Che il 38° Torino Film Festival si sarebbe svolto quasi unicamente in streaming lo si temeva da tempo e la conferma è arrivata nelle ultime settimane. Gli organizzatori – che pure avevano immaginato anche altri scenari – hanno dovuto presentare un programma che viene proposto interamente on line sulla piattaforma mymovies.it, dove da lunedì 16 novembre si possono acquistare biglietti singoli (3,50 euro), carnet da dieci spettacoli (30 euro) abbonamento semplici (49 euro) e sostenitori (100 euro). Masterclasses, messaggi registrati da autori e autrici dei film e altri contenuti saranno invece disponibili sul canale youtube della rassegna.
I principali soggetti a rimetterci per colpa della pandemia sono quindi gli esercenti delle sale torinesi coinvolte dal TFF. Se il pubblico dotato di buona connessione avrà comunque i suoi film, sulle piattaforme viene inevitabilmente meno la socialità di cui accreditati e amanti del grande schermo vanno in cerca frequentando i festival in quanto occasioni non riproducibili sul web per incontrarsi e discutere di cinema. Tenere in vita la manifestazione in tali modalità ha comportato il sacrificio di quei film che non possono essere mostrati in streaming per questioni di diritti – e ciò ha significato la sospensione dell’intera retrospettiva che era stata organizzata dall’ex direttrice Emanuela Martini – o che sarebbero passati a Torino come volano di un’uscita in sala che al momento non è preventivabile. Tra questi, peraltro, alcuni titoli già annunciati ma anche qui si tratta di una perdita che colpisce soprattutto la distribuzione in sala più che il TFF e il suo pubblico.
L’unico evento speciale paragonabile a questi appuntamenti mancati è la presentazione del restauro di In the Mood for Love (2000) di Wong Kar-wai, promosso dalla Tucker film, trasmesso su piattaforma per un massimo di 500 utenti. Nella sezione Back to Life, si potranno poi vedere altri film recentemente restaurati in digitale, quali Il federale (1961) di Luciano Salce, Il nero (1966) di Giovanni Vento, Lo stagionale (1972) di Alvaro Bizzarri e Avere vent’anni (1978) di Fernando Di Leo: tutti dedicati a temi caldi della società di allora e di oggi.
A Stefano Francia di Celle non è dunque toccato un esordio semplice alla guida del TFF. Malgrado ciò, nel corso dei mesi passati il neo direttore si è prodigato a esporre in più occasioni la sua linea e le novità che saranno proposte già in questa edizione sperimentale. Tra le più ribadite, sia per quanto riguarda la squadra che realizza il festival sia per le selezioni ufficiali, l’applicazione del programma 50/50 by 2020 lanciato dal Toronto Film Festival che prevede eguale presenza maschile e femminile. Obbedendo a quest’impostazione binaria, nel concorso principale di Torino 38 figurano 6 registe e 7 registi, a causa della presenza dei fratelli nigeriani Arie e Chuko Esiri con This Is My Desire, mentre la parità di genere è rispettata in modo ancor più rigoroso nel neonato concorso riservato ai Cortometraggi (6 a 6: ma siamo sicuri che tutt* quest* cineast* si riconoscano in una soggettività che si rivendica ‘uomo’ o ‘donna’?). Esito di posizionamenti simili appaiono anche le scelte dei temi di molte delle opere (dove conflitti di classe, razza e genere sembrano predominare), la giuria dei lungometraggi interamente composta di donne e l’assegnazione a Isabella Rossellini del nuovo premio Stella della Mole dedicato all’innovazione artistica e disegnato ispirandosi alla stella a dodici punte fissata sulla cima della guglia della Mole antonelliana.
Nuova veste anche per l’ex Festa Mobile ribattezzata meno creativamente Fuori Concorso e per l’un tempo detta Afterhours ora diventata Le stanze di Rol, sezione dedicata al cinema di genere con storica predilezione per l’horror a cui l’intitolazione al sensitivo torinese amico di Fellini dovrebbe aggiungere qualche brivido. In occasione del centenario di Fellini, il progetto “RadioAMARCORD” propone invece in live streaming (il 26 novembre, ore 21) la messa in scena di quattro dei radiodrammi firmati dal futuro regista da solo o in coppia con Ruggero Maccari per l’EIAR.
Più rivolte al pubblico locale le sezioni Visioni resistenti e Schermi eretici, che puntava a far uscire il festival dalle sale dislocandosi in vari luoghi cittadini e si realizzerà compiutamente solo nel 2021, oltre che Luce su Torino, selezione di pillole dell’Istituto Luce ambientate in città, proposte prima dei film ma visionabili anche sul sito de La Stampa.
Pochi cambiamenti, fortunatamente, per il TFFDOC con le sue sezioni competitive italiana e internazionale (con diversi titoli firmati da coppie e collettivi) e il tradizionale focus quest’anno rivolto al Paesaggio composto da sette film fra cui suscitano curiosità Sulle tracce di Goethe in Sicilia del drammaturgo Peter Stein e Dear Werner. Walking on Cinema di Pablo Maqueda, giovane regista messicano che ha ripercorso il viaggio a piedi da Monaco a Parigi compiuto da Herzog nel 1974 per assistere Lotte Eisner. Che si tratti oggi di salvare il cinema?
Inoltre, va ricordata la consegna del Premio Maria Adriana Prolo alla carriera, prevista per il 25 novembre con cerimonia online, meritatamente conferito dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema a Cecilia Mangini. Nel programma del festival, c’è anche la proiezione di Due scatole dimenticate, l’ultimo lavoro realizzato dalla regista ultra-novantenne insieme a Paolo Pisanelli.
Pur dicendosi convinto che sala e streaming dovranno sempre più coesistere d’ora in avanti, Francia di Celle ha annunciato che alcune proiezioni di film del 38° TFF saranno programmate alla riapertura presso il cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti a Roma e in altri esercizi torinesi. Non resta che sperare che ciò possa avvenire presto.
© CultFrame 11/2020
INFORMAZIONI
38° Torino Film Festival / Direttore: Stefano Francia di Celle
Dal 20 novembre al 28 novembre 2020
Proiezioni e acquisto biglietti: https://www.mymovies.it/
SUL WEB
Torino Film Fest – Il sito (per tutte le informazioni pratiche e il programma dettagliato)