I lineamenti spigolosi ma gentili, gli occhi perennemente pensosi e profondi. Uno sguardo antico e magnetico, un lungo cappotto, il cappello sempre sulla testa. Quella di Joseph Beuys era una figura decisamente particolare nell’ambito dell’arte contemporanea. Creativo geniale, uomo attento alla realtà sociale, e capace anche di impegnarsi politicamente, non perse mai di vista il senso reale della sua ricerca espressiva e non svendette mai la forza delle sue idee.
Il suo era un pensiero autenticamente democratico, senza retorica e demagogia. Ogni uomo è un artista, sosteneva, fermando con questo principio sacrosanto il valore assoluto di ogni azione umana, anche la più semplice e naturale. Così, nel suo mondo poetico anche piantare un albero, o depositare un seme nella terra, diveniva un gesto di notevole spessore intellettuale e culturale.
Il suo percorso esistenziale ed artistico lo portò ad approdare anche in Italia, per la precisione nel paesino abruzzese di Bolognano, dove il maestro tedesco realizzò parte delle sue opere e dove in breve tempo diventò una sorta di vera e propria istituzione pubblica.
Il suo più grande progetto artistico intitolato La difesa della natura, racchiude in sé tutta l’interiorità di un individuo che con il suo passaggio ha senza dubbio segnato l’arte del Novecento. Sotto il profilo linguistico il risultato del suo lavoro è stato eterogeneo e complesso. Nella sua sfera compositiva sono entrati a far parte mezzi diversi come la pittura, la scultura, la perfomance e il video. Ma anche la fotografia, in maniera assolutamente particolare, ha trovato un suo spazio fondamentale nel suo universo mentale.
L’immagine fotografica divenne, infatti, in tutto il periodo conclusivo della sua vita lo strumento ideale di documentazione della sua azione. Anzi, in certi casi proprio il materiale visivo in sé ha comunicato la sostanza della sua sperimentazione. Come ricorda il critico Antonio D’Avossa, nel bel libro Joseph Beuys La difesa della natura(Skira), il lavoro denominato Grassello è una sorta di documentazione fotografica realizzata grazie alla collaborazione dell’amico Buby Durini di un viaggio da Pescara a Düsseldorf. Sempre D’Avossa spiega come il maestro “durante la grande retrospettiva del novembre del 1979 volle per 25 giorni consecutivi essere fotografato nel pubblico e nel privato…“.
Ma quello firmato da Antonio D’Avossa non è l’unico volume che recentemente è stato stampato in Italia sull’artista tedesco. Notevole è anche Bolognano – La spiritualità di Joseph Beuys, pubblicato da SilvanaEditoriale e curato da Lucrezia De Domizio Durini. Si tratta di un percorso, nonché di un autentico atto d’amore, nei confronti di Beuys realizzato attraverso una documentazione fotografica di altissimo livello che presenta il suo lavoro e la sua vita. Decine e decine di immagini, che costituiscono un patrimonio iconografico eccezionale, accompagnate da alcuni interventi critici e da diverse dichiarazioni dello stesso autore, utilizzate come collante ideologico per rendere compatto il percorso fotografico alla base del libro.
Proprio con una delle frasi più significative pronunciate dall’artista desideriamo chiudere questo omaggio che gli abbiamo voluto dedicare: “il concetto di arte sarà esteso in senso antropologico come architettura sociale, creata da più persone“.
©CultFrame 10/2002
CREDITI
Bolognano – La Spiritualità di Joseph Beuys / A cura di Lucrezia De Domizio Durini / 270 pagine / 160 illustrazioni a colori, 75 in bicromia / Silvana Editoriale, 2002 / Prezzo 49,50 euro / ISBN 88-8215-416-5
Joseph Beuys Difesa della natura / Antonio D’Avossa / 68 pagine / Skira 2001 / Prezzo 14,46 euro