heath. Washington Square, New York 1960. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York, and Stephen Bulger Gallery, Toronto

© Dave Heath. Washington Square, New York 1960. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York, and Stephen Bulger Gallery, Toronto

Tornato in America e stabilitosi a New York, Heath aveva iniziato a concepire il suo libro fotografico, una serie di immagini in bianco e nero legate assieme dal filo dell’alienazione contemporanea. Nel 1958 aveva anche avuto una piccola mostra alla Seven Arts Coffee Gallery, un noto ritrovo della Beat generation. Qui il pubblico aveva avuto la possibilità di ammirare le sue immagini in bianco e nero, così fortemente chiaroscurali, e stampate in maniera mirabile, in cui si intravedeva un’umanità pensierosa e distaccata.

© Dave Heath. Sesco, Korea 1953-1954. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York, and Stephen Bulger Gallery, Toronto

© Dave Heath. Sesco, Korea 1953-1954. Courtesy of Howard Greenberg Gallery, New York, and Stephen Bulger Gallery, Toronto

Nel novembre del 1959, 12 fotografie furono esposte al MoMA e le recensioni furono entusiaste. La consacrazione avvenne nel 1965, con la pubblicazione della sua monografia. Tuttavia i gusti e gli stati d’animo stavano cambiando e lo stile contemplativo di Heath non continuò a registrare gli stessi favori, sebbene le qualità intrinseche delle sue foto non lo eclissarono mai del tutto. Durevoli ed estremamente attuali, costruite su una logica visiva affascinante e molto vicina al nostro modo di sentire odierno, le foto di Dave Heath sono state rivalutate, anche grazie alla ristampa di Dialogues with Solitudes, nel 2000, e ad una grande retrospettiva nel 2015, a Philadelphia. È ora il turno dell’Europa, prima a Le Bal di Parigi, e ora alla Photographers’ Gallery di Londra, per far incontrare al largo pubblico il chiaroscuro artigianale ed il complesso registro emotivo delle foto di Dave Heath.

Le scene di strada non si possono definire fotografia documentario né semplicemente street photography, perché l’occhio del fotografo è sempre alla ricerca di un’esperienza intima del mondo, qualcosa in cui rispecchiarsi interiormente. L’introspezione delle immagini di Heath risponde ad un’esigenza impellente, quella di far chiarezza e di non fermarsi alla superficie. Dave Heath non lascia mai riferimenti precisi, la fotografia per lui è la ricerca di un balsamo alle proprie mancanze, la speranza di una catarsi che non si avvererà mai.

© CultFrame 03/2019

INFORMAZIONI
Dave Heath – Dialogues with Solitudes
Dall’8 marzo al 2 giugno 2019
The Photographers’ Gallery / 16-18 Ramillies Street, Londra
Orario: Tutti i giorni 10.00 – 18.00 / giovedì 10.00 – 22.00
Biglietto: 5 sterline / Ingresso gratuito il giovedì dopo le 17.00

SUL WEB
The Photographers’ Gallery, Londra

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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