“Springtime for Hitler and Germanyyyy…” Così cantavano gli attori del nazi-musical in Per favore, non Toccate le Vecchiette (The Producers di Mel Brooks, 1968), commedia geniale in cui due produttori squattrinati agognavano al flop a fini di lucro. E un musical su Hitler pareva assicurare un sonoro insuccesso. Più di 40 anni dopo l’attore, regista e autore neozelandese Waititi (What We Do in the Shadows, Thor: Ragnarok) ci riprova, ma con opposte finalità, con questa bizzarra e non del tutto riuscita commedia grottesca, in cui lo stesso Adolf appare come un buffo pagliaccio, amico immaginario del giovane protagonista.
Waititi frulla slapstick e persecuzioni, Anna Frank, esecuzioni sommarie, comicità isterica e riflessioni, orrore e sentimento, riducendo nazisti e rastrellamenti a escamotage narrativo e depotenziando così l’impianto basato sul contrasto tra argomento serio e modalità comica. Certamente in un paio di occasioni si ride, soprattutto per la bravura degli interpreti tra cui il sempre sorprendente Sam Rockwell nei panni di un ufficiale nazista ambiguamente “sopra le righe”, mentre Scarlett Johansson, consueta spocchia d’ordinanza, si limita a interpretare se stessa.
L’autore invece si riserva il ruolo più surreale, l’amico immaginario Adolf, che però riduce a demenziale macchietta, buffa, ma fuorviante: è corretto presentare uno dei più sanguinari mostri della storia come un inoffensivo pagliaccio? Ridurre la “soluzione finale” a una barzelletta? E, soprattutto, è opportuno farlo in un momento storico insozzato da fetidi rigurgiti razzisti?
Lasciamo il giudizio etico al pubblico, limitandoci a evidenziare come la ricerca della comicità ad ogni costo ne diminuisca l’effetto, provocando nello spettatore una prevedibile stanchezza e una conseguente freddezza emotiva, infatti anche sull’unico momento realmente drammatico l’autore glissa con sorprendente superficialità, quasi per paura di spegnere l’eco dell’ultima risata.
Tornano in mente alcuni sketch dei grandissimi Monty Python in cui i nazisti venivano irrisi con velenosa intelligenza, mentre Waititi sembra utilizzare gli orrori del regime sanguinario soltanto come strumento farsesco al solo fine di strappare una risata, un risultato decisamente modesto a fronte di premesse molto ambiziose.
© CultFrame 01/2020
TRAMA
Jojo Betzler ha 10 anni e vive a Vienna con la mamma vedova durante gli ultimi anni del nazismo. Jojo è un bambino dolce e un po’ timido, con un grande amico paffutello e occhialuto, insieme al quale vuole diventare un perfetto giovane nazista. Perché Jojo ha un idolo, Adolf Hitler, che ha trasformato in un amico immaginario
CREDITI
Titolo: Jojo Rabbit / Titolo originale: id. / Regìa: Taika Waititi / Sceneggiatura: Taika Waititi dal romanzo Caging Skies di Christine Leunens / Fotografia: Mihai Malaimare / Montaggio: Tom Eagles, Yana Gorskaya / Scenografia: Ra Vincent / Musica: Michael Giacchino / Interpreti principali: Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Scarlett Johansson, Sam Rockwell, Taika Waititi / Produzione: Czech Anglo Productions, Piki Films, Defender Films, Fox Searchlight Pictures / Distribuzione: 20th Century Fox / Paese: U.S.A., Germania, 2019 / Durata: 108 min.
SUL WEB
Sito ufficiale del Film Jojo Rabbit di Taika Waititi
Filmografia di Taika Waititi
20th Century Fox