A scoprire definitivamente la figura registica di Guido Lombardi è stata la Settimana Internazionale della Critica (manifestazione organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia). Era il 2011 e Là-bas, primo lungometraggio di Lombardi, vinse la SIC e si aggiudicò il prestigioso Premio Luigi De Laurentiis opera prima.
Ora Lombardi è alla sua seconda prova per quel che riguarda i lungometraggi di finzione con Take Five.
L’ambientazione è quella napoletana dei quartieri spagnoli. Un sottobosco di malavitosi, camorristi e rapinatori si muove cercando di fare i migliori affari possibili e di accaparrarsi molti soldi anche tradendo gli amici e i boss che comandano. Si potrebbe dire che l’autore si sia lanciato nella realizzazione di un film denso di luoghi comuni sulla realtà del capoluogo campano, ma certamente faremmo un torto al regista e al lungometraggio stesso. Take Five, infatti, è altro anche se non tutto può essere giudicato in maniera totalmente positiva.
Non v’è dubbio che Guido Lombardi sia in possesso di un’ottima cultura cinematografica: citazioni tarantiniane (più che evidenti), la vicinanza del nucleo del plot a quello di Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh e poi una rielaborazione personale della cinematografia legata alle mafie, in particolare quelle italiane.
E non si può discutere il fatto che il regista partenopeo abbia una significativa predisposizione a confezionare opere cinematografiche di notevole fattura stilistica. In particolare, non possiamo che affermare come Lombardi giri in maniera fluida e anche, in qualche frangente, virtuosistica e che abbia una evidente capacità riguardo la direzione degli attori. A tal proposito, dobbiamo citare necessariamente tutti e cinque i protagonisti, interpreti perfettamente in grado di reggere i ruoli al limite del caricaturale senza esagerazioni espressive: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio.
Tutto è incentrato sulla volontà di possesso di denaro, in una girandola incredibile di svolte narrative e situazioni sempre più paradossali e assurde. La dimensione espressiva dell’opera, dunque, trasporta lo spettatore in una realtà grottesca, folle e, in qualche caso, contraddittoria e tutto si conclude in un gioco al massacro che porterà solo sangue e morte.
Peccato che Lombardi abbia utilizzato così tanti riferimenti al cinema contemporaneo. È proprio questo l’unico punto debole di Take Five (insieme a qualche concessione di troppo a toni da commedia semplicistica), un film che sembra frutto, in sostanza, della rielaborazione di una cultura visiva sedimentata negli anni (e comunque questo aspetto potrebbe essere considerato un pregio) più che il passaggio provvisorio di un percorso personale.
© CultFrame 11/2013
TRAMA
Gaetano è un ricettatore napoletano. Un giorno viene a sapere da Carmine, un addetto alle fogne del Comune di Napoli, che c’è la possibilità di fare la rapina del secolo. I due arruolano così anche ‘O Sciòmen, un ex rapinatore depresso, Sasà, anche lui ex malavitoso a riposo, e Ruocco, un pugile squalificato a vita. I cinque riusciranno a mettere a segno il colpo, ma la Camorra non starà a guardare e tenterà di impossessarsi del bottino.
CREDITI
Titolo: Take Five / Regia: Guido Lombardi / Sceneggiatura: Guido Lombardi / Fotografia: Francesca Amitrano / Montaggio: Annalisa Forgione / Scenografia: Maica Rotondo / Musiche: Giordano Corapi / Interpreti: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio / Produzione: Gianluca Curti, Gaetano Di Vaio, Dario Formisano / Paese: Italia / Anno: 2013 / Durata: 100’
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Filmografia di Guido Lombardi
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito