Non ci sono molti film in Italia che celebrano il (grande) cinema attraverso i fatti di cronaca. Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, in concorso al Festival di Venezia 2023, è uno di questi.
Costanzo ambienta la sua storia negli anni ’50. Bellissima di Visconti è del 1951, dello stesso anno è anche Quo Vadis di Le Roy, girato a Cinecittà. Questi sono i due poli tra i quali si muove (narrativamente) Costanzo. Ma soprattutto, l’autore rievoca un fatto di cronaca tutto italiano come il caso Montesi (proprio di quegli anni lì) come riflesso psicoanalitico di quel momento storico e di quella società.
Wilma Montesi fu un giovane attrice uccisa barbaramente senza che si sia mai trovato il colpevole. Il mondo del cinema e della politica ne fu coinvolto e sconvolto allo stesso momento.
Il regista di Hungry Hearts costruisce la storia di un ragazza che entra a Cinecittà per caso e finisce per partecipare, come comparsa, all’ultimo giorno della realizzazione di un peplum hollywoodiano. E, sempre per caso, finisce alla cena finale della produzione. Il suo sarà un viaggio lungo verso l’alba.
Il regista sceglie tre livelli narrativi: il primo riguarda la famiglia della ragazza. Quest’ultima si chiama Mimosa ed è interpretata dall’esordiente Rebecca Antonaci. E proprio attraverso questa figura femminile si avvicina alla realtà proletaria degli anni ‘50 appena uscita dalla guerra. Poi c’è il mondo del cinema (americano) che capisce come nel nostro paese ci sia la possibilità di creare i suoi miti spendendo poco denaro; infatti a Roma si sta girando un classico film pseudo storico (come tanti a Cinecittà).
Infine, è narrata “la perdita dell’innocenza” di un paese in cui le dive sono poco dive e le donne vengono cannibalizzate dall’aggressività maschile.
Costanzo raffigura il tutto con eleganti carrellate felliniane (siamo a Cinecittà no?) che inquadrano lo sguardo di Mimosa. La ragazza non sa molto del mondo in cui si è ritrovata ma percepisce tutto e partecipa senza scendere a compromessi. Così alla fine risulterà la più vera di tutti.
Poi, finalmente l’alba, tutti quelli che hanno sfruttato l’energia della sua giovinezza spariscono. E noi la troviamo a passeggiare in una Via Condotti deserta con una leonessa fuggitiva sotto l’ombra di una Cabiria appena uscita dalla notte.
© CultFrame 08/2023
TRAMA
Finalmente l’alba è il viaggio lungo una notte della giovane Mimosa che, nella Cinecittà degli anni Cinquanta, diventa la protagonista di ore per lei memorabili. Una notte che da ragazza la trasformerà in donna.
CREDITI
Regia: Saverio Costanzo/ Sceneggiatura: Saverio Costanzo/ Montaggio: Francesca Calvelli/ Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom/ Musica: Massimo Martellota/ Interpreti: Rebecca Antonaci, Lilly James, Joe Keery, Willem Dafoe, Alba Rohwacher/ Ita, 2023 / Produzione: Lorenzo Gangarossa / Distribuzione: 01 Distribuzione/ Durata: 142 minuti.