L’umanità alla deriva. Essential Truths of the Lake, un film di Lav Diaz⋅ 76° Locarno Film Festival

Essential Truths of the Lake, regia di Lav Diaz ©Epicmedia-Sine-Olivia-Pilipinas-Films-Boutique-Rosa-Filmes-Tier-Pictures-ARTE-France

Essential Truths of the Lake, presentato in concorso al 76° Locarno Film Festival, si ricongiunge nel prologo al precedente When the waves are gone (2022) , di cui costituisce una sorta di prequel: un cadavere riverso nella selva reca un cartello ingiurioso: “sono un pusher”. Siamo ancora una volta in piena “guerra alla droga” del presidente Duterte, foglia di fico dietro cui l’apparato statale filippino nasconde le sue nefandezze e, con la scusa del contrasto al traffico di stupefacenti, semina il terrore, falcidia e diffama i poveri diavoli. La vedova si affligge – “mio marito non era un pusher” – e il figlio piccolo sgrana occhi traumatizzati. Quello sguardo arpiona il tenente investigatore e lo trascina in un imbuto esistenziale in cui la ricerca di giustizia ed espiazione si trasforma in sacrificio ai confini della follia.

Il tenente è quell’Hermes Papauran, interpretato ancora una volta da John Lloyd Cruz, che nell’opera precedente si fregiava dell’epiteto di “miglior investigatore del Paese”. L’uomo crede nel proprio lavoro come in una missione e per questo è attanagliato da dubbi e rimorsi che confessa alla sua superiore gerarchica, figura tutelare un po’ amica e un po’ mentore: “La polizia ha un problema politico, culturale, sociologico e anche spirituale. Non dovrebbe obbedire agli ordini del potente di turno ma servire il popolo e invece lo massacra”. Il film ricostruisce dunque tutto il travaglio interiore di un good lieutenant alla ricerca di una redenzione forse impossibile per il corpo di polizia e ossessionato da un cold case. La modella, attrice e attivista ecologista e femminista Esmeralda Stuart, detta “Aquila delle Filippine” o anche “child genius”, è scomparsa e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Papauran si mette allora sulle sue tracce entrando in contatto sia con una scena artistica impegnata e underground sia con un amante losco che si muove tra il lecito e l’illecito. Il film sembra diventare in certe sequenze uno spazio di visibilità per giovani performer. Per di più, anche se non annoverato tra i registi queer del presente, Diaz fa delle scelte significative, frutto di una sensibilità sociale raffinata da parte di questo maestro del cinema che non ha dimenticato la sua formazione da cronista attento al mondo e ai suoi travagli: si veda per esempio l’idea di far interpretare un piccolo ruolo di sergente a una persona transgender come presenza attoriale a pieno titolo e non come token funzionale alla rappresentazione della differenza dalla norma. 

Essential Truths of the Lake, regia di Lav Diaz ©Epicmedia-Sine-Olivia-Pilipinas-Films-Boutique-Rosa-Filmes-Tier-Pictures-ARTE-France

Impegnata contro la violenza sulle donne e il sessismo e in difesa degli animali locali, Esmeralda era forse un obiettivo politico; forse si prostituiva ed è caduta vittima di una vendetta o forse, come sostengono alcuni, è semplicemente scivolata e annegata nel lago Taal. Quando l’eruzione di un vulcano copre di cenere la zona dove si è probabilmente compiuto il misfatto, ogni speranza di saperne di più sembra perduta ma non per Hermes, roso da un tarlo della verità che si palesa anche sulla sua pelle in forma di eczema. Il suo periplo tragico ha un che di mitico, e infatti porta il nome di un dio greco, cita l’Iliade e stringe amicizia con un giovane di nome Achilles a cui narra la guerra di Troia. Ma la sua è anche una via crucis gravata dal peso del male del mondo. Le simbologie cristologiche disseminate nel film fanno del protagonista un messia errante sempre più solo e disperato.

Anche se in una durata più contenuta rispetto a opere fluviali quali Lullaby for a sorrowful mystery (2015) , Diaz realizza un universo visivo e narrativo composito: intreccia piani temporali, formati cinematografici (digitale e 16mm) e codici espressivi (le immagini televisive della recente eruzione del vulcano Taal, la performance teatrale, il documentario impegnato, il backstage). Questa complessità esprime il labirinto di segni contraddittori e confusi in cui si muove un’umanità sempre più alla deriva, in balia di un tempo che nel suo scorrere tende pericolosamente verso il caos e l’oblio propizi non alla complessità ma alla menzogna e all’ingiustizia. È un cinema di chiaroscuri dell’anima, sempre in bilico tra sonno e veglia, in cui il paesaggio, tra discariche a cielo aperto e scorci ipnotici, non racconta solo i pantani presenti e passati delle Filippine ma esprime un più globale grido di dolore in difesa dei più deboli e della Terra che soffre. Nel viaggio di Hermes alla ricerca della “verità essenziale del lago” il film si interroga così non solo su chi ha ucciso Esmeralda Stuart ma anche su chi sta uccidendo il pianeta in cui viviamo, sul destino di chi è più vulnerabile e su chi e come potrà mai sopravvivere all’incubo che si profila all’orizzonte.

© CultFrame 08/2023

TRAMA

La rettitudine morale dell’investigatore Hermes Papauran lo spinge a riaprire il caso irrisolto di una giovane donna scomparsa in una zona lacustre nell’isola filippina di Luzon. L’indagine lo porta ad incontrare l’umanità composita che vive sulle sponde del lago attraverso lunghi anni di indagini che sembrano pian piano trasformarsi in una ricerca di assoluto.

CREDITI
Titolo: Essential Truths of the Lake / Regia: Lav Diaz / Sceneggiatura: Lav Diaz / Fotografia: Lav Diaz, Larry Manda / Montaggio: Lav Diaz / Costumi: Ivan Raborar / Interpreti: John Lloyd Cruz, Hazel Orencio, Shaina Magdayao, Bart Guingona, Agot Isidro / Paese: Filippine, Francia, Portogallo, Singapore, Italia, Svizzera, Regno Unito, 2023 / Durata: 215 minuti

Silvia Nugara

Silvia Nugara ha un dottorato di Linguistica Francese e i suoi interessi ruotano attorno alle relazioni tra il linguaggio e la costruzione della realtà sociale, con particolare riferimento agli immaginari e ai discorsi relativi alle soggettività di genere. Attualmente è redattrice di Punto di Svista e Cultframe - Arti visive.

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