Prima prova da regista di Louis Garrel, Due amici è un film del 2015 che esce in Italia ora a qualche mese di distanza dalla sua seconda opera, la più recente L’uomo fedele. In entrambi i casi, il regista ritaglia per sé la parte di uno dei personaggi principali prendendo il nome di Abel e riservandosi il ruolo, a lui non proprio inconsueto, di tombeur de femmes in apparenza furbetto in realtà mediocre, fanfarone inconcludente, garagista di notte e scrittore fallito. Abel è amico di Clément, attore impiegato per lo più come comparsa, interpretato da un Vincent Macaigne tenero e un po’ sventurato, nella sua solita parte stralunata interpretata pure nell’ultima stagione in Il gioco delle coppie di Olivier Assayas.
Anche qui la storia non è altro che un gioco delle coppie organizzato attorno a un triangolo sentimentale non equilatero. La struttura del film complica, specialmente nella sua prima parte, un intreccio in realtà alquanto semplice e non certo inedito nel cinema francese: il colpo di fulmine di Clément per la bella Mona (Golshifteh Farahani) – commessa di giorno e detenuta di notte – e la conseguente richiesta d’aiuto all’amico Abel innescano una dinamica delle più classiche, anche se delle meno semplici da districare.
Nella speranza di sospendere il filo della tensione, il film mostra a chi guarda più di quanto non sappiano i personaggi: Mona, come fosse una Cenerentola contemporanea, ogni pomeriggio dopo il lavoro corre a perdifiato per prendere il treno che la riporta al penitenziario; ma questo Clément non lo sa, anzi, credendo che la ragazza sia semplicemente succube di una famiglia opprimente, chiede all’amico Abel, che ritiene infallibile, di convincerla a passare una serata con lui. In qualche modo Clément e Abel riusciranno nel loro intento e inizierà per i tre un’avventura notturna a base di scorribande più o meno alcoliche e amorose che a un certo punto li porterà anche a fare le comparse sul set di un film che rimette in scena il Maggio ’68 parigino con tanto di regista che dirige il coro degli slogan ormai triti dell’epoca: “Ce n’est qu’un début, continuons le combat”.
Le barricate vissute, filmate, raccontate, più o meno indirettamente mitizzate dal padre Philippe, diventano nel cinema postmoderno del figlio Louis, che co-firma la sceneggiatura con il collega Christophe Honoré, un teatrino misero e ridicolo, come se ai giovani non rimanesse che la versione farsesca delle grandi rivolte storiche e il senso amaro che il cinismo o il pastiche siano le uniche soluzioni possibili per affrontare la vita e l’arte. Una tristezza infinita, insomma, ma anche un po’ consolatoria.
E mentre la ragazza si gode la vita fuori dalle sbarre, finisce presto per rendersi conto di essere passata dal carcere vero alla prigionia metaforica di una relazione un po’ asfissiante con Clément, che la ama e che lei non ricambia, e con Abel che a lei piace ma che non può ricambiarla davvero. In realtà la relazione da risolvere è soprattutto, come da titolo, quella tra i due giovani uomini, e di ciascun uomo con stesso. I due infatti sono preda dei propri personalissimi fantasmi tanto da non arrivare mai a conoscere e a capire né Mona né niente di tutto ciò che li circonda. Come se per loro la realtà non fosse che una recita, una finzione, un gioco infinito di azzardi e possibilità in cui non ci sono veri conti da rendere né documenti da favorire.
Garrel finisce dunque per risolvere la sua farsa in un mélo in cui i maschi sono inconsistenti e le donne sono concrete, tanto più se sono esotiche come l’esotica di mestiere Golshifteh Farahani che ha più volte dimostrato, al cinema e sulle copertine dei rotocalchi, di saper compiacere il senso di trasgressione che lo sguardo occidentale deriva dallo svelare il corpo nudo di una donna orientale.
© CultFrame 07/2019
TRAMA
Mona lavora in una delle caffetterie della Gare du Nord di Parigi, ma ogni sera deve rientrare nel carcere da cui esce soltanto perché gode di un permesso di semi-libertà. Per questo, non può accettare il corteggiamento dell’attore Clément, che chiede aiuto al suo migliore amico Abel per conquistare la ragazza, con conseguenze tutt’altro che imprevedibili.
https://youtu.be/q55ecuyGjkY
CREDITI
Titolo: Due amici / Titolo originale: Deux amis / Regia: Louis Garrel / Sceneggiatura: Louis Garrel, Christophe Honoré / Fotografia: Claire Mathon / Montaggio: Joelle Hache / Musica: Philippe Sarde / Interpreti: Louis Garrel Golshifteh Farahani, Vincent Macaigne, Mahaut Adam, Pierre Maillet, Laurent Laffargue, Christelle Deloze, Rachid Hami / Produzione: Les Films des Tournelles, Arte France Cinéma, Cofinova 11 / Francia, 2015 / Distribuzione: Movies Inspired / Durata: 100 minuti