Downton Abbey ⋅ Un film di Michael Engler

SCRITTO DA
Giovanni Romani

Una doverosa premessa: chi scrive non ha mai visto neppure un frame dell’omonima fiction britannica. Detto questo, Downton Abbey è un film davvero “amabile”, un piccolo gioiello di garbo, umorismo ed eleganza d’antan.

Scritto e sceneggiato da Julian Fellowes, già autore dello script dell’ottimo Gosford Park con la regia di Altman, diretto dall’abile Michael Engler già regista di alcuni episodi della fiction, ci offre due ore di riposante intrattenimento tra dimore sontuose e cucine frenetiche, maggiordomi orgogliosi e paggi reali odiosi, chef insopportabili e cuoche adorabili. dirige con mano sicura e movimenti di macchina fluidi e briosi, spostando l’attenzione dai personaggi ai paesaggi con abilità e naturalezza, seguendo la servitù nei corridoi di servizio e i “padroni” nei loro appartamenti in cui l’opulenza comincia a cedere il passo alla trascuratezza: i tempi cambiano e le avite dimore con loro.

Questo pare il tema principale di Downton Abbey, la consapevolezza del trascorrere del tempo, una meccanica feroce che non bada né al censo né al ceto, il minaccioso approssimarsi della volgare modernità, un mostro pronto a fagocitare titoli e tradizioni. Tale nucleo narrativo, peraltro, viene abilmente dissimulato sotto un perfetto intreccio che mescola acerrima rivalità tra sottoposti e antichi dissapori famigliari, battute fulminanti e inattesi coming-out, fino ad un improbabile tentato regicidio. E forse, nel tentativo di creare sottotrame alternative al batti e ribatti seriale tra nobiltà e servitù, la sceneggiatura sfiora l’azzardo con il suddetto crimine, tentato e risolto con sorprendente superficialità, e con la parentesi gay-friendly, forse eccessivamente disinvolta.

Michael Engler

Per il resto la scrittura è un eccellente meccanismo che mescola dissapori, amori, sofferenze e umorismo con brillante equilibrio, rendendo il racconto godibile anche per i non-iniziati, grazie soprattuto ad un ensemble di interpreti perfettamente coordinati e in perfetta reciproca sintonia. Sontuoso nella mise-en-scène, scritto con grazia e humour, sapientemente diretto e ottimamente interpretato, dopo Joker, Maleficent, Rambo, ecc…,  Downton Abbey ha l’effetto rilassante di una buona tazza di thé inglese.

© CultFrame 10/2019

TRAMA
Ambientato in una casa di campagna edoardiana all’inizio del XX secolo il racconto della vita della famiglia Crawley e del personale di servizio che lavora per loro.


CREDITI

Titolo: Downton Abbey / Titolo originale: id. / Regìa: Michael Engler/ Sceneggiatura: Julian Fellowes/ Fotografia: Ben Smithard/  Montaggio: Mark Day / Scenografia: Donald Woods / Musica: John Lunn / Interpreti principali: Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Brendan Coyle, Michelle Dockery, Maggie Smith, Elizabeth McGovern, Penelope Wilton / Produzione: Carnival Films, Focus Features / Distribuzione: Universal International Pictures / Paese: G.B., 2019 / Durata: 123 min.

SUL WEB
Filmografia di Michael Engler
Universal International Pictures

 

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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