Somewhere. Un film di Sofia Coppola

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

sofia_coppola-somewhereA volte si vive, come scriveva Sartre, alla “superficie della solitudine”, in una sorta di limbo in cui si intorpidiscono i pensieri e l’esistenza scivola via attimo dopo attimo. Johnny Marco attraversa, nel susseguirsi dei giorni, quella vita delle celebrità che sembra acquisire un senso solo su una locandina o in un servizio da tabloid. Tra feste e ballerine di lap dance, alcol e sesso occasionale Marco appare ormai assuefatto ad una sorta di “facilità” esistenziale di cui sembra non vederne l’atroce squallore. Laddove tutto si immagina a portata di mano è la vita stessa che, invece, fugge via come una moglie che scappa dal marito o una figlia costretta a guardare il padre da lontano.

Sofia Coppola, con la straordinaria sensibilità che contraddistingue il suo cinema, ci regala con Somewhere , un’opera matura e profonda, gettando uno sguardo, impietoso e lucido, sul vuoto che appartiene al nostro tempo. Raccontando un universo che ben conosce – lo showbiz e i suoi meccanismi – la regista traccia la parabola di un’esistenza al limite, utilizzando la settima arte non come mero sfondo della storia ma come sostanza narrativa per raccontare, quasi in un paradosso, tutto il peso del vuoto. Non a caso “recupera”, nel ruolo di protagonista, uno Stephen Dorff che fu promessa hollywodiana degli anni 90 per poi smarrirsi tra titoli minori e finire nel dimenticatoio, e ne fa il simbolo perfetto di quel divismo artificioso che dietro quel che luccica non nasconde certo l’oro. Di una bellezza disfatta, come la stanza dell’hotel che funge da casa, e attaccata ad un’anima soffocata che riprende a respirare solo di fronte alla fresca innocenza della figlia, Johnny ha rifiutato di guardare se stesso troppo a lungo e la presenza di Cloe (una bravissima Elle Fanning), per la prima volta accanto a lui oltre lo spazio esiguo di un week end, lo costringe a riflettere e a riflettersi. Quel che vede è quel che noi vediamo, quella vacuità che sfiora l’orrore come l’eccesso del lusso e del kitsch che raggiunge il suo massimo – guarda caso – in un’incursione italiana tra Simona Ventura e Valeria Marini. Dosando tristezza e sgomento, Dorff si appropria di un personaggio difficile e rilascia, espressione dopo espressione, tutto lo smarrimento, addirittura raggelante, di una vita mal spesa.

La Coppola, ancora una volta, rende alla perfezione l’atmosfera straniante dei suoi inquieti protagonisti, incastonandoli in quegli ambienti che ne amplificano il disagio: stanze d’albergo, piscine e le interminabili freeways di Los Angeles. Sulle “strade perdute” di un nulla esistenziale, romba il motore di una Ferrari che, aprendo e chiudendo il film, si dissolve come un rumore lontano, quasi un’eco spaventosa di ciò che è stato e ma, nel suo spegnersi, potrebbe far spazio ad un silenzio nuovo per ascoltare ed ascoltarsi. “Somewhere”. Da qualche parte, almeno…

©  CultFrame 09/2010


TRAMA

Johnny Marco è una celebrità di Hollywood, vive nell’Hotel Chateau Marmont, guida una Ferrari e trascorre le sue giornate tra incontri con belle ragazze e bottiglie di birra. Quando arriva a trovarlo la figlia undicenne Cleo, Johnny è costretto, suo malgrado, ad affrontare la vita in un altro modo e ad interrogarsi sul senso più autentico della propria esistenza.


CREDITI

Titolo originale: Somewhere / Regia: Sofia Coppola / Sceneggiatura: Sofia Coppola / Fotografia: Harris Savides / Montaggio: Sarah Flack / Scenografia: Anne Ross / Musiche: Phoenix / Interpreti: Stephen Dorff, Elle  Fanning, Chris Pontius / Produzione: G.Mac Brown, Roman Coppola, Sofia Coppola /  Distribuzione: Medusa / Usa, 2010 / Durata: 98 minuti

LINK
CULTFRAME. Miss Dior Chérie. Spot Dior diretto da Sofia Coppola
Filmografia di Sofia Coppola
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

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Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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