Bella Baxter, la protagonista di Poor Things di Yorgos Lanthimos, è un personaggio sospinto da uno spirito d’avventura irrefrenabile. Il periplo che compie nel film, tratto dal romanzo omonimo di Alasdair Gray e sceneggiato da Tony McNamara alla seconda collaborazione con Lanthimos dopo La Favorita (2018), è il classico “viaggio dell’eroe” con la quotidianità che lascia il passo al richiamo del mondo, agli incontri con aiutanti o antagonisti, alla collisione con le asperità dell’esistenza in un succedersi di prove che conducono alla trasformazione e infine al ritorno a casa in vesti nuove. La struttura mitologica è sempre la stessa, che si tratti del viaggio di Ulisse o del vagare di questa creatura nata dalla sfida alle leggi di natura da parte di uno scienziato pazzo. Come l’Ulisse di Dante anche Bella è stata fatta per “seguir virtute e canoscenza” ma nel suo caso la “virtute” non va pensata nei termini di una morale tradizionalista che dalle donne esige castità. Al contrario, sono proprio la potenza sessuale e la sete di piacere fisico a dare avvio al viaggio, a catalizzare la formazione di Bella e lo sviluppo di tutte le sue facoltà, anche intellettuali.
Il visionario regista greco ormai hollywoodiano di adozione Yorgos Lanthimos realizza così un’astuta per quanto godibile parabola “femminista” pro-sex totalmente in sintonia con un tempo in cui le donne, anche nell’industria cinematografica, vogliono tutto: l’autodeterminazione, la libertà, l’amore, il sesso, il successo, il potere decisionale. Che in questo percorso di autodeterminazione il sesso sia centrale diventa per il regista l’occasione di magnificare la nudità integrale di Emma Stone che per la verità ha una fisicità piuttosto efebica. La temeraria attrice americana gioca così su un doppio registro: da una parte ha le movenze goffe e le espressioni stralunate di Edward Mani di Forbice, dall’altra, acquisisce sensualità man mano che la sua consapevolezza si fa strada.
Bella ha l’innocenza di un essere senza passato e senza vergogna perché nasce sul tavolo operatorio del chirurgo Godwin Baxter (Willem Defoe). Quest’ultimo è una specie di Dio (il suo diminutivo non è altro che God), un padre-Pigmalione con la genialità del dottor Frankenstein e il volto deturpato di Elephant Man. Traumatizzato da un’infanzia infelice e salvato dal razionale utopismo della Scienza, God è una Bestia affabile che tiene Bella protetta ma anche sotto stretta sorveglianza in un palazzo-mondo da cui non è previsto lei esca. Bella ha il corpo di una donna ma non è mai stata socializzata come tale e quindi non conosce tutti i condizionamenti a cui lo sguardo maschile sottopone le femmine ma neppure i trucchetti e le moine che le ricompensano a suon di lusinghe. Lei risponde solo a sé e alle proprie voglie. E così, quando ad attrarla fuori dalla casa del padre per portarla in viaggio a Lisbona arriva un maschio narcisista che crede di poterla sedurre e abbandonare, l’avventura si rivelerà istruttiva e sorprendente per entrambi.
Mark Ruffalo interpreta con autoironia il bersaglio di questa satira nei confronti dell’egocentrismo maschile e della sua fondamentale misoginia. Ma non si può non citare anche il cameo di Anna Schygulla, nei panni di una facoltosa e indipendente aristocratica con cui Bella fa amicizia in crociera verso Alessandria. La loro complicità giunge in un momento chiave di questo racconto di formazione in cui ogni tappa rappresenta una fase della crescita della protagonista. La crociera è l’apertura degli occhi dentro di sé e sul mondo, il momento delle letture e dell’incontro con la crudeltà dei rapporti sociali. Poor Things è una favola gotica per la contemporaneità, una fantasmagoria in costume postmoderno, visivamente a cavallo tra Terry Gilliam e Tim Burton, realizzata attraverso un minuzioso lavoro artigianale sul piano del trucco, dei costumi, delle musiche (anche troppo sontuose in alcuni momenti), della fotografia e delle scenografie. Tutta l’opera è un susseguirsi di trovate visive sorprendenti e grottesche: scalinate che sembrano partorite dalla mente di un Escher, rutti che prendono la forma di inquietanti bolle di sapone, tenutarie di bordello completamente tatuate, animali fantastici costruiti da Godwin ibridando polli e maiali, oche e carlini.
Girato in 35 mm, il film è in bianco e nero per tutta la prima parte “domestica” e poi diventa a colori nel momento in cui Bella decide di partire all’avventura. I set faraonici dove Lanthimos ha filmato questa sorta di grand tour immaginario tra versioni distorte di Lisbona, Alessandria, Parigi e Londra sono stati realizzati in due diversi studi di Budapest (Origo Studios e Korda Studios). Grazie all’uso di ottiche particolari, ci sono scene che danno all’immagine una forma convessa con il centro a fuoco e i bordi leggermente più sfocati come a dirci che la realtà delle cose non esiste in sé ma è sempre frutto di prospettive parziali e mutanti. Vivere significa allora intraprendere il lungo viaggio che permette di osservare il mondo da quante più diverse angolature possibili alla ricerca di una propria ottica attraverso cui concepire il passato da cui si proviene ma soprattutto il futuro che si desidera.
© CultFrame 09/2023
TRAMA
Bella Baxter è un miracolo vivente, opera di uno scienziato pazzo che ha trapiantato nel corpo di una giovane suicida il cervello di un feto. Un po’ padre, un po’ divinità, un po’ carceriere, lo scienziato Godwin Baxter tiene la ragazza chiusa in casa ma l’intelligenza in rapida evoluzione di Bella, la sua sete di avventura e l’incontro con un avvocato libertino e debosciato finiranno per condurla alla scoperta del mondo e della vita tra viaggi per terra e per mare, palazzi aristocratici e bordelli.
CREDITI
Regia: Yorgos Lanthimos / Sceneggiatura: Tony McNamara dal romanzo di Alasdair Gray / Montaggio: Yorgos Mavropsaridis / Fotografia: Robbie Ryan / Scenografia: James Price, Shona Heath / Costumi: Holly Waddington / Musica: Jerskin Fendrix / Interpreti: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbot, Suzy Bemba, Hanna Schygulla / USA, 2023 / Produzione: Ed Guiney, Andrew Lowe, Yorgos Lanthimos, Emma Stone / Durata: 141 minuti.