Ash Is Purest White, il titolo originale, bellissimo, dell’ultima opera del pluripremiato regista Jia Zhang-ke ricorda la purezza della cenere vulcanica, una combustione violenta, primigenia, rigenerante, un cataclisma da cui, come un’immensa Fenice, rinasce continuamente l’intera Cina. È un’incessante palingenesi che travolge uomini e donne, sentimenti, usi e costumi, miniere e mafiosi, un crogiolo dal quale solo i “puri” riescono a riemergere. E infatti la straordinaria protagonista attraversa gli anni, i cambiamenti, le delusioni ed i pericoli in nome di un amore tanto puro quanto mal riposto, divenendo via via sempre più dura, come pietra vulcanica, affilata come una lama, fino a bastare a se stessa.
Jia Zhang-ke tallona la sua splendida attrice attraverso un continente in evoluzione, palazzoni fatiscenti e treni superveloci, smartphone modernissimi e pop anni ’70, un caos indistinto di vecchio e nuovo che annulla i codici d’onore di miseri gangster artigianali e fuori tempo, ancora alle prese con piccole truffe e misere estorsioni nel Paese che influenza la tecnologia e la finanza mondiale. Come attraverso un telescopio, il regista isola il microcosmo dei protagonisti all’interno di una supernova fumigante, un paesaggio in rapidissimo mutamento che lascia indietro i deboli e gli inermi. Proprio per questo il personaggio “vincente” sarà la tostissima Qiao, per la sua capacità di sopravvivere, di adattarsi al tumulto epocale che percorre il continente, alla modernità che, invece, finirà per schiacciare il mafiosetto Bin, incapace di rassegnarsi ad un nuovo ruolo, ad una nuova vita.
“È il capitalismo, bellezza” che muta luoghi e menti, ed a chi non è pronto non resta che avviarsi lungo un solitario “viale del tramonto”, ripreso con gelida distanza dal regista con stile quasi documentaristico, m.d.p. mobilissima e l’ottima fotografia naturale di Éric Gautier che rivela un’infinità di particolari in apparente contrasto. Certamente l’eccessiva durata diluisce il pathos del racconto, ma il carisma della protagonista, l’alienità dei paesaggi e la potente sensazione del trascorrere del tempo fanno de I Figli del Fiume Giallo un affascinante viaggio attraverso un universo sconosciuto e sorprendente, una corsa tra spazio e tempo che si conclude nelle Tre Gole dello Huang He.
© CultFrame 05/2019
TRAMA
Qiao, una ballerina innamorata del gangster Bin, si trova coinvolta in un combattimento tra bande locali e per difendere l’uomo che ama spara un colpo di pistola. Per questo viene condannata a cinque anni di carcere. Dopo il suo rilascio, Qiao va alla ricerca di Bin per ricominciare una vita insieme a lui. Ma non tutto è come prima.
CREDITI
Titolo: I figli del Fiume Giallo / Titolo originale: Ash Is Purest White / Regìa: Jia Zhang-ke / Sceneggiatura: Jia Zhang-ke / Fotografia: Éric Gautier / Montaggio: Matthieu Laclau, Lin Xudong / Musica: Lim Giong / Interpreti principali: Zhao Tao, Liao Fan / Produzione: Shangai Film Group Corporation, Arte France Cinéma / Distribuzione: Cinema di Valerio de Paolis / Cina, Francia, 2018/ Durata: 141 min.
SUL WEB
Sito ufficiale del film Ash Is Purest White di Jia Zhang-ke
Filmografia di Jia Zhang-ke