La vita facile. Un film di Lucio Pellegrini

SCRITTO DA
Giovanni Romani

lucio_pellegrini-la_vita_facileSin dal titolo, che omaggia la “Vita Difficile” di Dino Risi, Pellegrini sembra voler dichiarare l’appartenenza del proprio film alla tradizione della commedia all’italiana, quella “sociologica e africana” di Sordi (Riusciranno i Nostri Eroi a Ritrovare l’Amico Misteriosamente Scomparso in Africa?, Scola, 1968), quella “goliardica ed africana” di Abatantuono (Marrakech Express, Salvatores, 1989), quella dell’italiano macchietta, carattere e maschera di un intreccio fin troppo risaputo. Amiconi separati dalla vita e dall’amore, Accorsi e Favino incarnano fin troppo sfacciatamente i cliché della superiorità morale della sinistra, il volontario in Africa, ed il relativismo etico della destra berlusconiana, il primario corrotto a Roma, destinati ad un confronto che pare non riservare nessuna sorpresa. E così è, infatti, per l’ambientazione africana, perfettamente intercambiabile con qualsiasi altra regione povera del globo, ma preferita perché il cielo è blu, la sabbia rossa, la luce esalta l’incarnato della Puccini ed i bimbi sono tanto carucci.

Pellegrini se la cava bene tra folclore e buoni sentimenti, giocandosi con misura la carta del superborghese romano alle prese con le durezze africane, senza calcare la mano sul’effetto comico, aiutato da Favino, misuratamente “gassmaniano” nell’ignoranza arrogante e nella miseria morale. Cuore tenero e portafoglio gonfio, Favino è il perfetto contraltare di Accorsi, volontario il cui slancio verso i diseredati ha motivazioni meno nobili di quanto di creda: la sua è soltanto una fuga dal dolore di un amore infelice e di un tradimento ignobile. È quest’ambiguità di fondo a salvare La Vita Facile dalla didascalia, dalla solita vignetta: scenario esotico, due amici di vecchia data cui la vita ha indicato strade diverse, ed il pomo della discordia, la donna amata da entrambi, eterna nemesi di ogni amicizia virile. Tanta banalità viene in parte emendata da un finale ambiguo ed imprevisto, senza peraltro che la sceneggiatura abbia prima fornito le giuste motivazioni, abbia costruito un diverso spessore dei personaggi che, infatti, finiscono per agire in modo sorprendente, ma automatico, privi di una motivazione forte e giustificabile. Così l’Africa resta quella di Sordi, mentre gli Italiani paiono parecchio peggiorati, al punto che persino un gesto d’altruismo scaturisce da vendette meschine ed antiche miserie.

© CultFrame 03/2011


TRAMA

L’amicizia di Mario e Luca, due ragazzi che si sono laureati in medicina insieme e si frequentano assiduamente, viene messa a dura prova quando incontrano la giovane e bellissima Ginevra. Entarmbi se ne innamorano, ma sarà Mario a conquistare il cuore di lei e i due si sposano. Deluso, Luca decide di andarsene in Africa per lavorare negli ospedali da campo. Passano gli anni, Mario è diventato un luminare della cardiochirurgia, ma la sua vita non è così perfetta. Per questo decide partire per il Continente Nero e andare a ritrovare il suo amico Luca. Ma non sarà solo Mario a partire, anche Ginevra decide di raggiungere i due e, una volta giunta pure lei sul posto, il riunito trio si troverà a vivere ancora una volta le antiche emozioni, ma con inevitabili ripercussioni.


CREDITI

Regìa: Lucio Pellegrini/ Sceneggiatura: Stefano Bises, Laura Paolucci, Andrea Salerno/ Fotografia: Gogò Bianchi/ Montaggio: Walter Fasano/ Scenografia: Roberto De Angelis/ Musica: Gabriele Roberto/ Interpreti principali: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Camilla Filippi, Angelo Orlando/ Produzione: Fandango, Medusa Film/ Distribuzione: Medusa/ Paese: Italia, 2010/ Durata: 102 min.

LINK
Sito ufficiale del film La vita facile di Lucio Pellegrini
Filmografia di Lucio Pellegrini
Medusa

Condividi
Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009