Il viaggio di Yao ⋅ Un film di Philippe Godeau

SCRITTO DA
Giovanni Romani

Negli anni ’90 lo si sarebbe definito un film “carino”, un road/buddy-movie leggero ed inoffensivo. Il regista e sceneggiatore Philippe Godeau sceglie un registro quasi fiabesco all’interno del quale non vi è posto per drammi realistici o amare riflessioni sulla società africana: tutto si svolge nella luce dorata di un pomeriggio perenne, tra villaggi variopinti e bimbi vocianti, personaggi bizzarri e accoglienza a prescindere.

Omar Sy e Lionel Basse formano una coppia ben affiatata, il francese famoso, ingenuo e dimentico delle proprie radici, il ragazzino indigeno saggio e fiero della propria identità. Aggiungete un catorcio sbuffante, gli spazi riarsi del Senegal e una leggera passata di retorica melensa et voilà: la commediola di buoni sentimenti è servita.

Omar Philippe Godeau

Sy è perfetto nelle vesti di “nero fuori, bianco dentro” (come recita la miglior battuta del film) e il suo approccio francese, in contrasto con l’arguzia del piccolo Yao, ci offre uno sguardo divertito su un Senegal che, fortunatamente, non è certo quello del turismo bianco, ma neppure quello della spesso cruda cronaca locale: nessun rischio, nessun pericolo, ogni problema pare risolversi da sé grazie a un fatalismo rilassato e amichevole. Come da contratto in meno di due ore la sceneggiatura riesce a inserire pure un rapporto occasionale del baldo Sy con una bizzarra cantante, tanto improbabile quanto ininfluente, mentre, immancabile, procede parallelo al viaggio fisico quello spirituale di riscoperta della propria identità dimenticata.

Ed è il passato coloniale francese che fa capolino, sempre senza disturbare troppo, nell’inconscio del protagonista, “francesizzato” al punto da avere un’ex-moglie bianca, attizzando dapprima la semplice curiosità geografica, in seguito il desiderio di riappropriarsi della propria storia, in un singolare intreccio con il piccolo Yao che, invece, è spinto dall’ammirazione per il divo cinematografico, dal desiderio di una vita soltanto immaginata, lontana e misteriosa. Così il divo francese e lo scugnizzo locale si mettono in strada, una strana coppia per uno strano viaggio, alla ricerca dei luoghi dell’anima rasentando però pericolosamente i luoghi comuni.

© CultFrame 04/2019

TRAMA
Yao è un bambino che vive in un piccolo villaggio del Senegal. Ama i libri e le avventure e un giorno parte per Dakar alla ricerca del suo mito, un attore francese in visita in Senegal. L’attore, colpito dal carattere del bambino, decide di riaccompagnarlo a casa e il viaggio sarà per lui un ritorno alle radici.


CREDITI

Titolo originale: Yao / Regìa: Philippe Godeau / Sceneggiatura: Philippe Godeau, Agnès de Sacy, Kossi Efoui / Fotografia: Jean – Marc Fabre / Montaggio: Hervé de Luze / Interpreti principali: Omar Sy, Lionel Basse / Produzione: Pan-Européenne, France 2 Cinéma, Korokoro / Distribuzione: Cinema / Paese: Francia, 2018 / Durata: 103 min.

SUL WEB
Filmografia di Philippe Godeau
Cinema (distribuzione)

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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