“C’è una sola religione, benché ne esistano un centinaio di versioni”, l’arguta affermazione di George Bernard Shaw sarebbe calzata a pennello anche per Bill Maher che, con vero spirito da avventuriero, si è lanciato in questo viaggio pseudo spirituale attraverso le principali religioni del mondo.
Un’impresa non facile che, dietro la scanzonata irriverenza dello showman americano, solleva questioni non di poco conto.
Cosa significa avere fede? E, soprattutto, cosa si è disposti a fare per essa? Non certo domande oziose ma interrogativi che, seppur posti con arguzia ed ironia, svelano un intero mondo di macroscopiche assurdità che, in questo documentario, si palesano in tutto il loro agghiacciante grottesco.
Partendo dalla simbologia del cattolicesimo Maher si avventura lungo il sentiero impervio delle convinzioni dei credenti. Domanda, sottolinea, pungola, ironizza… In giro per Israele fino a Gerusalemme, da Roma a Londra, passando per i Paesi Bassi e, naturalmente, l’America.
Si fa riprendere sul Monte degli Olivi, davanti al luogo di nascita della Vergine Maria e al Santo Sepolcro; intervista rabbini, attivisti radicali ebrei, predicatori di strada, vaticanisti, giornalisti, senatori ma anche un rapper e il Ministro della Cannabis ad Amsterdam. Un’umanità quantomeno variegata ma unita da un’unica incrollabile convinzione: la fede assoluta nella loro religione. Che poi si tratti di una dottrina monoteista universalmente riconosciuta o del culto della marijuana poco importa. Il credente, quello vero, ha una volontà granitica che nulla può scalfire. Di fronte agli “attacchi” circostanziati di Maher o alle incongruenze che egli sottolinea senza troppi giri di parole, gli intervistati non dimostrano (o quasi) il minimo cedimento, fatta eccezione per il senatore le cui ottuse dichiarazioni (con tanto di sottotitoli esplicativi dell’uso improprio delle parole) si concludono con l’affermazione che “non occorre superare un test d’intelligenza” per entrare in politica e con la quale non possiamo che essere inquietantemente d’accordo.
Attraverso un montaggio in cui si mescolano immagini di repertorio, spezzoni di vecchi film, dichiarazioni politiche e di guerra, Larry Charles scompone il viaggio di Maher in una sorta di bizzarro puzzle che sta allo spettatore ricomporre secondo gli (innumerevoli) spunti che l’impavido intervistatore ci offre. Grazie all’arguzia e all’esperienza di showman del protagonista si riesce a ridere di assurdità che, estrapolate dal contesto, dovrebbero metterci paura. L’intolleranza, soprattutto, e la certezza di essere migliori degli altri, superiori agli altri. La fede come dogma ed obbedienza cieca che si discosta dal sacro per farsi, profano e terreno, senso del potere.
Maher e Charles, contrariamente a ciò che può sembrare, non dissacrano la religione ma “massacrano” chi crede senza porsi una domanda, perseguendo obiettivi dei quali non si è capito (né si vuole capire) il senso. L’ignoranza, l’arroganza e la sopraffazione mascherate da un misticismo senza anima. L’irriverenza del film sta tutta qui, nel mettere a nudo le ipocrisie delle dottrine religiose. E, in un momento come quello attuale, non è cosa da poco. Per molti sarà facile sparare a zero su questo film, perché il rifiuto è sempre la via più semplice di fronte a ciò che ci è scomodo, anche se vero. Chi crede (qualsiasi sia la sua fede) dovrebbe, invece, vederlo se non altro per scoprire che si può anche “devotamente” ridere. E poi, magari, anche riflettere…
©CultFrame 02/2009
TRAMA
Il comico Bill Maher intraprende un viaggio presso i siti religiosi del mondo intervistando i credenti sulla figura di Dio e sull’importanza della religione.
CREDITI
Film: Religiolus / Regia: Larry Charles / Interpreti: Bill Maher / Fotografia: Anthony Hardwick / Montaggio: Jeff Groth, Christian Kinnard, Jeffrey M. Werner / Produzione: Jonah Smith, Palmer West / Distribuzione: Eagle Pictures / Paese: USA, 2009 / Durata: 100 minuti
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Sito ufficiale del film Religiolus