È curioso che un regista della Hollywood classica come Otto Preminger, il quale ci ha regalato molti film importanti (e belli) come Vertigine, del 1944, o Anatomia di un omicidio, del 1959, abbia firmato anche alcuni lavori, considerati minori, ormai dimenticati (anche se non dimenticabili), di cui non si ha più memoria.
É accaduto con una pellicola (che abbiamo già trattato anche in questa rubrica) come Ma che razza di amici! (Such Good Friends, 1971). Ciò succede anche per il precedente Skidoo del 1968: commedia sgangherata e surreale (cosi diremmo se lo avessimo osservata con gli occhi e con le tendenze di oggi) in cui si mette in burla la società dell’epoca grazie a una satira che parte dalla vita contro-culturale degli anni sessanta, e i suoi luoghi comuni, per arrivare ai figli dei fiori, l’amore libero, l’antimilitarismo del “peace and love” e l’uso delle droghe, e in particolare dell’LSD. Tutti temi che possono trovare spazio anche oggi a distanza di più di cinquant’anni.
Un potente mafioso manda in carcere un suo sottoposto, suo malgrado, per sistemare un detenuto che sa troppe cose. Ma in cella l’uomo si ritrova con un hippy appassionato di droghe e il piano va a farsi benedire. Fuori dal carcere la famiglia dell’uomo, cercando di aiutarlo, si imbatte in situazioni paradossali.
Il viennese Preminger non si è mai contraddistinto per la costanza delle sue tematiche anche se poi, nei suoi film, un denominatore comune c’era sempre: come scrive Franco La Polla (Cinema di tutto il mondo, Mondadori, 1978) “Preminger sondava argomenti delicati….per rivelarsi solo un uomo di spettacolo”. Ma era “solo” un solido professionista che affrontava i generi del cinema americano con un piglio personale oppure qualcosa in più?
In questo Skidoo è lo spettacolo ciò che conta. Si tratta, infatti, di una commedia colorata e spensierata piena di azione e con un ritmo vorticoso, ritmo molto vicino a un certo cinema inglese, vedi il primo Richard Lester o persino Ken Russell.
Bisogna essere in due per fare Skidoo, come è stato intitolato per la sua uscita in Italia, non racconta la vita quanto piuttosto un certo life style in una maniera, grazie al politically correct, oggi impensabile. Con ciò non vogliamo sostenere che Skidoo sia un capolavoro. D’altronde quanti sono i capolavori, quelli veri, del grande schermo?
Una vena anarchica e un certo sperimentalismo del linguaggio (dimensioni che mancano completamente al cinema d’oggi) che mescola i generi più svariati, ha spinto la giornalista Frances Herridge a intitolare un suo articolo dell’epoca (su New York Post), Hippies in Gangsterland. Proprio questi elementi rendono il film inclassificabile. E sicuramente non disprezzabile!
E siamo arrivati al piatto forte di Skidoo: il suo cast. Capeggiato da un divertente Jackie Gleason e da Carol “Hello Dolly!” Channing, coraggiosa nella sua biancheria intima gialla, e da uno scatenato Mickey Rooney, il cast in questione vede poi via via Frankie Avalon, Alexandra Hay, il divertente Austin Pendleton, Cesar Romero che proprio in quegli anni era ritornato in auge come “Joker” nel Batman televisivo. E poi ancora John Philip Law, un sornione George Raft sul finire della sua carriera, Burgess Meredith e, last bus not least, Groucho Marx, che interpreta la parte del boss “Dio”, all’età di 77 anni, nella sua ultima apparizione cinematografica.
Ricordiamo la bellissima colonna sonora firmata dal cantautore Harry Nilsson multi-premiato musicista.
Curiosità: Jackie Gleason vede in tv Prima Vittoria, film di guerra dello stesso Preminger in cui compaiono John Way e Kirk Douglas.
Skidoo lo potete trovare in dvd e in blu-ray americani.
© CultFrame 02/2024
TRAMA
Un ex gangster, che si sta godendo un po’ di pace e serenità, è costretto a tornare in azione per conto di un potente boss: il suo compito è andare in prigione per far tacere per sempre un criminale che si trova dietro le sbarre. In galera, però, prova l’LSD e finirà per evadere a bordo di una mongolfiera.
CREDITI
Titolo originale: Skidoo! / Titolo it.: Bisogna essere in due per fare Skidoo/Regia: Otto Preminger / Sceneggiatura: Duran William Cannon/ Fotografia: Leon Shamroy/ Montaggio: George R. Rohrs/ Musica: Harry Nilsson / Interpreti: Jackie Gleason, Carol Channing, Groucho Marx, Mickey Rooney Alexandra Hay, Frankie Avalon/ Produzione: Otto Preminger Anno produzione: 1968 / Paese: Usa / Durata: 97 minuti