Dopo un’edizione svoltasi forzatamente online, il secondo Torino Film Festival diretto da Stefano Francia di Celle torna in presenza e in una versione quanto mai diffusa nella città recuperando alcune delle iniziative e delle novità che si erano immaginate già per il 2020. Oltre a ritrovare la piena capienza delle sale del centro, il progetto del TFF 2021 manifesta infatti l’intento di rinsaldare un’idea di comunità che non è soltanto quella transnazionale del cinema ma anche quella torinese: a tal fine, sono stati coinvolti dalla manifestazione diversi schermi decentrati (dai multiplex alle sale parrocchiali) proponendo inoltre per la prima volta un programma specifico di proiezioni rivolto alle scuole secondarie.
Mescolando l’essai e il pop, tra il concorso principale di Torino 39 riservato alle nuove leve del cinema internazionale e l’assegnazione del premio Stella della Mole a Monica Bellucci, la rassegna si muove con qualche acrobazia sopra e sotto al mainstream. Come definire altrimenti l’apertura affidata all’animazione di Sing 2, il cartoon di Natale della Universal? La chiusura sarà invece affidata ad Aline di Valérie Lemercier, biopic liberamente ispirato alla vita di Céline Dion, che arriverà nelle nostre sale grazie alla Lucky Red. L’anteprima di Cry Macho di e con Clint Eastwood (in uscita il 3 dicembre) – associata alla presentazione del documentario Clint Eastwood. A Cinematic Legacy di Gary Leva – fa da capofila al drappello dei titoli più attesi dal pubblico italiano e proposti nel Fuori Concorso. Ma è forse la neonata sezione Surprise a riservare qualche anteprima di pregio con opere francesi per lo più passate a Cannes quali Tromperie di Arnaud Desplechin (da Philip Roth), Bergman Island di Mia Hansen-Løve, Jane par Charlotte di Charlotte Gainsbourg (ritratto della madre Jane Birkin), a sua volta interprete di Suzanna Andler di Benoît Jacquot (tratto da Marguerite Duras).
Pur riproponendo il programma di film di genere curato da Pier Maria Bocchi sotto al titolo Le stanze di Rol, che avrà anche quest’anno un suo seguito, e aggiungendo una selezione di lavori fuori formato ed eccentrici quale Incubator, la parte più “identitaria” del TFF sembra continuare a essere quella dei documentari. Anche in quest’ambito c’è una sezione nuova non competitiva intitolata L’incanto del reale dove si vedranno opere quali Il tempo rimasto di Daniele Gaglianone, l’omaggio al cinema di uno dei più noti filmmaker torinesi attivo dagli anni Sessanta, Tonino De Bernardi un ricerca senza confini, o il ritratto della trans (e vittima della deportazione a Dachau) Lucy Salani C’è un soffio di vita soltanto di Matteo Botrugno, Daniele Coluccini.
Più strutturato eppur vario appare il programma di TFFDOC. Accanto alle sezioni competitive italiana e internazionale, c’è l’ormai tradizionale focus concepito da Davide Oberto che quest’anno ha il titolo “noi” ed è costruito a partire da Nous di Alice Diop con recuperi all’indietro e prime assolute: si va da 235000000 (1967) di Uldis Brauns a È solo a noi che sta la decisione (1976) dedicato al dibattito sull’aborto da Isabella Bruno il cui Donne emergete! (1975) ha ispirato Undead Voices (2021) di Maria Iorio e Raphael Cuomo ed è al centro di un programma di conservazione e valorizzazione del CSC-Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea.
Sono invece stati restaurati a cura di Raiteche Marisa della Magliana (1976), all’epoca definito il primo “telefilm femminista”, e Sono arrivati quattro fratelli (1979) della regista Maricla Boggio che coniugò documentazione e impegno femminista lavorando per la Rai degli anni Settanta. Nella sezione Back to Life figurano poi l’uno accanto all’altro i restauri digitali di Moloch (1999) di Aleksandr Sokurov e Santa Maradona (2001) di Marco Ponti, film culto della Torino post-industriale.
In assenza di una retrospettiva corposa come un tempo, va segnalata la presenza di alcune proiezioni in 35mm nell’omaggio curato da Massimo Causo a Hadjithomas & Joreige (Io voglio vedere. Il Cinema di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige), coppia di artisti libanesi ancora non troppo celebrata nel circuito festivaliero, di cui si vedranno diverse opere a soggetto e non sui mutamenti sociali, urbanistici ed economici della città di Beirut, da Around the pink house (1999) all’ultimo Memory Box (2021) passando per Je veux voir (2008) con Catherine Deneuve. La coppia terrà un incontro pubblico. Masterclass anche per l’israeliano Avi Mograbi il cui ultimo film The Firt 45 Years ha fatto il giro del mondo del corso del 2021. La sua “lezione” rifletterà in parallelo su quest’ultima opera e su Z32, altro documentario che prende spunto dall’incontro con soldati che raccontano le proprie esperienze nell’esercito israeliano, disponibile online sul sito personale del regista.
Le incursioni nel passato di Schermi eretici (incontri con Giuliana Gamba e Gabriella Giorcelli), gli omaggi a Giuseppe Piccioni (Premio Maria Adriana Prolo 2021) e al cineasta piemontese prematuramente scomparso Pietro Balla, il programma Tracce di teatro/Il respiro della scena con ibridazioni tra palcoscenico e piccolo o grande schermo, di cui fa parte pure un omaggio a Eduardo, si aggiungono al programma facendo sì che di sicuro non tutto il pubblico del TFF vedrà lo stesso festival.
© CultFrame 11/2021
INFORMAZIONI
39° Torino Film Festival / Direttore: Stefano Francia di Celle
Dal 26 novembre al 4 dicembre 2021
SUL WEB
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