Quello tra cinema e fumetto non è un rapporto univoco, Hollywood non si è limitata a prendere in prestito gli elementi vincenti degli eroi di carta: spesso ha anche saputo restituire parte dell’ispirazione ricevuta, contribuendo a rinnovare le atmosfere e talvolta persino gli elementi caratterizzanti delle storie a fumetti e dei loro protagonisti. Al di là dei princìpi formali comuni infatti (la vignetta come inquadratura, la figura dello sceneggiatore come denominatore del processo creativo) sono numerosi i casi in cui un adattamento cinematografico ha lasciato la sua impronta indelebile sul fumetto.
Alla base di questo ‘scambio’ c’è un fenomeno inevitabile: nel passaggio da un medium all’altro di un elemento, sia esso grafico o narrativo, si verifica sempre un ‘tradimento’ dei canoni originali. Questo non dipende solo dalla diversa ispirazione dei diversi autori, ognuno dei quali fedele a una sua lettura personale del personaggio o delle storie, ma soprattutto alla difficoltà di realizzare ciò che sulla carta non conosce limiti di budget o di immaginazione. La resa ‘live action’ di una pellicola, per quanto sostenuta dal digitale, dà necessariamente un tono più realistico a storie che di realistico spesso non hanno nulla.
Da qui nasce la necessità di registi e ‘macchine’ produttive di reinterpretare la materia ispiratrice originale. Di conseguenza, quando queste reinterpretazioni diventano di successo, per media come il fumetto, meno risonanti rispetto al cinema, diventa più facile adattarsi. Anche per questo un buon film tratto da un fumetto non è mai un’imitazione pedissequa delle storie su carta, ma una rilettura ispirata.
Il grande successo del film su Superman ad esempio, portò alcuni disegnatori ad ispirarsi a Christopher Reeve per le fattezze del protagonista, finendo per identificare il personaggio col suo volto scenico. Stesso discorso valse per le scenografie ‘polari’ che nel film avevano contraddistinto il pianeta Krypton, riprese sulla carta per i decenni a venire. Il caso più eclatante per quanto riguarda il franchise dell’ “uomo d’acciaio” riguarda però i tre malvagi kryptoniani capitanati nel film da Terence Stamp nei panni del Generale Zod, divenuti centrali anche nel fumetto, con origini riscritte sulla base di quelle cinematografiche. Analogamente, la scelta del film X-Men di sostituire gli sgargianti costumi in spandex dei protagonisti con uniformi comuni in pelle nera fu ripresa anche dal fumetto per i primi anni del 2000, in seguito al successo della trilogia. Anche il design di Cerebro, stanza/computer in grado di rintracciare i ‘mutanti’, è stato modificato sulla base di quello rappresentato sulla pellicola. Un altro caso minore riguarda il film Daredevil, del 2003, diretto da Mark Steven Johnson, nel quale Bullseye/Colin Farrell, la nemesi del protagonista, ha un bersaglio tatuato sulla fronte, prontamente ripreso anche dalla versione cartacea da lì in avanti, nonostante si tratti di uno degli adattamenti meno riusciti dall’inizio dell’ondata del genere super eroistico.
In molti casi si tratta di scelte commerciali, operate per rendere maggiormente riconoscibili personaggi e ambienti agli occhi di chi si accosta al fumetto per la prima volta, ma solo quelle che risultano davvero vincenti sopravvivono al periodo di lancio pubblicitario della pellicola, o alla scia di un record di incassi. Negli ultimi dieci anni, di fatto, c’è stata una compenetrazione di autori tra grande schermo e fumetto che ha reso alcuni comics molto più orientati verso un realismo di dialoghi, ambientazioni e in generale di approcci creativi.
Il caso più eclatante è quello di Joss Whedon, creatore del serial televisivo Buffy ma anche co-sceneggiatore di Alien – la clonazione e Toy Story e, non accreditato, di Speed e Waterworld. Autore di uno dei cicli più fortunati e noti degli X-Men, è oggi regista e deus ex-machina del film dedicato agli Avengers, e un esperto conoscitore di entrambi i media. In generale, dunque, al di là delle realizzazioni, l’approccio cinematografico al fumetto da parte del fumetto stesso ha contribuito a renderlo più appetibile sia per nuovi media interessati a un adattamento, sia per un pubblico nuovo, abituato a un confronto continuo tra i due diversi registri comunicativi.
© CultFrame 03/2012
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CULTFRAME. Il cinema dei comics. Perché i supereroi hanno conquistato Hollywood. Parte I
IMMAGINI
1 Frame del film X-Men di Bryan Singer
2 Frame del film Superman di Richard Donner