Nella scena finale del film d’esordio di Selman Nacar, lo scorrere dei tessuti che fuoriescono a ciclo continuo dai macchinari di una fabbrica simboleggia con evidenza il movimento inarrestabile del capitale, un moto perpetuo che ha sballottato il protagonista per l’intero arco narrativo teso tra le due albe con cui Between Two Dawns si apre e si chiude. In questa unità di tempo, il giovane Kadir s’è trovato come mai prima di allora a fare i conti con il proprio status, la propria coscienza e un dilemma etico che rischia di soccombere alle ragioni puramente economiche dominanti anche la produzione dell’opificio a conduzione famigliare che segna tutto il suo orizzonte personale e lavorativo da quand’è venuto al mondo.
Prima o poi, tali situazioni si presentano a chiunque diriga un’impresa. A Kadir, protetto fino a quel momento dal fratello maggiore che di fatto dirige la fabbrica creata dal padre, è toccato attendere che un avvenimento imprevisto gli rivelasse la durezza dei meccanismi necessari per restare sul mercato. Mettendo poi in discussione la vuota retorica dell’integrità con cui la sua famiglia cerca di imporre una narrazione ufficiale riguardo all’incidente sul lavoro avvenuto in circostanze che, per buona parte del film, rimangono ambigue tanto al protagonista quanto a chi guarda. Malgrado la sua vita intima e una relazione sentimentale intrattenuta all’oscuro dei genitori appaiano discordi rispetto a una norma tradizionale di matrice patriarcale, la posizione in cui Kadir si viene a trovare alla fine del film non lascia più spazio ad alcuna ambivalenza.
Girato nel 2019 ma tenuto fermo per potere arrivare sui grandi schermi non appena l’emergenza sanitaria lo avesse consentito, nel 2021 Between two dawns è entrato nella selezione di Cannes e San Sebastian e ha vinto il 39° Torino Film Festival, manifestazione orfana dello storico Premio Cipputi per anni riservato ai film dedicati in modo originale alle tematiche del lavoro ma pur sempre attenta alla rappresentazione cinematografica del lavoro contemporaneo. Non è però il caso di rivelare qui a chi il film non l’abbia ancora visto se la parabola del padrone che prende coscienza dei suoi privilegi, e dei vincoli orrendi da rispettare per mantenerli, termini come in Un altro mondo di Brizé o in maniera invece antitetica.
Ciò che conta è la solidità di scrittura che in Between two dawns sostiene l’implacabilità di un congegno narrativo che procede per piani sequenza, ricordando alcune recenti e riuscite soluzioni etico-stilistiche di produzione iraniana o rumena. Quest’ultimo riferimento è autorizzato dalle dichiarazioni del regista stesso, che ha voluto al suo fianco un direttore della fotografia rumeno quale Tudor Panduru, già collaboratore di Cristi Puiu e Cristian Mungiu. Indubbiamente Nacar, diplomatosi in cinema alla Columbia (New York) dopo una laurea in legge, ha studiato queste e altre cinematografie non ignorando neppure i tormenti dostoevskijani che hanno nutrito le opere del compatriota Nuri Bilge Ceylan. Non si può dunque che augurare a Nacar di trovare il modo, nei suoi prossimi film, di portarci uno sguardo ancora più personale e ancora più politico sul suo paese, regione di frontiera sempre più nevralgica per un futuro di pace e democrazia tutt’altro che scontato tra il vecchio continente e i suoi confini orientali. In tal senso, un’organizzazione transnazionale del lavoro e della manodopera e una maggiore regolamentazione dei mercati saranno temi necessariamente da affrontare nel prossimo futuro.
© CultFrame 12/2021
TRAMA
Quando la pressione per la consegna di un ordine spinge ad accelerare i ritmi di produzione, l’incidente diventa un rischio calcolato ma dalle conseguenze potenzialmente drammatiche. Kadir sta per fidanzarsi ufficialmente con la ragazza che ama, erediterà la fabbrica tessile fondata dal padre e ha in mente di rilanciare l’impresa di famiglia anche tramite l’e-commerce, ma ciò che accade in pochi minuti durante una mattinata qualsiasi di lavoro può compromettere per sempre il suo futuro.
CREDITI
Titolo: Between Two Dawns / Titolo originale: İki Şafak Arasında / Regia: Selman Nacar / Sceneggiatura: Selman Nacar / Interpreti: Ünal Silver, Bedir Bedir, Burcu Gölgedar, Erdem Şenocak, Mücahit Koçak, Nezaket Erden / Fotografia: Tudor Panduru / Montaggio: Buğra Dedeoğlu, Melik Kuru, Selman Nacar / Produzione: Arizona Productions, Fol Film, Karma Films, Kuyu Film, Libra Film Productions, Nephilim Producciones, TRT / Francia, Romania, Spagna, Turchia, 2021 / Distribuzione internazionale: Luxbox / Durata: 91 minuti
SUL WEB
Filmografia di Selman Nacar
Torino Film Festival – Il sito