Beautiful Boy ⋅ Un film di Felix van Groeningen ⋅ Festa del Cinema di Roma 2018

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Una storia di tossicodipendenza come tante, purtroppo. Una vicenda troppe volte ascoltata, vista, narrata. Il dolore dell’abisso insensato o all’opposto pieno di senso. Una vita giovane che si consuma nell’uso ossessivo di qualsiasi tipo di droga, fino quasi a morire. Stiamo parlando di Beautiful Boy, film del regista Felix van Groeningen, ispirato a due libri: quello del giornalista David Sheff e quello di suo figlio Nicolas, quest’ultimo schiavo per diversi anni di una terribile forma di dipendenza da sostanze stupefacenti.

Una disavventura già sentita molte volte, abbiamo detto all’esordio di questo articolo, ma ciò non toglie il fatto che Beautiful Boy sia un film in grado di colpire profondamente lo spettatore, di farlo di nuovo pensare (all’argomento), di toccare corde molto intime in tutti noi. Sia chiaro, non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un lungometraggio onesto intellettualmente, girato con grande professionalità (anche con qualche guizzo registico) che finisce per entrare nella mente del fruitore soprattutto per il lavoro incredibile svolto con gli attori.

In particolare modo, ci riferiamo alla “prestazione” di Timothée Chalamet, giovane interprete che aveva senza dubbio la parte più rognosa da portare a termine. Evidentemente il lavoro di approfondimento effettuato con Felix van Groeningen ha dato i suoi frutti, visto che tutte le impervie difficoltà che riguardavano il personaggio drammatico e controverso di Nicolas sono state pienamente superate. A fare da contraltare a questo intenso interprete una scheda di attori e attrici, tutti in grado di esprimersi grazie a un raro equilibrio. Li citiamo: Steve Carrel, nei panni del disperato padre di Nicolas, Amy Ryan in quelli della madre del protagonista, Maura Tierney in quelli della seconda moglie del genitore di Nic e Timothy Hutton in un veloce ma importante cameo.

Felix van Groeningen

Beautiful Boy è un film molto doloroso e tragico, ma mai strappalacrime e banale. È soprattutto la narrazione di un’esperienza esistenziale che descrive ciò che Nicolas a un certo punto del racconto esprime con parole chiare e dirette: “il buco nero che è dentro ognuno di noi”, e che in certi casi può portare verso la disperazione assoluta, verso il buio. Così, Felix van Groeningen e i suoi attori descrivono in primo luogo la condizione umana (in generale) e i diversi modi di reagire allo straniamento individuale e allo sconforto esistenziale.

La storia di Nicolas Sheff (che non si droga più da otto anni) e di suo padre David è dunque una vicenda emblematica sull’assurdità della vita e sulla forza inspiegabile dell’amore, sulla difficoltà delle relazioni interpersonali, sull’angoscia terribile che si può annidare dentro ognuno di noi, sull’indecifrabilità del valore dei comportamenti umani e della loro eventuale efficacia.

Alla fine della proiezione si esce provati, non certo per ciò che si vede (in qualche inquadratura anche troppo) ma perché per tutta l’evoluzione della storia più che identificarsi con Nicolas, si tende a entrare in forte empatia con il padre, il quale tenta in tutti i modi aiutare il fragile figliolo senza riuscirvi mai, fallimento dopo fallimento. Alla fine, non rimane altro che il puro sentimento di un padre verso un figlio, non rimane altro che un abbraccio.

© CultFrame 10/2018 – 06/2019

TRAMA
David Sheff è un noto giornalista freelance che scrive per importanti riviste americane. Un giorno però inizierà il suo calvario: il figlio diciottenne Nicolas, inizia a essere vittima di ogni tipo di droga. Il percorso sarà lungo, doloroso, a tratti terribile ma alla fine forse David e Nicolas si ritroveranno.


CREDITI

Titolo: Beautiful Boy / Titolo originale: Id. / Regia: Felix van Groeningen / Sceneggiatura: Luke Davies, felix van Groeningen / Fotografia: Ruben Impens / Montaggio: Nico Leunen / Scenografia: Ethan Tobman / Interpreti: Timothée Chalamet, Steve Carrel, Amy Ryan, Maura Tierney, Timothy Hutton / Produzione: Amazon Studios, Big Indie Pictures, Plan B Entertainment / Distribuzione: 01 Distribution / Origine: USA / Anno: 2018 / Durata: 112 min.

SUL WEB
Filmografia di Felix van Groeningen
Festa del Cinema di Roma – Il sito

Condividi
Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009