“Sono ancora commosso, sconvolto, faccio fatica a parlare perché, confesso, mi è successo raramente di vedere in questi ultimi anni un film così bello e così commovente”. Queste erano le parole di Pier Paolo Pasolini al Festival di Venezia del 1974 per il film di Paul Vecchiali Femmes, Femmes. Parole servite a poco: il film di Vecchiali, regista che ha firmato più tardi il favoloso Encore, è rimasto inedito in Italia e ad oggi non ha goduto nemmeno di una uscita in dvd o, figuriamoci, in Blu-ray.
Femmes, Femmes è stato girato in soli sedici giorni, in un bianco e nero sfavillante; d’altronde è un film sul cinema stesso, scritto dal regista con l’amico critico Noel Simsolo e l’apporto delle due attrici protagoniste che hanno curato le loro battute personalmente. Modo di lavorare alquanto curioso per un regista come Vecchiali che amava da una parte lo sperimentalismo più sfrenato e dall’altra il cinema francese classico.
Ma al contrario di quello che intendevano i registi della “Nouvelle Vague” come classico, ossia il cinema dei Carnet, dei Dellanoy e dei Jean Gabin, il regista corso vede la classicità nel cinema francese “degli anni ’30, del Fronte Popolare… e in registi come Jean Grémillon o Max Ophüls.” (cit. Alessandro Cappabianca). Infatti, più che una storia, Femmes, Femmes descrive delle situazioni che vivono due attrici non giovanissime e senza successo. Situazioni immerse in un’atmosfera magicamente “neorealista”, piene di ricordi illusori, contornate da foto di dive del cinema che avrebbero, forse, voluto essere.
Vecchiali fa per il melodramma quello che ha fatto Jacques Demy per il musical: lo raffredda, esplicita i suoi meccanismi e spinge tutto verso una quotidianità iperrealista. Anche se poi la dimensione del film nel film sembra riportare il tutto verso una verità che non vuole scendere dal palcoscenico, quasi astratta. Per dirla con Orson Welles nel suo F for fake, la falsità della verità, la verità della falsità.
Femmes, Femmes vive di accumuli. Come le foto delle dive che conservano le protagoniste, il film va avanti raccogliendo momenti insignificanti, rendendoli importanti per le due donne, intermezzi musicali che sembrano incongruenti con la struttura della pellicola ma che alla fine creano un’atmosfera affascinante. Una pellicola in cui “sembra che i personaggi vivano di nostalgia piuttosto che vivere tout court.” (cit. Jacques Lourcelles/Dictionaire des Films). Basti pensare la scena in cui una delle protagoniste, Sonia Saviange, nella vita sorella del regista, recita all’altra, Hélène Surgère, il monologo di Andromaca dall’omonimo dramma di Racine; si toccano dei momenti di assoluta verità (pare che la Saviange avesse perso un bambino da poco). Si tratta di uno dei momenti più alti di un film in cui i personaggi, e solo i personaggi, si muovono in un balletto statico tra vita, “vecchiaia, decadenza e morte” (cit.JacquesLourcelles/Dictionaire des Films).
Una curiosità: Pasolini, fu colpito dal film talmente tanto che ha voluto le due protagoniste nel suo Salò o 120 giornate di Sodoma, in cui recitano un passaggio proprio di Femmes, Femmes.
La pellicola di Vecchiali si può trovare in dvd in Francia dalla label “La vie est belle”.
© CultFrame 11/2020
TRAMA
Le fantasie e i sogni di due ex-attrici che si intrecciano con le loro realtà, mentre i loro due coinquilini lottano per sopravvivere alle loro vite quotidiane difficili ed eccentriche.
CREDITI
Titolo originale: Femmes, Femmes / Regia: Paul Vecchiali / Sceneggiatura: Noël Simsolo, Paul Vecchiali / Fotografia: Georges Strouvé / Montaggio: Paul Vecchiali / Musica: Roland Vincent / Interpreti: Hélène Surgère, Sonia Saviange, Michel Delahaye, Michel Duchaussoy, Noël Simsolo/ Produzione: Paul Vecchiali / Anno produzione: 1974 / Paese: FRA / Durata: 120 Minuti / Uscita Dvd: 2010
SUL WEB
Filmografia di Paul Vecchiali