Acido Dorado. Mostra di Mona Kuhn a Londra

SCRITTO DA
Claudia Colia

© Mona Kuhn. AD6046, 2013/14. Chromogenic print, 114 x 152 cm.

Da oltre 40 anni la Flowers Gallery di Londra ha contribuito a promuovere le carriere di artisti come Anish Kapoor, Anthony Gormley e Anthony Caro, mettendo in scena mostre di fotografia, performance e installazioni d’avanguardia. Oggi, la galleria opera a livello internazionale, unendo a due sedi londinesi, uno spazio a New York.
La Flowers di Shoreditch ospita la mostra di Mona Kuhn, dal titolo Acido Dorado. Il titolo della serie fotografica dell’artista di origini brasiliane, nota per aver rielaborato in chiave contemporanea e intimista il nudo d’arte, deriva dalla struttura modernista realizzata dall’architetto Robert Stone nel deserto del Joshua Tree National Park. L’edificio è un padiglione minimalista, i cui ambienti, per la maggior parte rivolti verso l’esterno, tramite ante scorrevoli, cambiano d’aspetto nel corso della giornata, mimetizzandosi con il paesaggio oppure risaltando di iridescenze nella luce del deserto.

La nudità fa parte integrante dell’ambiente in cui si situa e le forme si dissolvono in esso, ma in questa serie la reinterpretazione del corpo umano viene approfondita, mediante l’uso di tecniche ed espedienti che propendono verso l’astratto e il surreale. La luce e la natura arida e minimalista del deserto, unite ai riflessi delle vetrate dell’Acido Dorado, creano un gioco di ripetizioni e frammentazioni. Il corpo è sempre la sede delle emozioni, involucro senza tempo e senza inibizioni, che in questo lavoro si tramuta in un miraggio, espressione astratta, pregna di libertà e solitudine.

© Mona Kuhn. AD7272, 2013/2014. Chromogenic print, 152 x 114 cm.

La meditazione sulla figura umana e l’ambiente che la contiene, si focalizza più su aspetti cromatici e sensoriali: la ruvidezza della sabbia, la coriaceità delle sparute piante grasse, la luce dorata che accarezza le forme, i piani multidimensionali delle strutture moderniste, in cui il corpo si riflette. La Kuhn ottiene ulteriori effetti mediante interventi personali, come fogli di carta argentata per rifrangere le luci oppure tagli casuali, che includono la vegetazione e le ombre delle varie ore del giorno. I confini tra esterno e interno si fanno labili. Aleggia sempre una sensazione di disorientamento allucinato, propria del deserto, che con i suoi miraggi, le rifrazioni, e le ombre allungate, vanifica i profili, immergendo lo spettatore in un sogno frammentato e senza tempo.

Acido Dorado è forse il lavoro più astratto di Mona Kuhn, e deve le sue qualità oniriche alla fortuita combinazione di elementi naturali ed artificiali (la luce, la sabbia, il vetro, gli specchi) nonché alla collaborazione di vecchia data con la modella olandese, che appare nelle foto. Ispirazione, osservazione, mutuo rispetto e la capacità di catturare il nudo come astrazione, conferiscono a questa serie delle qualità accattivanti e misteriose. Elementi naturali ed astratti finiscono per fondersi in una narrativa inimitabile, dove il nudo è il punto di partenza per l’esplorazione concettuale della forma umana.

© CultFrame 04/2014

 

INFORMAZIONI
Mona Kuhn – Acido Dorado
Dal 4 aprile al 10 maggio 2015
Flowers Gallery / 82 Kingsland Road, Londra / Tel.: +44(0)2079207777
Orario: martedì – sabato 10.00 – 18.00 / Ingresso libero

LINK
Il sito di Mona Kuhn

Flowers Gallery, Londra

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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