Una fanciulla dai lunghi capelli neri che guarda verso l’obiettivo, due innamorati che fanno l’amore, un uomo e la sua compagna a letto che sorridono mentre giocano con il loro figlioletto, una giovane incinta che fa il bagno, due ragazzi abbracciati mentre sono immersi in una piscina.
E’ uno sguardo sincero e diretto sui sentimenti umani, sulle quelle vibrazioni interiori che solo un dispositivo ottico riesce miracolosamente a bloccare e a identificare. Non c’è censura borghese in queste immagini, né compiacimento estetizzante. Non c’è prosopopea intellettualistica, nè pseudo derive filosofiche in queste opere che raccontano la sfera privata e psicologica di alcune persone senza sovrastrutture e schematizzazioni formali.
Le fotografie di Nan Goldin parlano della realtà con il linguaggio stesso della realtà, con la leggerezza di un approccio autoriale che potrebbe essere definito onnivoro, libero ed anarchico. L’artista americana svela la drammatica complessità del mondo ma ne evidenzia anche la purezza e l’insospettabile semplicità solo guardandosi intorno. Amici e parenti sono gli “interpreti” dei suoi scatti, attori di una sorta di “film fotografico”, di slide show ininterrotto in cui il reale è contraddistinto da improvvise e brusche virate verso il nulla e l’insondabile. In tal senso, una scena di sesso con luce naturale e l’immagine in controluce di un individuo, con effetto silhouette, rappresentano i due estremi di un’impostazione visuale che appare molto difficile da catalogare e definire anche criticamente.
Questo universo poetico è alla base del volume intitolato Il Giardino del Diavolo, pubblicato recentemente dalla casa editrice Phaidon. Si tratta di una raccolta molto ampia di materiale realizzato negli anni tra il 1997 e il 2003 da Nan Goldin nell’ambito dei suoi spostamenti in giro per il mondo.
La struttura del volume è incentrata su capitoli che alternano blocchi di immagini a testi critici e poetici, fornendo al lettore un quadro ampio del percorso creativo della fotografa di Washignton D.C.
L’apertura è affidata a opere scattate alla fine degli anni Novanta che hanno un carattere sorprendentemente riflessivo. Elementi della natura e figure umane entrano in comunicazione grazie ad inquadrature sospese in cui la raffigurazione convulsa dell’esistenza sembra essersi vaporizzata per lasciare spazio ad una dimensione quasi onirica. Paesaggi lunari, distese di sale, isole avvolte nella nebbia, luoghi innevati, boschi misteriosi; l’umanità è improvvisamente scomparsa, o è innestata in un contesto ambientale indecifrabile. L’occhio di Nan Goldin è proiettato verso un altro universo in cui la sfocatura diventa fattore stilistico teso a far emergere la sostanza fortemente introspettiva della sua concezione artistica.
Come riportato nel saggio firmato da Catherine Lambert, Nan Goldin ha affermato: “La fotografia per me non è distanza, ma contatto fisico – è come una carezza”. Ebbene, questa dichiarazione, estremamente lucida, riesce a metter a fuoco con grande precisione la poetica di un’autrice che, attraverso la raffigurazione della gioia e della sofferenza, della passione e dell’angoscia, della bellezza e dello squallore tenta evidentemente di dare un senso plausibile alla vita, fenomeno biologico sempre più inspiegabile.
Il Giardino del Diavolo con i suoi oltre trecento lavori riesce a far entrare il fruitore in un circuito visuale di grande intensità in cui gli occhi del lettore e quelli curiosi e sensibili di Nan Goldin sembrano in alcuni tratti coincidere, poiché guardare una ragazza che ride o due amanti nel pieno del godimento erotico è come guardare senza rimozioni la propria tragica, dolorosa e grottesca esperienza esistenziale.
©CultFrame 12/2003
CREDITI
Titolo: Il Giardino del Diavolo / Autore: Nan Goldin / Editore: Phaidon Press Limited, 2003 / 504 pagine / 343 fotografie a colori / 95,00 euro / ISBN:0-7148-9791-4
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CultFrame. Nan Goldin. Arte, vita, bibliografia, link
INDICE DEL LIBRO
Elementi / UNA FAMIGLIA SUI GENERIS – Catherine Lampaert / La fine di un secolo / THE STRANGER SONG – Leonard Cohen / Da qui alla maternità / LA NASCITA DI MAX MUELLER – 25 SETTEMBRE 1971 – Cookie Mueller / Legami familiari / BABY DOC – Richard Price / Pattinando sul ghiaccio sottile / Libé, Paris / MANTRA DELL’AMORE & DELL’ESTASI – Enrique Juncosa / Bacio francese, Joana & Aurèle / Memory Lost / 57 giorni, Roosevelt Hospital, New York City / La caduta in una piscina vuota, India, 2000 / Stanze vuote / Il primo amore, Simon & Jessica Valérie / LA PROMESSA – Sharon Olds / Mon am’, Valérie & Bruno / MERCREDI 24 MARS; 4H30 MATIN DOUX – Bruno Renou / Sudore, Clemens & Jens / mi piace il mio corpo quand’è col tuo – E E Cummings / E’ libera / Ancora su questa terra / OGNUNO DIVENTA PIU’ LEGGERO – John Giorno / Griglia positia II / Cinema Voltaire, Priory Hospital, Roehampton, Londra / FIFTEEN FEET OF PURE WHITE SNOW – Nick Cave / HALLELUJAH – Nick Cave / IL CICLO DELLA PRIORY – Guido Costa / L’Eden et après / Reliquie
BIOGRAFIA & BIBLIOGRAFIA SCELTA / INDICE DELLE OPERE / TRADUZIONE & CREDITI DEI TESTI / RINGRAZIAMENTI