Persécution. Un film di Patrice Chéreau. 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Concorso

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Se si analizza Persécution decontestualizzando il film rispetto alla storia del cinema del dopoguerra, l’opera di Patrice Chéreau risulta inattaccabile. Ben girata, montata in maniera professionale, perfetta sotto il profilo drammaturgico, interpretata in modo intenso. E poi l’utilizzazione di una Parigi contemporanea tormentosa, lontana dai “luoghi comuni” tipici delle rappresentazioni visuali della capitale francese, è avulsa da qualsiasi bozzettismo. Insomma, un film di notevole fattura elaborato da una mano autoriale sicura.

Ma se invece si colloca questo lungometraggio all’interno dell’evoluzione del linguaggio filmico degli ultimi cinquanta anni ci si accorge che qualcosa non va.

L’impressione è quella di un déjà-vu, di una pellicola che allude a un clima espressivo già ampiamente sperimentato, usato e abusato. In particolare, i temi trattati sono fattori contenutistici che al cinema d’autore europeo hanno già fornito molta materia di approfondimento. Li elenchiamo: alienazione, incomunicabilità, angoscia esistenziale, solitudine, asimmetria nei rapporti umani (anche quelli amorosi), incapacità di rapportarsi alla realtà in modo leggero, assurdità della vita quotidiana. Siamo dalle parti di Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman, con la differenza che i due grandi registi citati erano degli “apripista”, dei maestri innovatori.

Chereau cerca di distaccarsi da questi punti di riferimenti edificando tutto intorno al suo stile: lunghi dialoghi di stampo teatrale e primissimi (e drammatici) piani sui personaggi (spesso sofferenti). Ma ciò non basta a rendere autonomo un film che, come già detto, ha troppi (ed evidenti) debiti nei riguardi del cinema d’autore del passato.

Romain Duris (attore feticcio di Cédric Klapisch) e Charlotte Gainsbourg costituiscono una coppia visivamente credibile. Si avverte, nella direzione degli attori, la cifra registica di Chéreau, autore particolarmente adatto a tirar fuori il meglio dai suoi protagonisti. Nonostante ciò, Persécution ha qualcosa di stantio e prevedibile che incide in maniera netta sulla riuscita dell’operazione. Charlotte Gainsbourg inoltre, pur volenterosa, sembra riproporre il cliché che l’ha fatta diventare la musa di diversi cineasti europei. Il suo ruolo è sì significativo ma troppo scontato soprattutto per quel che riguarda i toni dell’interpretazione e l’articolazione delle espressioni del viso.

 

©CultFrame 09/2009

 

 

TRAMA

Daniel è un giovane parigino che sopravvive ristrutturando case. È fidanzato con Sonia, una ragazza sfuggente e molto impegnata nel lavoro. Tra i due le cose non vanno bene, così come i rapporti tra Daniel e i suoi amici iniziano a deteriorarsi. Un giorno poi uno strano individuo inizia a perseguitare Daniel con le sue attenzioni morbose e le sue improvvise aggressioni. Per il ragazzo parigino un periodo di solitudine sembra essere l’unica possibile soluzione.

 

CREDITI
Titolo originale: Persécution / Regia: Patrice Chéreau / Sceneggiatura: Patrice Chereau, Anne-Louise Trividic / Fotografia: Yves Cape / Montaggio: François Gedigier / Scenografia: Sylvain Chauvelot / Musica: Eric Neveux / Produzione: Movie Movie / Francia, 2009 / 100 minuti

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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