John Waters, il regista di Pink Flamingos e Hairspray nella sua autobiografia dal titolo Shock Value (pubblicata in Italia dalla Lindau solo come Shock) dedica un intero capitolo, Due maestri, a Russ Meyer e Herschell Gordon Lewis. Mentre di Meyer sappiamo (quasi) tutto quello che c’è da sapere, Gordon Lewis, a parte alcune fanzine e qualche rivista specializzata, è ignorato dalla critica mainstream e anche dagli storici del cinema, almeno in Italia. Eppure, l’eclettico e fondamentale Jacques Lourcelles cita almeno una pellicola del cosiddetto “Gorefather”, alias Herschell Gordon Lewis: 2000 Maniacs, unica pellicola di Lewis uscita in Italia, in una (pessima) versione dvd per la Koch Media qualche anno fa. Per il resto il buio.
Sicuramente Gordon Lewis non ha il valore intrinseco di molti altri cineasti ma comunque il suo cinema è servito a creare quella tendenza indipendente che dagli anni ’80 in poi, con i suoi B movies, ha portato la settima arte lontano dal dominio economico delle case cinematografiche e ha contribuito a cambiare il modo in cui il pubblico fruiva il cinema, oltre a influenzare un’ondata di registi che si sono rivelati anche più geniali del maestro.
Film come Blood Feast, il già citato 2000 Maniacs, versione gore di Brigadoon di Minnelli, Taste of Blood oppure The Wizard of Gore hanno creato una serie interminabile di seguaci: registi come Peter Jackson con il suo Splatters – Gli schizzacervelli omaggia Lewis alla grande; la casa di distribuzione di Dvd Something Weird deve il suo nome e le sue scelte al nostro (infatti è suo l’omonimo film); e poi che cosa rimarrebbe a Eli Roth e a suoi film Cabin Fever e sopratutto Hostel senza il cinema del regista di Pittsburg? Per non parlare di un altro outsider del cinema americano come William Lusting e il suo favoloso Maniac. Quest’ultimo, infatti, è un omaggio scoperto al film più gore ma anche più divertente, The Gruesome Twosome, che significa qualcosa come “Il macabro duo” di Gordon Lewis del 1967. Lo dice l’autore stesso sia nell’intervista con John Waters che all’anchorman britannico Jonathan Ross, amante del trash. Infatti, si tratta di una variazione di Psyco, in cui una signora anziana, con tanto di gatto selvatico imbalsamato, nel salotto che ha un negozio di parrucche, dove attira delle giovani studentesse con la scusa delle camere in affitto. Le ragazze vengono rinchiuse nella cantina dove il figlio, ritardato, le leva lo scalpo e poi, ovviamente, le uccide. I capelli naturalmente servono alla mammina per la confezione delle parrucche.
The Gruesome Twosome brulica di humor nero e di sangue da tutte le parti. Nonostante sia stato girato nel 1967 gli effetti sono meno artigianali del solito e un paio sequenze di scuoiamento sono molto realistiche e girate benissimo. Ovviamente, Herschell Gordon Lewis nei suoi film si è sempre chiesto cosa il pubblico non vedeva mai nelle produzioni mainstream e puntualmente glielo dava.
Tra l’altro, il regista di She-Devils on Wheels, come un altro autore dell’exploitation, William Castle, aveva una grande inventiva. Infatti, The Gruesome Twosome si apre con un curioso siparietto: due supporti per parrucche in polistirolo con occhi e bocca di cartone dialogano nella vetrina di un negozio. Una mano pettina le parrucche, quindi, improvvisamente, la stessa mano armata di coltello le massacra. Dal polistirolo esce sangue, anticipando così le tematiche del film e aumentando anche la curiosità del pubblico dell’epoca, ancora non smaliziato. Ovviamente, l’idea è venuta al regista solo perché la pellicola era troppo corta per la distribuzione nelle sale e servivano alcuni minuti in più.
In fondo, come scrive Lourcelles “il gore non era altro che un aggiornamento del vecchio Grand Guignol con più realismo”. E Gordon Lewis ha saputo spingere tutto un pò più in là. Infatti, anche in questo The Gruesome Twosome il sangue è più rosso, quasi iperrealista, prima di un certo Scorsese, ma dopo di Marnie di Hitchcock, e il nero del buio, della cantina, fortemente contrastato, è come quello di Sam Raimi ne La Casa. Mentre le chiacchiere della mamma folle con il gatto imbalsamato sembrano quelle di una sit-com bonaria e il salotto dove lei e il figlio bavoso (eh si! gli esce la bava dalla bocca) fanno la maglia, sembra uscito da un qualsiasi episodio di Lucy Show che furoreggiava quegli anni in tv.
In The Gruesome Twosome tutto è riconoscibile, rintracciabile, e sottolineato nel cinema (e tv, basti pensare a certi episodi di Criminal Minds) a venire. Herschell Gordon Lewis, più che horror, ha sempre fatto una satira orrorifica, in cui i grandi ideali americani, qui famiglia, ma anche religione, patria, guerra civile, rapporto uomo donna, media venivano messi in burla attraverso il “gore” più spinto e più inverosimile.
Bisogna dirlo, in questo The Gruesome Twosome, come anche in 2000 Maniacs, il sangue è realistico mentre le immagini della macelleria più bassa no. Certo, non per incapacità del regista ma solo perché voleva dare la possibilità al pubblico “medio”, poi chissà qual è, dell’epoca o di girarsi la testa altrove o di continuare a guardare. Scelta sicuramente democratica. E in questa scelta lo hanno seguito senza dubbio Wes Craven e Tobe Hooper almeno nei loro primi film come L’ultima casa a sinistra e Non aprite quella porta.
Di “mammine care” come quelle di The Gruesome Twosome, interpretata tra l’altro da una magnifica Elizabeth Davis (nel ruolo della sua vita) il cinema ne ha avuto tante. Mai, però, cosi dimesse, sole, e “indifese” come lei, insieme con la mamma di Mother’s Day (non del remake con Rebecca de Mornay, ma dell’originale firmato Charles Kaufmann, dove “mammina” è interpreta da Beatrice Bons).
Sono pellicole solitarie queste. Pellicole che devono molto al cinema “puro”. Quello che non poteva mirare agli Oscar (e nemmeno ora, basti pensare all’ottimo Mother! di Darren Aronofsky). Non vogliamo, certo, sostenere che Herschell Gordon Lewis fu un grande regista. Vogliamo solo affermare che è stato un innovatore, per il suo periodo, e che ha dato il via a un cinema (anche commerciale, questo non lo nega nemmeno lui) che ha portato il cinema indipendente, americano soprattutto, dove sta oggi.
Se volete sapere di più potete potete consultare il libro Forgetten Horrors di George E. Turner e Michael E. Price (ed. New York Barnes, 1979). oppure Sex e Violence di Roberto Curti e Tommaso La Selva pubblicato dalla Lindau che dedica un capitolo a Herschell Gordon Lewis. Infine l’indispensabile, credo unica monografia dedicata in Italia al regista e produttore, Herschell Gordon Lewis The GoreFather di Michele Tosolini.
© CultFrame 04/2019
TRAMA
Mrs. Pringle gestisce un’attività privata di produzione e vendita parrucche. I capelli sono umani e la donna se li procura uccidendo studentesse o, meglio, facendole uccidere dal suo figlio demente Rodney. Cathy Baker, giovane studentessa appassionata di indagini, vuole scoprire che fine hanno fatto tutte le ragazze svanite nel nulla.
CREDITI
Titolo: The Gruesome Twosome / Regìa: Herschell Gordon Lewis / Sceneggiatura: Allison Louise Downe / Fotografia: Roy Collodi / Montaggio: George Regas / Musica: Larry Wellington / Interpreti principali: Elizabeth Davis, Chris Martell, Gretchen Wells, Sherry Robinson, Rodney Bedell, Ray Sager / Produzione: Herschell Gordon Lewis / Paese: USA / Anno: 1967 / Durata: 72. min.