El Clan. Un film di Pablo Trapero. Leone d’Argento per la migliore regia alla 72° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Pablo TraperoLa storia di una famiglia, quella di un pericoloso clan criminale. Ma anche quella dell’intera Argentina, nella delicatissima fase di transizione dalla feroce dittatura militare a una fragile democrazia. El Clan è il racconto, frammentato e non cronologico, di una dimensione malavitosa strettamente collegata alla corruzione di un regime dittatoriale che produsse molti mostri e, purtroppo, un gran numero di vittime. La famiglia Puccio, grazie ai legami che il patriarca Arquimedes ha con la politica e con i servizi di sicurezza, fa ciò che vuole. Soprattutto, organizza rapimenti di persone molto facoltose che si concludono sempre, tragicamente, con la morte dei sequestrati.

Autore di El Clan è Pablo Trapero, regista argentino che venne lanciato a livello internazionale nel 1999 nell’ambito della Settimana Internazionale della Critica (Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica) grazie al lungometraggio intitolato Mondo Grua.

Il fatto che la vicenda sia ispirata a eventi realmente accaduti, pur essendo emblematico, non ha molta importanza, poiché il cuore contenutistico del film è il ritratto più ampio di un’intera nazione, quella argentina, che nei primi anni ottanta era totalmente allo sbando. In questa situazione, i Puccio si muovono come banditi dalla faccia rispettabile, al punto che uno dei figli, considerato uno dei più grandi giocatori di rugby del Paese, gestisce tranquillamente un negozio di materiali per immersioni subaquee.

Pablo TraperoLe atmosfere espressive di El Clan fanno pensare a una sorta di Goodfellas in salsa sudamericana, ma certo Trapero non è Scorsese e neanche gli interpreti del film sono ovviamente all’altezza di Robert De Niro e Joe Pesci.

Inoltre, l’opera dell’autore di Mondo Grua è stata infettata dal virus più pericoloso del linguaggio filmico degli ultimi anni, quel particolare germe che costringe sceneggiatori e registi a costruire lungometraggi basati sulla frammentazione e sul capovolgimento temporale delle strutture del racconto. Ormai, quest’ultima è diventata una vera e propria moda, un sistema creativo messo in atto, spesso, in modo totalmente ingiustificato, semplicemente per aumentare la presunta complessità di una storia.

A parte ciò, El Clan è un’opera che riesce a coinvolgere lo spettatore anche se, specie durante le scene iniziali, si fatica (a causa della confusione della sua struttura) a comprendere cosa succeda veramente. Non ben delineata, a nostro avviso, è inoltre la gelida follia delittuosa della figura del patriarca Arquimedes, il cui agghiacciante carisma criminale si manifesta senza che il personaggio (comunque ben interpretato da Guillermo Francella) sia stato presentato (nella finzione) e costruito in modo adeguato.

© CultFrame 09/2015

TRAMA
Storia realmente accaduta delle gesta criminali della famiglia criminale di San Isidro capeggiata da Arquimedes Puccio. Il clan, godendo della protezione del regime militare, sequestra persone facoltose e dopo il pagamento del riscatto le uccide brutalmente. Tutto procede in modo regolare, fino a che i Puccio decideranno di rapire una donna che gode di protezioni ancora più potenti delle loro. Sarà l’inizio della loro fine. Tutta la famiglia finirà in carcere. Arquimedes Puccio e il suo figlio maggiore saranno condannati all’ergastolo.


CREDITI

Titolo: El Clan / Regia: Pablo Trapero / Sceneggiatura: Pablo Trapero / Montaggio: Alejandro Carrillo Penovi, Pablo Trapero / Fotografia: Julian Apezteguia / Musica: Sebastian Escofet / Interpreti: Guillermo Francella, Peter Lanzani / Produzione: Kramer & Sigman Films, Matanza Cine, El Deseo / Paese: Argentina, 2015 / Durata: 110 minuti

SUL WEB
Filmografia di Pablo Trapero
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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