Doug Aitken torna a Londra per presentare “Return to the Real”, una mostra presso la galleria di Victoria Miro, che esplora le relazioni nell’era dell’iperconnetività. Com’è percepita la natura quando la si vive attraverso il filtro del digitale? E chi siamo noi, costantemente distratti, distolti, fuori sincrono, immersi in una realtà virtuale?
La mostra si svolge sui due piani della galleria londinese ma è un lavoro omogeneo, in cui suoni, luci, forma e movimento si completano, svelando l’essenza dell’individuo contemporaneo.
Al pian terreno, “All Doors Open” (2019) ci mostra una scultura in acrilico translucente, percorsa da luci pulsanti e di diversi colori. Una donna si abbandona esausta, le borse della spesa ai suoi piedi, sul tavolo il cellulare, pulsante anch’esso, ma troppo lontano da raggiungere, e un vaso di frutta.
Connettività ed isolamento, un tempo sospeso, sottolineato da un commento sonoro, fatto di voci sovrapposte. L’ambiente in cui è posta l’installazione è completato da grandi light box, che creano panorami surreali, fatti di immagini ritagliate, assemblate o ripetute, come piscine vuote, letti più o meno disfatti, ali di aeroplano, paesaggi transienti ed estranei.
Al piano superiore, nell’installazione “Inside Out” (2019), la figura femminile è scolpita in marmo, a strati, come tante ere geologiche sedimentate. Il corpo è separato e, al suo interno, presenta una superficie lucida e riflettente, in dialogo dinamico con una parete a specchio, che, a sua volta, riflette uno spettacolo di luci, alle spalle della statua.
Due sculture sonore pendono dal soffitto. Composte da cilindri di acciaio, campanelli eolici che ruotano ed emettono suoni, queste si muovono, accordandosi con le note di un mantra moderno, composto da un centinaio di voci. L’ambiente costringe lo spettatore a fermarsi e a riflettere (riflettendosi), facendosi attraversare da luci e suoni. Una meditazione su connettività, materialità e velocità, ma anche una messa a terra, un antro ristorativo, che si contrappone al rumore incessante dei dispositivi e dei social media. Medesimo effetto lo ottiene l’installazione sulla terrazza del giardino, dove una scultura di piccoli campanelli tubulari, dà vita ad una sequenza sonora, ogni qualvolta è attraversata dal vento, ricomponendo per lo spettatore l’armonia dell’hic et nunc, la fluidità naturale del tempo.
Per l’artista americano, queste ultime creazioni servono ad investigare le modalità di relazione in un mondo sempre più veloce, in cui la realtà naturale e quella digitale spesso si sovrappongono.
La mostra londinese permette al visitatore non solo di riflettere sull’era tecnologica in cui è immerso e da cui è dominato, ma di mutare prospettiva, riappropriarsi di un momento unico, armonioso e transiente, riassaporando tempo e spazio attraverso immagini espressive e paesaggi ritmici.
© CultFrame 12/2019
INFORMAZIONI
Mostra: Doug Aitken: Return to the Real
Dal 2 ottobre al 20 dicembre 2019
Victoria Miro Gallery / 16 Wharf Road, Londra
Orario: martedì – sabato, 10:00 – 18:00 / ingresso libero
SUL WEB
Victoria Miro Gallery, Londra